MIGLIONICO.
Una macchia nera. Desolante. Ecco ciò che resta,
dopo l’incendio di venerdì notte, di una vasta zona
della contrada “Conche”, tra le più rinomate
dell’agro miglionichese, sia per la salubrità
dell’aria sia per la presenza di varie sorgenti
d’acqua che rendono fertile il terreno. L’area
colpita dal rogo è distante poche centinaia di metri
dalla strada provinciale a scorrimento veloce che
collega Miglionico a Matera. Adesso, dopo il
devastante incendio, il verde degli alberi e della
vegetazione ha lasciato il posto al grigio e al nero
della cenere. Ingente il bilancio dei danni: oltre
agli alberi della zona boschiva, costituita per lo
più da querce, pini e macchia mediterranea, sono
state bruciate anche numerose altre piante da
frutto: castagno, noce, mandorlo, fico e olivo
presenti negli orti dei terreni coltivati, adiacenti
al bosco, a poche centinaia di metri di distanza dal
“polmone verde” del bosco della Manferrara,
ai confini col territorio di Pomarico. Un inferno di
fuoco, di fiamme che, in parte, sono state arginate
e domate dalla tempestiva e preziosa azione espressa
sia dei Vigili del fuoco del Comando provinciale di
Matera sia dai militari del Corpo forestale dello
Stato che, subito sono accorsi sul posto, ma che, a
causa delle tenebre, purtroppo, non hanno potuto
giovarsi dell’importante aiuto degli aerei
“Canadair”. Quest’ultimi (ben due), però, sono
intervenuti sul posto sin dalle prime luci dell’alba
di ieri (sabato mattina) per spegnere quei focolai
di fuoco ancora accesi. Ma, i roghi, purtroppo, non
hanno risparmiato altre zone del paese: quasi in
contemporanea, nella contrada “Sant’Antuono”,
sotto il castello di Santa Sofia, le fiamme, dopo
aver distrutto la vegetazione di quell’area, hanno
minacciato anche alcune automobili parcheggiate
nella zona sovrastante. Quest’ultime,
fortunatamente, sono state messe al sicuro grazie al
tempestivo intervento di alcuni abitanti della zona,
i quali con l’ausilio di estintori, pompe e secchi
d’acqua sono riusciti a spegnere l’incendio prima
che si propagasse alle auto in sosta. Immagini
brutte di un paese accerchiato dalle fiamme; scene
avvilenti, dal film dell’orrore, viste troppe volte
negli ultimi giorni: sono, forse, il frutto di una
regia occulta degna di una pellicola da brivido alla
Alfred Hitchcock? A chi può giovare uno scempio
così? Giacomo Amati |