IL
SOGNO AMERICANO. DA MIGLIONICO A NEW YORK
UN LEGAME NON SOLO AFFETTIVO. Da 40 anni
negli Usa, è attento a tutto ciò che accade
in Italia. A iniziare da una passione: «Tifo
Juventus e in tv seguo i gol del campionato»
FIERO DEL SINDACO ORIUNDO. «Ho
conosciuto di persona Bill De Blasio ma non
siamo politicamente affini. Confesso che da
italo-americano ne sono orgoglioso» |
MATERA.
«To me, that's an American Dream story... ». La
storia del so-gno americano di Emanuele
“Manny”Marinaro, 56 anni, ori-ginario di Miglionico,
è esemplare tra quelle di tanti immigrati negli
Stati Uniti d’America dalla Lucania. Per una mera
casualità, la sua storia recente s'intreccia con
quella di un oriundo, Bill De Blasio, 109esimo
sindaco di New York, il primo democratico da 20
anni, che ha una nonna originaria di Gras- sano a
legarlo alla nostra terra. Nello stesso giorno in
cui De Bla¬sio veniva proclamato sindaco della
Grande Mela, il lucano verace Emanuele Marinaro
veniva a sua volta eletto nel Town Council, il
Consiglio comunale di East Fishkill, nella contea di
Dutchess, comunità di 50 mila abitanti a 65 miglia a
nord di New York City.
«To me, that's an American Dream story... »,
commentava su un social network all'indomani della
sua elezione, ringraziando i suoi sostenitori. Manny,
giunto nella “città che non dorme mai” quando non
aveva nemmeno compiuto la maggiore età, è fiero di
poter contribuire anche per questo verso alla sua
comunità. Dove adesso conduce un ristorante-pizzeria
e ai suoi clienti non manca di proporre qualche
piatto della sua terra. «Sai quello che va per la
maggiore? Pasta e lenticchie o con fagioli, o le
zuppe di legumi che propongo tutte secondo la
ricetta di mia nonna Marietta, come li preparava a
me a Miglionico», ci racconta al telefono, raggiunto
nel suo locale a Hopewell Junction, una frazione
della Dutchess County (NY). Il suo italiano è
perfetto e senza accento. Dalla cornetta te-lefonica
arriva il brusio e i rumori tipici di un ristorante.
«Per le mie ricette, uso prodotti tutti
rigorosamente delle nostre parti», alludendo con un
pizzico d'orgoglio alla terra d'origine: «Olio,
paste, pomodori, arrivano tutti dalla Basilicata».
Già,
la sua terra. Dalla quale partì per stabilirsi a New
York nel gennaio del 1974, «inseguendo il sogno
americano. Qui abitavano già dei parenti, che
ritornavano d’estate al paese. Mi affascinavano i
loro racconti. Decisi di raggiungerli, e portai con
me mio fratello Carlo, anche se contro il parere di
mio padre, il quale era combattuto tra il sentimento
di non volermi lasciare andare via e il desiderio di
vedermi realizzato. Lui, che si chiamava Pietro
Antonio, aveva una bottega da macellaio nei pressi
della Chiesa Madre. Da quattro generazioni si
alternavano dietro quel bancone, e sognava che nè io
nè gli altri fratelli seguissimo le sue orme. Voleva
che studiassimo e ci affermassimo. In quegli anni,
del resto, a Miglionico c’era davvero poco avvenire
per i giovani. Oltre l’Atlantico, invece, potevano
aprirsi inaspettate prospettive». Manny si
stabilisce nel Bronx, dove col fratello frequenta la
scuola. «Mi sono poi iscritto all’Università per
studiare Medicina». Sembrava che tutto andasse a
gonfie vele. Il destino, però, cinque anni dopo lo
vedrà ritornare in Italia perchè nel ‘79 a suo padre
fu diagnosticato un male: «Nel giugno dello stesso
anno morì. Mia madre, Rosa Pellicciari, sarebbe
rimasta sola in paese ad accudire gli altri figli
Franco, Isa e Mariella, tutti più giovani: si decise
di trasferirci tutti in America. Abbandonai gli
studi di Medicina, ma conseguii un master in
Business administration all’Hunter College, e
lavorai poi al Montefiore Medical Center, l’ospedale
unversitario dell’Albert Einstein College, nel
Bronx». E poi? «Mio fratello Franco non faceva altro
che parlarmi della sua idea di af-fermarsi nel campo
della ristorazione e mi convinse a condividerla.
