MIGLIONICO.
Agricoltura biologica a basso impatto
ambientale nell’agro miglionichese. Gli
alimenti prodotti non contengono organismi
geneticamente modificati (Ogm) e non
denotano neppure la presenza di fitofarmaci,
ovvero tracce di sostanze chimiche. In
pratica, l’ecosistema agricolo locale
sfrutta, per lo più, quella che è la
naturale fertilità del suolo. Gli
agricoltori, in particolar modo quelli più
anziani, praticano la biodiversità
dell’ambiente, attuando un’agricoltura
assolutamente ecologica, i cui aspetti
distintivi sono costituiti dall’uso
prevalente di sostanze organiche. La
coltivazione dei terreni avviene con
l’ausilio di vari mezzi meccanici: la
tecnologia utilizzata è all’avanguardia sia
nel settore dell’olivicoltura che in quello
della semina e della raccolta del grano. Non
decolla, invece, la cultura della
cooperazione: neppure il ricambio
generazionale ha favorito la diffusione del
modello cooperativo che, purtroppo,
nell’immaginario dei contadini locali
continua a rappresentare un’idea scarsamente
funzionale sia per quanto riguarda l’aspetto
produttivo che per quel che concerne il
ricavo in termini di guadagno. Praticamente,
in paese non esistono cooperative agricole:
le varie attività agricole, da quella
cerealicola all’ortofrutta, vengono gestite
individualmente, dai singoli contadini che,
nei lavori agricoli, sanno fare di tutto.
Quali sono i prodotti agricoli che fanno da
traino all’economia agricola miglionichese?
“Senza dubbio, l’elemento che viene prodotto
di più – dichiara il giovane agricoltore,
Francesco Matera (37 anni), tra i più
qualificati ed apprezzati operatori del
settore – è l’olio d’oliva, tanto
che, da alcuni anni, se ne registra un
incremento sotto il profilo
dell’esportazione. Buona è anche la
produzione dell’uva e del grano. Invece, la
coltivazione e la produzione degli ortaggi
viene prevalentemente curata da pochi
appassionati contadini”. Quali sono i tempi
di lavoro dei campi? “Di norma, in una
masseria – spiega Matera – l’attività
lavorativa settimanale non conosce soste: si
comincia sin dalle prime luci dell’alba e si
smette a sera inoltrata”. Un lavoro duro,
senza pause, svolto con l’anima e con la
passione di chi non s’arrende mai, neppure
di fronte alle molteplici difficoltà causate
dal clima negativo e da un ritorno economico
modesto che certamente, in proporzione, non
rispecchia l’impressionante lavoro che
quotidianamente viene svolto con competenza
e maestria. Ed è quest’ultimo aspetto che,
presumibilmente, scoraggia i giovani a
dedicarsi a questa faticosa, ma senz’altro
nobile professione. Giacomo Amati |