MIGLIONICO.
Bruciano i boschi dell’agro miglionichese: la data
del 22 luglio 2012 difficilmente sarà dimenticata
nella comunità: è stata una domenica di fiamme e
fumo. Un inferno. Quasi trenta ettari, tra bosco e
macchia mediterranea, sono stati distrutti da tre
incendi scoppiati quasi simultaneamente in tre zone
diverse del territorio che ha un’estensione
complessiva di novanta chilometri quadrati: in
quella a ridosso del rione Torchiano, a poche
centinaia di metri dal centro abitato, hanno preso
fuoco sterpaglia e arbusti; nella contrada “Porsaro”,
invece, in direzione bivio di Grottole, sono state
incenerite decine e decine di querce di piccolo e
grande fusto; infine, nel bosco di San Biagio,
adiacente a quello di Monte Acuto, poco distante dal
“polmone verde” della “Manferrara” (territorio di
Pomarico), sono state distrutte centinaia di alberi,
per lo più querce, e tanta macchia mediterranea.
Difficili le operazioni di soccorso, coordinate dal
sindaco Angelo Buono (Pd), coadiuvato
dall’infaticabile Pasquale Amico Padula della
squadra antincendio del locale gruppo della
Protezione civile. Sul posto sono intervenuti anche
i militari del Corpo forestale dello Stato, i Vigili
del fuoco del Comando provinciale di Matera, con
l’ausilio di due aerei Canadair, i “bombardieri
d’acqua” e un elicottero antincendio. Le fiamme,
visibili dal centro abitato, hanno lambito anche
alcune abitazioni private, sono state domate dopo
parecchie ore di strenuo lavoro. Sono state ore di
distruzione e di paura per tanti cittadini. Oltre
alla vegetazione, è presumibile che gli incendi
abbiano causato notevoli danni anche alla fauna,
costituita per lo più da ricci, lepri, volpi,
cinghiali e, tra i volatili, da merli , tortore e
colombe. A chi può giovare uno scempio così?
Giacomo Amati |