MIGLIONICO.
Un nuovo “gioiello” per la diga di San Giuliano: è
la centrale idroelettrica. Un valore aggiunto.
L’impianto è stato inaugurato dall’assessore
regionale all’Agricoltura, Nicola Benedetto,
presenti, tra gli altri, il sindaco Angelo Buono e
Angelo Carriero, presidente del Consorzio di
bonifica di Bradano e Metaponto. Come funziona
quest’importante opera pubblica? Ne parliamo col
sindaco Buono, di professione ingegnere. “La
centrale idroelettrica, costruita alcuni anni fa,
grazie a un finanziamento statale – spiega il primo
cittadino miglionichese – trasforma l’energia
idraulica dell’acqua del nostro invaso in energia
elettrica. La diga utilizza una serie di turbine
(macchine motrici che trasformano l’energia cinetica
dell’acqua) e di alternatori (macchine che
trasformano l’energia meccanica in quella
elettrica): l’acqua attraversa le turbine,
mettendole in rotazione; l’energia meccanica, così
generata nelle turbine, viene trasformata in energia
elettrica, grazie agli alternatori, che sono
collegati alle turbine”. Quali benefici si potranno
avere dal funzionamento della centrale? “L’energia
elettrica prodotta dalla centrale – osserva il
Sindaco – permetterà ai contadini ed alle aziende
agricole e zootecniche presenti sul territorio del
Materano di ottenere un considerevole risparmio sul
pagamento della bolletta”. Giova precisare che la
diga del Bradano è della tipologia detta “a
gravità”: consente un accumulo di 107 milioni di
metri cubi d’acqua. L’utilizzazione delle risorse
idriche è di tipo irriguo, a servizio di una
superficie irrigabile di oltre 20 mila ettari. Il
nuovo impianto potrà produrre un’energia annua
stimata in 1,7 milioni di Kwh. Resta da precisare
che la diga di San Giuliano, che è alta 79 metri, fu
costruita negli anni Cinquanta, nell’ambito del
“Piano Marshall”, così definito dal nome del
segretario di Stato americano che lo aveva promosso.
Il piano aveva l’obiettivo di elargire degli aiuti
economici alle nazioni dell’Europa occidentale che
avevano partecipato alla seconda guerra mondiale.
Ogni Paese disponeva, a titolo gratuito, dell’86%
della somma assegnata, mentre il restante 14% era a
titolo di prestito. I lavori di costruzione durarono
8 anni: furono ultimati nel 1958. Giacomo Amati |