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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI

12 Agosto 2013
Diga di San Giuliano: centrale idroelettrica
di Giacomo Amati

MIGLIONICO. Un nuovo “gioiello” per la diga di San Giuliano: è la centrale idroelettrica. Un valore aggiunto. L’impianto è stato inaugurato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Benedetto, presenti, tra gli altri, il sindaco Angelo Buono e Angelo Carriero, presidente del Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto. Come funziona quest’importante opera pubblica? Ne parliamo col sindaco Buono, di professione ingegnere. “La centrale idroelettrica, costruita alcuni anni fa, grazie a un finanziamento statale – spiega il primo cittadino miglionichese – trasforma l’energia idraulica dell’acqua del nostro invaso in energia elettrica. La diga utilizza una serie di turbine (macchine motrici che trasformano l’energia cinetica dell’acqua) e di alternatori (macchine che trasformano l’energia meccanica in quella elettrica): l’acqua attraversa le turbine, mettendole in rotazione; l’energia meccanica, così generata nelle turbine, viene trasformata in energia elettrica, grazie agli alternatori, che sono collegati alle turbine”. Quali benefici si potranno avere dal funzionamento della centrale? “L’energia elettrica prodotta dalla centrale – osserva il Sindaco – permetterà ai contadini ed alle aziende agricole e zootecniche presenti sul territorio del Materano di ottenere un considerevole risparmio sul pagamento della bolletta”. Giova precisare che la diga del Bradano è della tipologia detta “a gravità”: consente un accumulo di 107 milioni di metri cubi d’acqua. L’utilizzazione delle risorse idriche è di tipo irriguo, a servizio di una superficie irrigabile di oltre 20 mila ettari. Il nuovo impianto potrà produrre un’energia annua stimata in 1,7 milioni di Kwh. Resta da precisare che la diga di San Giuliano, che è alta 79 metri, fu costruita negli anni Cinquanta, nell’ambito del “Piano Marshall”, così definito dal nome del segretario di Stato americano che lo aveva promosso. Il  piano aveva l’obiettivo di elargire degli aiuti economici alle nazioni dell’Europa occidentale che avevano partecipato alla seconda guerra mondiale. Ogni Paese disponeva, a titolo gratuito, dell’86% della somma assegnata, mentre il restante 14% era a titolo di prestito. I lavori di costruzione durarono 8 anni: furono ultimati nel 1958. Giacomo Amati

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