MIGLIONICO.
Un desolante scenario di ceneri fumanti.
Un’impressionante macchia nera: quasi una zona
“fantasma”. Ecco ciò che resta, ormai, di una delle
più salubri e rinomate zone verdi dell’agro
miglionichese: ben tre contrade, “Piano dell’oste”,
“San Michele” e “Pampapane” vi sono state
danneggiate , in parte, distrutte da un devastante
incendio che, all’improvviso, in pieno giorno, s’è
sviluppato sabato pomeriggio nella zona sovrastante
il fiume Basento, a sei chilometri di distanza dal
centro abitato, in una zona di confine col
territorio del comune di Grottole. Notevoli i danni
subiti: sono state incenerite centinaia di alberi di
medio fusto di querce, di numerose piante di macchia
mediterranea e tantissimi alberi da frutto,
soprattutto fichi, noci, mandorle e peri. Inoltre,
il rogo, propagatosi velocemente intorno alle 13, ha
distrutto numerose piante di olive, un intero
vigneto, una piantagione di grano ed una di orzo.
Risultano danneggiate anche alcuni cavi elettrici e,
in parte, alcuni fili della rete telefonica
presente, in particolare, nella zona della contrada
Piano dell’oste, ove le fiamme hanno paurosamente
lambito l’abitazione e la struttura muraria di
un’azienda agrituristica, creata appena l’anno
scorso, di proprietà della signora Maria Piccinni.
Per fortuna, la struttura edile dell’agriturismo non
è stata avvolta dalle fiamme che sono state domate
intorno alle 17, dopo che erano divampate per circa
quattro ore. A fronteggiare le spaventose lingue di
fuoco solo due unità del servizio provinciale
antincendio: una squadra dei Vigili del fuoco del
Comando di Matera e tre militari del Corpo forestale
dello Stato del presidio di Grottole, coadiuvati da
un manipolo di volontari. Per domare le fiamme, ad
ogni modo, è risultato decisivo l’intervento di un
“bombardiere d’acqua”, un aereo “Canadair” della
flotta antincendio. Il rogo ha interessato un’area
di una quarantina di ettari di terreno, tra quello
boschivo, agricolo e a pascolo. Per i contadini
proprietari dei fondi delle tre contrade, il
pomeriggio di sabato scorso, difficilmente potrà
essere dimenticato: hanno vissuto ore di angoscia.
“Mi sono sentito solo, abbandonato – dichiara
l’imprenditore edile Michele Mele che coadiuva la
moglie Maria Piccinni nella gestione dell’azienda
agrituristica. Per bloccare le fiamme, che
avanzavano con una velocità impressionante, abbiamo
utilizzato tutti i mezzi che avevamo a portata di
mano, dai secchi d’acqua alle scope. E’ andato
distrutto un patrimonio di piante di querce di sei
mila ettari. Adesso, non ci resta che provvedere
alla bonifica del territorio. Da oltre un anno –
sottolinea Mele – avevamo chiesto ai funzionari
della Regione Basilicata di effettuare il
sopralluogo finalizzato ad ottenere l’autorizzazione
per allevare gli animali all’interno del bosco
dell’agriturismo: non l’abbiamo ancora avuto e così
il bosco è rimasto indifeso, senza barriere
antincendio, senza gli opportuni solchi di
sbarramento delle fiamme”. Purtroppo, notevoli sono
stai i danni causati anche al sistema faunistico
selvatico presente nella zona. Giacomo Amati |