ROMA.
In questi giorni ho terminato la lettura del libro
“Proverbi e detti Lucani” di Elisabetta De Lucia e
Angela Matera - Editore Il Grillo (comprato in
occasione della mia ultima permanenza a Miglionico,
il 29 Giugno 2013).
Un plauso alle mie due compaesane che con accurato
lavoro “certosino” hanno realizzato un ‘ opera da
inserire nella biblioteca del patrimonio-artistico
culturale della nostra regione.
L’arduo compito delle ricercatrici è stato quello di
reperire e tradurre i “proverbi e detti lucani “,
mettendo in evidenza la filosofia di vita di una
comunità contadina.
Il valore linguistico, storico e sociologico del
libro è stato esaustivamente illustrato, sia nella
prefazione del Prof Giovanni Caserta e sia nella
presentazione del consigliere regionale Giuseppe
Dalessandro e naturalmente dalle curatrici, e
pertanto mi limito a ribadire alcuni concetti già
espressi sul “dialetto” (Repetita iuvant).
Il dialetto è un pregevole bene culturale.
Il dialetto ci aiuta a ripercorrere il nostro
passato che deve essere preservato ed esteso alla
nuove generazioni.
E’ importante la tutela di questo patrimonio.
Alla luce di quanto sopra mi rivolgo al Prof Giacomo
Amati (all’amico Gigino), in qualità di Dirigente
dell’Istituto Comprensivo “ Don Donato Gallucci “,
al fine di responsabilizzare la scuola pubblica
locale nell’attuazione di un progetto teso a salvare
e dare vita al dialetto.
Propongo l’utilizzo di questo testo nelle classi
dell’ultimo anno della scuola media inferiore, in
ottemperanza a quanto previsto dal programma di
Italiano della scuola media inferiore e cioè di
“mettere in luce l’apporto dei dialetti e la loro
utilizzazione pratica espressiva (in canti,
racconti, proverbi) “.
Con stima. Mimmo Sarli |