MATERA.
Il giorno 30 Marzo 2014, un cittadino di
Pomarico segnalava al numero di emergenza
ambientale del Corpo Forestale dello Stato
che aveva rinvenuto tre carcasse di lupo in
un’area limitrofa alla Strada Comunale
Pomarico – Montescaglioso, in località Santa
Croce, nei pressi di Pomarico.
Dopo alcuni minuti e precisamente alle ore
13.40 una pattuglia del Corpo Forestale
dello Stato raggiungeva il luogo ove erano
state segnalate le carcasse di lupo.
Gli agenti forestali intervenuti costatavano
che effettivamente in adiacenza alla strada
giacevano tre carcasse di lupo, un maschio e
due femmine.
Le carcasse dei lupi erano allineate, dalle
fauci degli animali fuoriusciva sangue non
coagulato e la muscolatura facciale appariva
contratta configurando la tipica espressione
detta “riso sardonico”. Sugli animali non vi
erano ferite d’arma da fuoco. Lo stato degli
animali faceva ipotizzare un possibile
avvelenamento da rodenticida.
Il posizionamento dei lupi ritrovati
allineati ed esposti alla vista degli utenti
della strada adiacente, facevano ipotizzare
un gesto dimostrativo eclatante posto in
essere da soggetti che non accettano la
presenza in zona dell’animale. Questi
soggetti, facendo ritrovare le carcasse,
potrebbero aver voluto dimostrare
all’opinione pubblica e alle Autorità
preposte alla tutela della fauna che se non
saranno presi provvedimenti per allontanare
i lupi dalla zona provvederanno
autonomamente a liberarsene.
Il personale del Comando Stazione Forestale
di Montescaglioso, unitamente ai veterinari
dell’Azienda Sanitaria Locale di Matera e al
personale dell’Istituto Zooprofilattico
Sperimentale della Puglia e Basilicata (IZP)
sede di Matera, in questo periodo proseguono
gli accertamenti finalizzati a poter
individuare le cause e gli eventuali autori
dei decessi.
Contestualmente alle predette attività, il
personale del Comando Stazione Forestale di
Montescaglioso, con la collaborazione del
sig. Matteo Visceglia, responsabile del
Centro Recupero Fauna Selvatica di Matera (CRAS),
sta effettuando monitoraggi nelle campagne
di Montescaglioso, Pomarico e Miglionico per
individuare tracce che confermino la
presenza del predatore nella zona.
Durante tali ricerche il gruppo di lavoro ha
rinvenuto in loc. Difesa San Biagio, in agro
di Montescaglioso, feci fusiformi contenenti
consistenti quantitativi di peli di capra e
orme che fanno ritenere che in zona vi sia
l’effettiva presenza di lupi. Sempre in loc.
Difesa San Biagio gli allevatori hanno
segnalato reiterati danni al proprio
bestiame provocato dai lupi. Per tali motivi
In questa zona sono state istallate
fototrappole all’infrarosso nelle vicinanze
di carnai (carne e scarti di macelleria
depositati sul suolo utili ad attirare
l’animale nei pressi della fototrappola). In
agro di Montescaglioso tali apparecchi hanno
ripreso nibbi, faine, volpi e cani randagi
non confermando la presenza dei lupi.
Le fototrappole istallate tra le campagne di
Pomarico e Miglionico, di contro, hanno dato
riscontri positivi ritraendo nelle ore
notturne lupi che percorrono le piste
armentizie seguendo l’odore lasciato dalle
greggi.
In ogni caso bisogna rassicurare i cittadini
di Montescaglioso, Miglionico, Pomarico e
degli altri comuni del materano, in quanto
non vi sono notizie storiche di aggressioni
da parte di lupi ad esseri umani. Ben più
preoccupante, di contro, è la situazione dei
cani inselvatichiti e randagi presenti in
provincia poiché sono stati documentati
numerosi casi di aggressioni da parte di
questi a esseri umani.
