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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI

16 Ottobre 2013
 Olive 2013:  presenza della mosca olearia
di Giacomo Amati

MIGLIONICO. C’è preoccupazione tra gli olivicoltori miglionichesi. L’imminente campagna olearia potrebbe essere condizionata negativamente dalla presenza della mosca olearia che, per adesso, è stata avvistata solo negli oliveti di alcune contrade dell’agro. Ma gli attacchi dell’insetto, finora sporadici, potrebbero intensificarsi nei prossimi giorni, qualora si verificassero particolari condizioni climatiche: quelle più favorevoli alla sua diffusione sono costituite dalla presenza dell’umidità e dal clima piovoso. Perché la presenza della mosca è ritenuta l’avversità più grave a carico dell’olivo? La spiegazione ce la fornisce il dott. veterinario Pietrangelo Salerno con la passione spiccata per l’olivicoltura: “Le olive attaccate da questo insetto – spiega il dott. Salerno – cadono precocemente dalle piante. I danni causati sono di due tipi: uno ha una valenza quantitativa; l’altro, invece, riguarda la qualità dell’olio prodotto. L’insetto, che si divora la polpa dell’oliva, causa una sensibile riduzione della resa dell’olio che, di norma, è di 20 chili per 1 quintale di olive. Quando il frutto viene attaccato dalla mosca, si verifica un calo della produzione. Per quanto concerne, poi, l’aspetto qualitativo, si va incontro ad una diminuzione della qualità dell’olio estratto dalle olive”. In pratica, l’olio che si ottiene dalle olive bacate denota un’alta percentuale di acidità. Come si può combattere questo nemico acerrimo delle olive? “L’azione di contrasto alla diffusione della mosca – osserva Salerno – può essere svolta in due modi: uno è quello naturale; l’altro, invece, comporta l’utilizzo di sostanze chimiche. Il primo è costituito dalla presenza in natura di alcuni insetti predatori che si nutrono proprio della mosca olearia; il secondo è rappresentato dall’utilizzo di alcune trappole. Quest’ultimo sistema comporta trattamenti preventivi e curativi” Quali sono? “I primi – conclude Salerno – si effettuano installando sui rami delle piante delle esche proteiche che hanno il vantaggio di richiedere minori costi, di avere un minore impatto ambientale e bloccano le infestazioni sul nascere. I trattamenti curativi, invece, si effettuano irrorando gli alberi con degli insetticidi che lasciano pochi residui nell’olio di oliva, in quanto sono idrosolubili”. Giacomo Amati

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