MIGLIONICO.
Turisti lucani amareggiati e delusi, dopo una gira
fuori porta, nel giorno di pasquetta, a Miglionico
che, in virtù dei suoi monumenti e bellezze
architettoniche, si candida ad essere una sorta di
appendice, quasi un’integrazione, del turismo della
città dei Sassi. Sotto accusa lo scarso
funzionamento dei servizi igienici e le modalità
d’accesso ai beni artistici presenti nella comunità:
capolavori da ammirare, ma, che, purtroppo, sono
ancora in “letargo”, invisibili ai turisti, almeno
in certe ore della giornata. Tante le disfunzioni
del progetto turismo segnalate nel weekend pasquale.
Poche luci e tante ombre di un progetto che, nei
piani della locale Amministrazione di
centrosinistra, guidata dal sindaco Angelo Buono
(Pd), viene concepito come un elemento cardine, il
volano dello sviluppo economico, sociale e culturale
della comunità. Tra le manchevolezze rilevate e
segnalate da alcuni turisti nel giorno di lunedì
dell’Angelo, al sito Internet miglionichese, creato
dal prof. Antonio Labriola, ne spiccano tre. La
prima nota dolente riguarda il funzionamento dei
bagni pubblici: “Dire che erano sporchi e
maleodoranti è il minimo – scrive M. Iannuzzi – ci
siamo abituati. Raggiunto l’orinatoio, dopo aver
cominciato a soddisfare il bisogno fisiologico,
scopro, con grande sorpresa, che l’urina la stavo
facendo cadere sul pavimento (l’orinatoio è
sprovvisto di tubo di scarico): grandi risate e via
verso il castello del Malconsiglio”. Seconda
criticità: è relativa al maniero. “Bella struttura,
ben restaurato – si legge nella nota - ma che
peccato non avervi trovato dentro neppure una
mostra, un punto informazioni, uno stand di prodotti
tipici del paese da poter acquistare; non c’è
traccia neanche di un semplice pannello
informativo”. Terza lacuna: è inerente
l’impossibilità di poter visitare la basilica di
Santa Maria Maggiore. “E’ stata una brutta sorpresa
– conclude Iannuzzi – trovare la chiesa chiusa già
alle 12,40. Che brutta esperienza di poca
accoglienza”. Un peccato. Un esempio di cattiva
gestione del patrimonio pubblico. C’è poco da
aggiungere, tranne due considerazioni. La prima:
servirebbero delle scuse. La seconda: occorrono
rimedi urgenti. Giacomo Amati |