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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI

14 Luglio 2013
Miglionico. Il Movimento 5 Stelle accusa l'Amministrazione Comunale
"Canile inutilizzato, restituite i 120mila euro ai cittadini"
di Giacomo Amati

MIGLIONICO. Rimborso da centoventimila euro per le casse comunali. Lo richiedono gli “attivisti Miglionico Cinquestelle”. Una sorta di risarcimento relativo alla spesa sostenuta per la costruzione del canile comunale. L’opera pubblica fatta costruire una decina di anni fa dall’Amministrazione comunale di centrosinistra, guidata dall’ex sindaco Giuseppe Dalessandro, è ubicata in contrada “Pozzo Calapreci”, conosciuta anche come contrada “Acquare”. La struttura, che conta 25 box, con un piccolo locale da adibire ad ambulatorio veterinario, può ospitare un numero massimo di 75 cani. L’edificio risulta completato ad eccezione di alcune parti accessorie (mancano le porte e la recinzione di alcuni box), ma finora non è mai stata utilizzata. Perché? “Attualmente – spiega il sindaco Angelo Buono (Pd) – le dimensioni del canile non consentono di avere una gestione economicamente conveniente: i costi di gestione sarebbero superiori alla spesa annuale ( 80 mila euro ) che il Comune sopporta per assicurare il ricovero dei cani randagi miglionichesi in una struttura attrezzata di Matera. L’utilizzo della struttura economicamente più sostenibile e funzionale – continua il primo cittadino – può essere quello di trasformarla in canile sanitario per ospitare temporaneamente cani soggetti ad operazioni di sterilizzazione o di altro genere per la loro degenza”. Da parte loro, i grillini miglionichesi, in una nota inviata allo scrivente, affermano che è “un’opera del tutto inutile figlia del più deprecabile esempio di sperpero di denaro pubblico e mala politica. Il tentativo di utilizzare la struttura come canile sanitario non risolve il problema”. Da qui l’affondo finale: “Il popolo miglionichese – scrivono gli attivisti Cinquestelle – vuole la restituzione del denaro sprecato, 120 mila euro e il loro reintegro nelle casse comunali ( 50 mila euro ) e in quelle regionali ( 70 mila euro )”. Secondo il parere del consigliere comunale di minoranza, Nicola Aspriello, il mancato utilizzo del canile è riconducibile a tre ragioni: la prima fa riferimento alla presenza, nella stessa zona ove è stato costruito il canile, dell’impianto di depurazione della acque reflue che causa emissione di rumori e odori nauseabondi; il secondo motivo va ricercato nel fatto che la struttura è stata realizzata sulla soglia di un torrente che, in occasione di straripamento, deposita fanghiglia all’interno dei box e dell’ambulatorio presenti all’interno del canile; la terza ragione, infine, consiste nella precaria condizione della strada sterrata di accesso all’edificio che presenta dei cedimenti dovuti all’erosione da parte dell’acqua del torrente che scorre nelle vicinanze. Resta da capire, allora, perché, pur davanti a tali ostacoli naturali, si decise, comunque, di far costruire il canile proprio in quella zona. Per il sindaco Buono la ragione più plausibile va ricercata nel fatto che era l’unica area disponibile, tra quelle di proprietà del Comune. Giacomo Amati

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