Il Colera a
Miglionico nel 1867 da un cronista dell'epoca |
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IL
COLERA A MIGLIONICO NEL 1867 DA UN CRONISTA DELL’EPOCA
IL 20 Agosto 1867 il Canonico Teodoro Ricciardi pubblicava “NOTIZIE
STORICHE di MIGLIONICO PRECEDUTE DA UN SUNTO SU’POPOLI DELL’ANTICA
LUCANIA- Napoli Stamperia Dell’Iride.
Il primo Agosto1867 a Napoli, in una nota del sopraccitato testo a
pag.245, Il Ricciardi riportava: “sol pensiero,che nel mentre si sta
pubblicando quest’articolo tristissime notizie di Colera giungono da
Miglionico.Un male misterioso e feral morbo è toccato in sorte a quel
disgraziato paese,si manifestò circa il dì 20 giugno con pochi
casi,tutti fulminanti, in persona di alcune poverette andate forse a
spigolare,dopo l’eseguita mietitura,nel tenimento di Matera,già
flagellata pure da più mesi. Dopo di quelle vittime si occultò sino a’
principii di luglio, nel qual tempo riapparve,fece alcune vittime,e
tornossi ad occultare. Ma dopo la metà del detto luglio si è manifestato
allo intutto, e con una recrudescenza sempre maggiore è giunto a
tale,che forse mai la simile,relativamente alla popolazione di poco più
di 4000 anime. Basta dirsi,come mi si scrive,che in meno di 10 giorni si
sono dati 300 casi con circa 200 morti, e in un giorno di massimo furore
tra 46 attaccati ne sono morti 32, di ogni condizione e sesso!Povera
gente, in mezzo a tanto terrore,rimasta avvilita,ha dovuto pur vedere,
con sua maggior ruina,de’ cadaveri rimasti per più giorni insepolti, per
non esserci chi li seppellire!Ah!che il cuore si agghiaccia e la penna
cade dalla mano al l’ira di Dio in tutto il suo furor è già piombata su
quell’infelice paese, e che la morte,mietendo le più care
vite,trionfalmente va debaccando in mezzo alla comune
desolazione!Oh,si,pur tu, mio caro amico,Arciprete Trajetta,sei già
caduto vittima del tuo zelo,dovere e abnegazione di te stesso onde
soccorrere i tuoi filiani il dì memorando 28 luglio! “
RIFLESSIONI: COLERA 1836 -1867
Ferdinando II di Borbone, nel 1836, regnava da sei anni. IL BORBONE
attuò i regolamenti sanitari ratificati dal nonno Ferdinando I nel 1819.
Il re con il suo governo gestì un’organizzazione che avrebbe dovuto
ostacolare la comparsa del morbo asiatico .Infatti costituì la
Soprintendenza generale di salute,un’istituzione pubblica alle
dipendenze del ministro degli interni che si interessava di tutto la
materia sanitaria. La Soprintendenza raggruppava anche il controllo del
Supremo magistrato di salute da cui derivava una struttura operativa di
dieci componenti, in prevalenza medici e nobili,proposti per la loro
padronanza in materia sanitaria. Inoltre il Protomedicato generale che
sorvegliava sull’attività dei medici. Successivamente il re nominò sette
commissari in altrettante provincie delle DUE SICILIE per il
mantenimento della salute pubblica.
Vittorio Emanuele II, nel 1867, era da sei anni re d’Italia.Il 17 Marzo
del 1861 la Camera dei Deputati per la prima volta eletta con suffragio
a carattere nazionale,proclamò l’Unità d’Italia e riconobbe il titolo di
re a Vittorio Emanuele II e ai suoi legittimi eredi. Nel corso di questi
sei anni il nascente governo era impegnato in spinose faccende.
Bisognava risolvere la questione romana, il trasferimento della capitale
da Torino a Firenze che avvenne il 3 febbraio 1865 e alla fine del 1865
il Consiglio dei Ministri approvava la legge Pica dichiarando il Sud in
stato di brigantaggio. Nel giugno del 1867, contemporaneamente, il
colera iniziava a mietere vittime in Italia e in modo specifico nel
mezzogiorno d’Italia .Ma in quel momento il pensiero del Ministro Urbano
Rattazzi era rivolto a preparare una proposta di legge .Il progetto di
legge prevedeva la liquidazione del patrimonio ecclesiastico e la
soppressione degli ordini religiosi presenti nel Regno e ritenuti
superflui alla vita religiosa. Appunto per questo le misure approntate
dall’impegnato Ministro degli Interni Urbano Rattazzi per debellare il
colera, furono le disposizioni inviate alle prefetture nel giugno del
1867 . Prescrizioni con divieto di assembramento e con proibizioni di
mercati e fiere. E invece il Ministro della guerra Conte Genova Giovanni
Thaon di Revel, dopo i casi allarmanti di morti in Sicilia,metteva a
disposizione il corpo sanitario dell’esercito specializzato
nell’attività di solidarietà nazionale.
Leggendo” de’cadaveri rimasti per più giorni insepolti, per non esserci
chi li seppellire! “Mi ritornano le immagini della lunga fila di camion
dell’esercito carichi di bare che passavano per le strade di Bergamo per
emergenza coronavirus nell’ aprile 2020 Le casse da morto furono
stanziate al cimitero monumentale, a causa dei molti morti che si erano
succeduti negli ospedali bergamaschi come a Voi ben noto.
Roma, 28 Novembre 2020
Mimmo Sarli |
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