Riconosco che le cose ci sono andate bene e,
sull’onda del boom economico degli anni ‘80, siamo
cresciuti al punto da arrivare a gestire tre bei
locali. L’occasione di aprirne uno a Hopewell
Junction, il “Blue Fountain Restaurant”, ci ha poi
fatto trasferire nella Dutchess County».
Qui vive con la moglie Maria Letizia Difiore («nata
in Sicilia, ma aveva tre anni quando arrivò negli
Usa») dalla quale ha avuto due figli: Rosa Maria
(«che studia alla Sacred Heart University »), e
QUEL GUSTO DI CASA
«Nel menu propongo piatti realizzati con le
ricette di mia nonna Marietta» |
Pietro
(«frequenta il Dutchess Community College»).
A tenere vivo il legame di Manny e della sua
famiglia con le origini italiane ci pensa la
comunità italoamericana, oltre ai parenti e
compaesani che vivono a New York. E poi segue
attentamente anche tutto ciò che accade in Italia. A
cominciare da una passione: «Sin da bambino sono un
tifoso della Juventus e non esito a svegliarmi di
buon ora la domenica (per via del fuso orario, ndr)
per seguire in tv la giostra dei gol del campionato
italiano di calcio». Ma non è solo questo ad
attirare il suo interesse, visto che il suo impegno
per la comunità lo ha portato alla candidatura come
“town councilman” alle elezioni comunali di East
Fishkill, per le quali ha concorso nelle file del
Conservative party il partito conservatore.
«Faccio parte di un gruppo conservatore, il
Grassroot, che si compone localmente di 250 persone
- spiega - e che non si occupa solo di politica ma,
ad esempio, guarda anche ai problemi della salute e
della sanità, dell’ambiente, dell’accoglienza dei
veterani di guerra, degli anziani. La situazione
politica americana non è così rosea: democratici e
repubblicani ormai sono assimilati, hanno fame di
potere soprattutto economico. Col mio gruppo si è
deciso che bisognava cambiare rotta iniziando dalle
nostre zone. Io sono fondamentalmente un
repubblicano, però il mio partito non mi ha certo
agevolato. Un senatore dello Stato di New York,
Kieran Lalor, un veterano che ha combattuto in
Afghanistan e in Iraq, ha appoggiato le mie idee e
mi ha aiutato molto opponendosi anche allo stesso
partito repubblicano. È andato contro quelli che gli
statunitensi chiamano “Rino” (republican in name
only - repubblicano solo di nome), che soffocano
l’economia e la gente che vuole fare cose nuove. Con
mia moglie, ho svolto la mia campagna elettorale
davvero porta a porta, incontrando di persona la
gente per discutere e confrontarmi con loro:
un’esperienza significativa».
Del nuovo sindaco di New York Bill De Blasio, cosa
dice? «L’ho conosciuto di persona, ma lui è un
democratico. Anzi, direi chè è piuttosto un
socialista. Non siamo affini politicamente. Anche se
non nascondo l’orgoglio di italo-americano per la
sua elezione. Vedremo quello che farà. Io ho molto
apprezzato, invece, a suo tempo, l’operato di
Rudolph Giuliani, sindaco dal 1994 al 2001».
E della sua elezione? «La mia carica dura solo due
anni. È giusto, però, che sia così. Questo sistema
assicura di mandare a casa subito chi non assolve
bene al suo compito. Se mi ricandiderò? Questo lo si
vedrà a suo tempo». Enzo Fontanarosa |