MIGLIONICO.
Brucia la vegetazione dell’agro miglionichese. Le
fiamme, divampate all’improvviso nella zona “Cugno
del Prete”, lungo la vecchia strada provinciale di
collegamento tra Miglionico e Matera, hanno
distrutto numerose piante di pini, di piccolo e
grande fusto, della pineta creata negli anni
Settanta e Ottanta. Alimentate da forti folate di
vento, le fiamme si sono propagate anche nei terreni
agricoli adiacenti, lambendo persino alcune
abitazioni private del rione Trinità, fortunatamente
senza creare danni alle persone e agli edifici. Il
fumo, acre e denso, unitamente ai lapilli ed alle
fuliggini hanno pervaso parecchie zone del paese.
Sul posto sono intervenuti con tempestività,
allertati dai proprietari terrieri della contrada,
sia i militari del Corpo forestale dello Stato sia i
Vigili del fuoco del Comando provinciale di Matera e
i militari della locale stazione dei Carabinieri,
comandata dal maresciallo Lorenzo Mele, con
l’ausilio di due aerei “Canadair”, i preziosi
“bombardieri d’acqua”, nonchè due elicotteri
antincendio. Complesse le operazioni di soccorso,
che sono state coordinate anche dal sindaco Angelo
Buono (Pd) che ha personalmente guidato la squadra
antincendio del locale gruppo della Protezione
civile. Il rogo, di vaste proporzioni, s’è
sviluppato dalle prime ore del pomeriggio di ieri,
causando notevoli danni con la distruzione, non
solo, di canneti e arbusti, ma anche di tante piante
da frutto ( fico, mandorlo, noce e olivo). Alle
operazioni antincendio hanno preso parte anche
alcuni volontari e gli stessi proprietari dei fondi
di terreno interessati dai roghi, i quali, però, non
hanno avuto il tempo di creare sul terreno dei
solchi di sbarramento per impedire alle fiamme di
propagarsi da una zona all’altra. Efficace
l’intervento posto in essere dai Pompieri che hanno
utilizzato anche un liquido speciale (ritardante)
che ha l’effetto di rallentare il propagarsi delle
fiamme. Al momento, purtroppo, alcune zone
dell’incendio non sono state ancora bonificate.
Notevoli i danni causati anche al sistema faunistico
della zona. Giacomo Amati |