ROMA.
Oggi 3 Maggio 2020 l’emergenza Coronavirus ha impedito ai fedeli della
nostra comunità di potersi recare nella Collegiata Santa Maria Maggiore
per assistere alla solenne celebrazione in onore del S.S Crocifisso. Il
solerte parroco Don Mark per seguire le preghiere fatte in parrocchia,
dal 30 aprile al 3 maggio ,ha messo a disposizione social network per i
devoti.
Le strade sono deserte. Si nota l’assenza della marcia della banda
musicale con le proprie battute ritmate e le sue note forti. Una
sollecitazione a vivere l’isolamento come partecipazione e speranza e
con la consapevolezza di depositare l’affidamento in Lui. Il
Cristianesimo è un evento, un incontro,da cui possiamo trarre forza per
vivere e operare in questa società. La paura sopravvive con noi.
“Se la paura ci invade cosa può vincerla? Che cosa vince la paura del
bambino? La presenza della mamma. E’una presenza,non le nostre
strategie, la nostra intelligenza,il nostro coraggio,ciò che mobilita e
sostiene la vita di noi. E’ una presenza storica,carnale,come quella di
Dio che sé fatto uomo. Più di qualsiasi discorso rassicurante abbiamo
bisogno di intercettare persone in cui possiamo vedere incarnata la Sua
presenza reale” da “Il risveglio dell’umano. Riflessioni da un tempo
vertiginoso di Julian Carron.
Il 3 maggio, data fissata dalla riforma della liturgia del Concilio
Tridentino(1545-1563), con il “ritrovamento della S. Croce” si festeggia
il S.S. Crocifisso.
Il nome di Santa Elena è fermo, nella consuetudine religiosa come nella
storia dell’arte, alla” inventio Crucis”:ma fu effettivamente Santa
Elena a ritrovare la Croce? Eusebio di Cesarea è al corrente dei lavori
fatti durante il regno di Costantino sul calvario,ma non comunica del
ritrovamento della Croce;nessuno indizio alla Croce come reliquia e alla
sua venerazione riscontriamo nell’Itinerarium Burdigalense, che è del
333,mentre ne diffondono tutti i successivi itinerari di pellegrinaggi
in Terrasanta dal 380 in poi. Il rinvenimento deve essere
accaduto,pertanto fra il 333 e il 380.Cirillo, vescovo di Gerusalemme,in
una lettera all’imperatore Costanzo, figlio di Costantino e nipote di
Santa Elena, dice” che la grazia divina concesse il ritrovamento a colui
che cercava la pietà. L’uso del maschile sembra escludere l’attribuzione
del ritrovamento a Santa Elena, anche se non esclude, evidentemente, che
esso sia avvenuto durante gli scavi che Santa Elena aveva voluto” da
“Elena La madre dell’imperatore di Evelyn Waugh”. La scoperta sia
capitato , secondo la tradizione, il 3 MAGGIO, durante gli scavi che
Santa Elena aveva fatto eseguire nella parte inferiore del fianco
occidentale del Golgota.
La scultura lignea del Crocifisso viene attribuita al ven. fra Umile da
Petralia, nato a Petralia S.(Pa) nel 1580 e morto a Palermo il 9
febbraio 1639. Dalle “Cronache” si evince che la presenza della scultura
del Crocefisso fin dal 1629 a Miglionico sia dovuta al ven. P. Eufemio
da Miglionico (1567-1648). Venerato invita ed in morte con il nome di
“Padre Santo e Dotto”, dalle “ Croniche della Riforma di Basilicata”di
P.Bonaventura di Laurenzana.Padre Eufemio al secolo Giovannantonio
Matera, era un frate minore della Riforma di San Francesco.Fu dotto
teologo e di santa vita,predicatore in Firenze ,nell’alta Italia e in
Germania.Nella comunità miglionichese ,ove trascorse la vita religiosa
nel convento di San Francesco,viene ricordato per le sue virtù. La
spiritualità Francescana resta illuminata da questa splendida figura del
periodo post-tridentino. Tra le sue preghiere è in uso ancora la
“Coronella”scritta dal venerato servo di Dio.
All’adorato Crocifisso le “Cronache” attribuiscono il “salvataggio “ di
Miglionico dal colera del 1867 e riportano le grandi manifestazioni
penitenziali in occasione della grande guerra 1915-1918. Le “Cronache”
segnalano le processioni per la grande siccità del 1927 e quelle
celebrate dall’arciprete Don Donato Gallucci durante il secondo
conflitto bellico. Infine l’ultima processione penitenziale del 1989
,con Don Mario Spinello, per ottenere la desiderata pioggia.
Il popolo di Miglionico ricorda la richiesta di S.E. Mons. Ennio
Appignanesi, Arcivescovo di Matera, di collocare il 27 aprile 1991 sull’
altare papale, a Matera,Il Crocifisso di Miglionico, in occasione della
visita pastorale che il Santo Padre Giovanni Paolo II fece in
Basilicata.La popolazione rimase esterrefatta perché il “ Crocifisso”
non era mai uscito da Miglionico.
ll Crocifisso è custodito nella chiesa collegiata S. M. Maggiore
proveniente dal convento di San Francesco. Il 29 maggio 1855 con la
cosiddetta legge Rattazzi , e con la relativa emanazione del regio
decreto attuativo n°879 che stabiliva gli ordini religiosi da abolire,
fu soppresso il convento di Miglionico e i religiosi furono allontanati.
Tale situazione degenerò in spiacevoli controversie per oltre trentasei
anni, tra le autorità e gli ecclesiastici incaricati di mantenere il
culto nel convento. Il 23 Maggio 1891, finalmente,” si addivenne alla
risoluzione di affidare il culto e la cura del sacro edificio della
Chiesa del Convento ad una congrega laicale sotto la responsabilità del
Clero della chiesa Madre” da” Crocifisso di Don Mario Spinello”.Pietro
Antonio Carlucci fu il primo priore della congrega del S.S Crocifisso di
Miglionico.
Dopo centoventinove anni la Congrega del S.S. Crocifisso è rimasta
fedele allo statuto costituivo e attualmente continua la sua missione
sotto la prodigiosa assistenza spirituale di Don Mark Anthony Stanislaus
e l’ operosa guida del priore Domenicantonio Comanda.
Roma, 3 Maggio 2020 MIMMO SARLI |