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Potenza.
«SONO davvero indignato come uomo, più che come
rappresentante della forze dell’ordine, per quanto
accaduto domenica pomeriggio prima dell’inizio della
partita di calcio tra il Potenza e il Miglionico».
Esordisce così il Questore di Potenza, Romolo
Panico, prima di annunciare che, tre dei trenta
teppisti che l’altro giorno hanno aggredito con una
ferocia inaudita 5 tifosi del Miglionico, sono stati
arrestati e si trovano ora nella casa circondariale
di Betlemme. E l’indignazione per quell’episodio
«assolutamente incomprensibile » al Questore gli si
legge in volto. Ore 9 di ieri mattina. Quarto piano
della Questura di Potenza. Panico fa il suo ingresso
in sala stampa. Accanto a lui il Capo di Gabinetto,
Giuseppe Persano e il dirigente della Digos,
Gianfranco Di Santo. «Li abbiamo presi». L’annuncio
è perentorio. Che il cerchio si fosse chiuso attorno
a quel gruppo di teppisti, che si fregiano del nome
di tifosi, era nell’aria già da lunedì mattina. Solo
poche ore e gli agenti della Digos se li sono andati
a prendere. Fabio Taddonio, 33 anni, Valerio
Ramaglia, di 25, e Maurizio Candeloro di 24, dando
l’ennesima prova di viltà, non erano neanche nelle
loro abitazioni. Temendo di essere stati
riconosciuti i tre si erano rifugiati a casa di
parenti nella speranza che, trascorse le 48 ore
previste per l’arresto in flagranza differita,
potessero farla franca. Così non è stato. Non appena
si è saputo quanto accaduto, in viale Marconi la
“parola d’ordine” è stata una sola: vanno
identificati e fermati. E così è stato. «In 35 anni
di carriera - ha affermato Panico - non mi è mai
capitato di avere a che fare con un episodio
simile». Un’affermazione che può essere compresa
appieno nel momento in cui il Questore procede a
descrivere tutte le fasi di quanto accaduto. Manca
ancora un po’ di tempo all’inizio del match tra il
Potenza e il Miglionico. In via Viviani, più o meno
all’altezza del distributore di benzina, una
macchina parcheggia. Ne escono 5 persone: 4 ragazzi
sui trent’anni e un uomo di 60. Sono loro gli unici
tifosi della squadra materana giunti nel capoluogo.
I cinque non fanno neanche in tempo a scendere
dall’auto che si ritrovano circondati da una
trentina di persone. Secondo quanto affermato dal
questore, sono quelli del gruppo “Lions”. Qualcuno
di loro chiede: «da dove venite?». Neanche il tempo
di rispondere «da Miglionico» che i 5 vengono
aggrediti. Pugni e calci per tutti. Il sessantenne -
come ha poi raccontato agli agenti - si è ripiegato
su se stesso nel tentativo di “attutire” i colpi che
gli venivano inferti. Compiuto il raid “punitivo” il
gruppo, come se nulla fosse accaduto, si è diretto
allo stadio. Sono entrati e si sono goduti la
partita. Nel frattempo i 5 sono stati soccorsi e
portati al San Carlo dove è ancora ricoverato un
ragazzo che ha riportato la frattura del setto
nasale, un trauma cranico e sfregi permanenti ai
denti. Per gli altri quattro, invece, è andata
meglio. Dopo essere stati medicati sono stati subito
dimessi anche se il terrore «gli si leggeva in
faccia», ha aggiunto Panico. Dentro il Viviani,
intanto, gli agenti della Digos si stavano già
organizzando. Finita la partita hanno provveduto a
identificare tutti i possessori di biglietto
controllando anche che il nominativo riportato sul
tagliando corrispondesse alla vera identità del
possessore. Quelli sprovvisti di documento di
riconoscimento hanno dovuto fornire le proprie
generalità. Operazioni di controllo filmate e
fotografate. Negli uffici di viale Marconi, intanto,
i quattro dimessi hanno fornito una descrizione
degli aggressori. Il quinto è stato sentito solo
lunedì in ospedale. Il puzzle è stato subito
ricomposto. Tutti gli atti in mano agli inquirenti
sono stati trasmessi al pm Anna Franca Ventricelli
che ha dato il via libera all’arresto. «Ora - ha
affermato Panico -mi attiverò affinché vengano
immediatamente disposti i Daspo (ovvero il divieto
di assistere alle manifestazioni sportive n.d.r.)
non solo per i tre arrestati, ma anche per gli altri
27 che hanno partecipato all’aggressione». Daspo
«per tre anni». Parola di Questore. «Questo gruppo,
infatti, è quello che non solo contesta la vecchia
società di Postiglione, ma è anche quello che si
oppone alla fusione con il Fortis Murgia di
Altamura». Ed è inaccettabile che «certe persone
possano, per uno stupido campanilismo, far sì che il
calcio nel capoluogo non possa tornare a essere
quello di un tempo». Ieri sera il capitano della
squadra rossoblu’, Raffaele Rivetto, e il dirigente
del Potenza S.C. Franco Andretta sono andati in
ospedale a fare visita al ragazzo di Miglionico.
Ragazzo a cui è stata donata una tuta del Potenza e
un borsone. Alessia Giammaria |
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