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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI

25 Ottobre 2014
 Raffinata, aristocratica, luminosa la poesia di Carmelo Caldone
di Giacomo Amati

Carmelo CladoneMIGLIONICO. Raffinata, aristocratica, luminosa: possono essere racchiusi in questi tre aggettivi i tratti distintivi della poesia di Carmelo Caldone, poeta grottolese (56 anni), coniugato e padre di due figli, autore di ben tre libri di poesie. Il più recente, “Sul velo oscillante di luci”, collana “I Gigli”, ed. Montedit, Melegnano (MI), ne contiene quaranta. Sono legate da un unico filo conduttore; il loro comune denominatore è il sentimento dell’amore, concepito come il linguaggio universale capace di affratellare gli esseri umani e i popoli dell’universo. Per capire e gustare la poesia di Caldone, allora, non resta che far leva su di un concetto-chiave: è quello dell’amore. Un moto interiore forte che contraddistingue l’animo dell’autore e che pervade le sue liriche fino ad attrarre il cuore e la mente del lettore. Gli altri temi che ispirano la vena creativa di Caldone che, dopo aver vissuto, per motivi di lavoro, per 45 anni a Fagnano Olona, in provincia di Varese (vi emigrò da bambino, nel lontano 1965, unitamente alla famiglia), da alcuni anni, è tornato nel suo paese natio, ove adesso risiede, sono quelli dell’amicizia, dell’emigrazione, degli affetti familiari, della natura. Non mancano, ovviamente, i riferimenti ai valori della pace e della solidarietà. Si tratta di contenuti, ad ogni modo, che non brillano di “luce propria”, nel senso che vengono descritti solo e se sono funzionali a quello che resta l’elemento motore e distintivo della sua poesia: cioè, l’amore. Cos’è, allora, l’amore per Caldone? Scopriamolo nelle sue sfaccettature salienti: “Amare – dice l’artista – significa prendersi cura del prossimo: bisogna farlo senza porre condizioni di nessun tipo”. Ne discende che l’amore non è un’espressione retorica; al contrario, è un valore che rende migliore: arricchisce sia chi lo dona che colui che lo riceve. Ma, questo sentimento che “ è come il faro che illumina la rotta dei naviganti e la via maestra da percorrere” non è concepito soltanto come una virtù, ma anche come capacità di comunicazione e di conoscenza dell’animo umano. Non può essere accompagnato, nel modo più assoluto, dal dubbio né da una condizione di costrizione. Si può, forse, amare controvoglia? L’amore, quindi, si fonda sulla libertà dell’animo umano ed implica un’azione d’intelligenza e di etica alta: non può prescindere dal rispetto del prossimo. Conclusione: “La felicità dell’uomo - sembra dirci Caldone – sta nella capacità di amare più che in quella di essere amato”. Non può essere un mezzo, ma solo un fine: il più alto che l’essere umano può desiderare di perseguire. Su questo valore si fonda la pace. La poesia di Caldone, quindi, è un inno all’amore, quello puro, considerato nella sua accezione cerebrale e di spiritualità. E’ l’amore come verità. Giacomo Amati

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