MIGLIONICO.
Più ombre che luci nel derby tra il Miglionico e il
Ferrandina, conclusosi con la vittoria in rimonta
(2-1) dei miglionichesi. Partita da dimenticare:
povera di contenuti tecnici, ma ricca di espulsioni,
rovinata nei minuti finali dall’eccessivo nervosismo
di alcuni atleti. In pratica, nell’ultimo quarto
d’ora della partita, lo sport, il gioco del calcio,
i principi della lealtà hanno lasciato il posto ai
calci, al non senso, alla negazione della ragione,
ovvero a qualcosa che non ha niente a che vedere con
i valori dello sport. Bilancio finale: sei
espulsioni: cinque tra i ferrandinesi (compreso
l’impeccabile allenatore Gino Mattei) e una tra i
miglionichesi (Michele Battilomo). Eppure, sotto il
profilo tecnico, la partita, fino alla mezz’ora
della ripresa, aveva avuto uno sviluppo lineare: il
primo tempo si era concluso in parità (1-1). Dopo
aver subito il gol dello svantaggio, la squadra di
mister Pino Angelino era pervenuta al pareggio (40°)
grazie al gol firmato da Antonio D’Ambrosio, su
assist delizioso di Eustachio Galeota. La storia del
match cambiava al 24° del secondo tempo, quando,
grazie a un gol di testa del bomber Giuseppe Bitetti,
sugli sviluppi di un’azione di calcio d’angolo, i
miglionichesi si portavano in vantaggio. Sei minuti
più tardi, la svolta in negativo della sfida, con le
espulsioni, in rapida successione, di ben cinque
giocatori (quattro del Ferrandina e uno del
Miglionico), a cui si aggiungeva anche quella (per
proteste) del tecnico ferrandinese. Cosa è successo?
“In tanti anni di attività sportiva- commenta il
dirigente Michelangelo Piccinni- non mi era
mai capitato di vedere tanti giocatori perdere il
proprio autocontrollo in maniera così banale. E’
stata vissuta una brutta pagina di sport”. Bisogna
voltare pagina: che senso può avere giocare a
pallone e violare i principi fondanti dello sport?
Giacomo Amati |