MIGLIONICO.
Sospiro di sollievo per gli olivicoltori
miglionichesi. L’emergenza mosca olearia è stata
scongiurata: non è a rischio la qualità delle olive
e dell’olio. L’attacco dell’insetto, acerrimo nemico
delle olive, è stato neutralizzato grazie alla
favorevoli condizioni climatiche che, in
quest’ultimo periodo, ne hanno impedito la
proliferazione. Di conseguenza, la qualità delle
olive, sia da tavola che da olio, non è stata
danneggiata in alcun modo. Purtroppo, però, la
molitura delle olive non sta producendo una resa
soddisfacente dell’olio sotto il profilo della
quantità: oscilla tra i dieci e i quindici chili per
un quintale di olive. Negli anni scorsi, invece, di
norma, il rapporto olio prodotto e olive macinate è
stato di venti chili di olio per un quintale di
olive. C’è soddisfazione, invece, per quanto
concerne il prodotto che risulta essere decisamente
pregiato: dalla spremitura delle olive, infatti,
viene fuori dell’olio extravergine che possiede
delle caratteristiche d’eccellenza: l’acidità
massima, ad esempio, risulta essere nei limiti della
norma: è di 0’8% per cento grammi di olio. Inoltre,
l’olio prodotto è ricco dei preziosi polifenoli che
sono delle benefiche sostanze antiossidanti
naturali. Resta da precisare che, anche per
quest’anno, il prezzo al dettaglio dell’olio è
immutato rispetto all’anno scorso: è lo stesso da
oltre dieci anni: si aggira intorno a cinque euro al
chilo. In pratica, l’olio di oliva, che, a ragione,
è considerato il “tesoro giallo-verde”
dell’agricoltura miglionichese continua ad essere
commercializzato a un prezzo che gli agricoltori
giudicano decisamente basso rispetto sia alla
qualità che lo contraddistingue sia in rapporto a
quelli che sono i costi vivi che gli olivicoltori
sono costretti a sostenere, nel corso dell’anno, per
poterlo produrre. Ne discende che la situazione
della locale olivicoltura, che pure rappresenta un
settore cardine dell’economia miglionichese, non
migliora, ma, al contrario, tende a peggiore.
Giacomo Amati |