Per quanto riguarda, invece, le greggi che
pascolano allo stato brado si potrebbero
consigliare agli allevatori accorgimenti
atti a limitare gli attacchi dei predatori
ai propri animali fra i quali: l’utilizzo di
cani pastore adeguatamente addestrati e
muniti di idonei collari; non abbandonare
senza pastori le greggi al pascolo; nelle
ore notturne ricoverare le greggi in recinti
idonei; durante il rientro serale nei
recinti far seguire il gregge dai pastori
non lasciando incustoditi gli animali che si
attardano. Tali semplici accortezze
dovrebbero essere idonee a scoraggiare i
lupi che non trovando prede facili tra le
greggi si dovrebbero nutrire di ungulati e
in particolare i cinghiali, loro prede
naturali presenti in natura, esercitando una
auspicabile azione di contenimento della
specie e di selezione naturale.
In Basilicata si stanno attuando analoghe
attività di monitoraggio a quella posta in
essere dalla Forestale con l’ausilio del
CRAS, tra queste il progetto “Convivere con
il Lupo, conoscere per preservare”, che i
Parchi Nazionali dell’Appennino Lucano e del
Pollino stanno realizzando insieme ad altri
parchi del Sud Italia nell’ambito dei
progetti finanziati dal Ministero
dell’Ambiente in seguito all’emanazione
della Direttiva per la conservazione della
Biodiversità. Anche l’Osservatorio
faunistico della Regione Basilicata effettua
un monitoraggio dei lupi nella regione.
Il Corpo Forestale dello Stato fa sapere che
il lupo è una specie particolarmente
protetta e che le uccisioni di esemplari
dello stesso sono sanzionate penalmente ed
elenca le disposizioni che negli anni hanno
posto sotto tutela l’animale.
- Il Decreto Ministeriale (Natali) del 1971,
escluse il lupo dall’elenco degli animali
“nocivi”, ne proibì la caccia e vietò l’uso
dei bocconi avvelenati, questo Decreto fu
rinnovato per gli anni successivi.
Successivamente con il Decreto Ministeriale
(Marcora) nel 1976 fu sancita
definitivamente la protezione del lupo che
divenne specie protetta.
- La Legge n. 968 del 1977 (Principi
generali e disposizioni per la protezione e
la tutela della fauna e la disciplina della
caccia) per la prima volta ricomprende il
lupo tra le specie particolarmente protette.
- Anche la vigente Legge n. 157 del 1992
(Norme per la protezione della fauna
selvatica omeoterma e per il prelievo
venatorio) considera il lupo specie
particolarmente protetta prevedendo per chi
abbatte, cattura o detiene un esemplare
dello stesso l'arresto da due a otto mesi o
l'ammenda.
Anche grazie alla protezione della specie si
è potuto assistere ad un costante incremento
della popolazione dei lupi anche in
provincia di Matera.
Con il censimento eseguito da Boitani e
Zimen nel 1972 si stimò che su tutto il
territorio nazionale vi erano circa 100
lupi. Negli anno ’70, la popolazione dei
lupi raggiunse il minimo assoluto.
Una stima riferita alla fine degli anni ‘90
indicò una consistenza di 400-500 capi.
Attualmente non si dispone di sufficienti
informazioni per quantificare con
ragionevole attendibilità la consistenza
della popolazione nazionale, secondo alcuni
esperti la popolazione dovrebbe aggirarsi
sui circa 1000 capi.
Nella Regione Basilicata la Legge Regionale
n. 23 del 2000 prevede rimborsi per i danni
alla zootecnia provocati da lupi e da altra
fauna selvatica. Questa norma prevede il
risarcimento dei danni causati alle
produzioni zootecniche dalla fauna selvatica
o inselvatichita. Quindi, prevede
risarcimenti per le predazioni dei lupi ma
anche per quelle dei cani inselvatichiti in
danno degli animali d’allevamento. E’
importante fare questa precisazione in
quanto molti allevatori cercano di
attribuire i danni subiti ai lupi ritenendo
erroneamente che quelli provocati dai cani
inselvatichiti non sono indennizzabili. La
norma regionale prevede indennizzi per danni
causati agli allevamenti bovini, ovicaprini
ed equini condotti allo stato brado o
semibrado. I danni sono risarcibili all'80%
del valore degli animali uccisi. Per provare
l’uccisione dei propri animali l’allevatore
deve mostrare la carcassa dell’animale
ucciso, non sono rimborsabili danni ad
animali d’allevamento predati al pascolo e
dei quali non si rinvengono i resti. |