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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI
La Gazzetta del Mezzogiorno
26 Febbraio 2011
Miglionico. Giorni di angoscia per Pasquale Panariello

Pasquale PanarielloMIGLIONICO. Giorni di angoscia per Pasquale Panariello, 53 anni,Pasquale Panariello che, per motivi di lavoro, è rimasto bloccato in Libia, ove è in atto una sanguinosa guerra civile volta a rovesciare il regime di Gheddafi. Panariello è un operaio specializzato in elettronica, alle dipendenze della ditta Moditech che si occupa dell’installazione di impianti elettrici a livello industriale. E’ papà di due figli: Marica di 23 anni e Riccardo di 13 anni. Si trova in Libia da oltre cinque anni (luglio 2006). Purtroppo, da alcuni giorni, suo malgrado, è costretto a confrontarsi con uno spaventoso scenario di guerra. In ansia, ovviamente, stanno anche i familiari residenti a Miglionico: dalla Libia arrivano notizie sempre più preoccupanti. “In Libia, ormai, c’è il coprifuoco, dice Emanuele Panariello (61 anni), fratello maggiore di Pasquale, che si trova nella città di Misurata, a duecento chilometri da Tripoli. Mio fratello, continua Emanuele, non ce l’ha fatta a ritornare subito da noi, col primo volo speciale dell’Alitalia, predisposto dal Ministero degli Esteri”. Da quanto tempo non sente suo fratello? “Adesso, spiega Emanuele, è praticamente impossibile parlare con lui attraverso il telefono: i cellulari non funzionano. Si può comunicare soltanto via skype o per via mail. Mio fratello, ad ogni modo, non si sente abbandonato: sa che la Farnesina sta facendo tutto il possibile per farlo rimpatriare, unitamente a tutti gli altri italiani che sono rimasti in Libia. Nel corso dell’ultima conversazione che ho avuto con lui, mi ha detto che un aereo militare italiano avrebbe dovuto riportarlo al sicuro, in Italia. L’operazione, però, non è riuscita: l’aereo è stato costretto a ritornare indietro perché la pista d’atterraggio era stato sabotato con della sabbia”. Rassicuranti, invece, sono le ultime notizie ricevute dalla figlia Marica. “Ho saputo, dice con grande gioia, che mio padre sta bene e presto  arriverà a casa: è riuscita l’operazione rientro per via mare: una nave italiana lo sta riportando in Italia. Mi ha rassicurata, in tal senso, il titolare della ditta con cui mio padre lavora da tanti anni. Io e mio fratello siamo felicissimi: non vediamo l’ora di riabbracciarlo”. Giacomo Amati

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