Miglionico viene
spesso definito con gli appellativi più disparati.
Il paese della Congiura, in
virtù della famosa congiura dei Baroni contro
Ferdinando d'Aragona (1485); il paese dei
pappaculumbriedd per l'antica passione dei suoi
cittadini per i fichi; un paese di musicisti,
(meglio, di musicanti) per i tanti miglionichesi che
suonano in bande e/o complessi musicali; più di
recente, qualcuno l'ha definito un paese di
meteorologi per la crescente passione dei suoi
giovani per la meteorologia. Credo però che a questo
punto non sarebbe sbagliato definire il nostro paese
anche come un paese di aspiranti scrittori e poeti,
visto che sono sempre più numerosi i nostri
concittadini che si cimentano in opere letterarie e
di poesia.
Tra gli scrittori di poesie è d'annoverare, senza
dubbio alcuno, Carmenio Uricchio (il figlio di
Mimmuzzo) Confesso che non sono stato mai tentato di
scrivere una poesia e quando tra le mani mi sono
trovato una raccolta di poesie quasi mai sono
riuscito a leggere tutte. Non così, quando
invece nei giorni scorsi mi sono trovato tra le mani
la raccolta di poesie di Carmenio. L'ho lette tutte
con crescente interesse e piacere.
Chi è Carmenio? E' uno dei tanti giovani, che
fu prima costretto a limitare i suoi studi e poi ad
abbandonare il suo paese, per cercare altrove un
lavoro che gli consentisse di vivere in maniera
dignitosa. Le poesie che Carmenio scrisse e che
sono raccolte in volumetto intitolato "L'aquila"
(Edizioni II salice, Potenza). risalgono proprio nel
suo primo periodo lontano da Miglionico
quando aveva circa vent'anni (1993).
La raccolta comprende circa 60 poesie, tutte molte
belle, di cui una dedicata a Miglionico. Lo stile è
piano, limpido come il cielo del nostro paese quando
tira la tramontana; uno stile molto personale che
evidenzia una fresca ed autentica vena poetica. I
temi sono i più vari e riguardano un pò tutti
gli aspetti della vita; possono sembrare
contraddittori tra di loro, sostiene Carmenio ma
tutta la vita in sè è una contraddizione continua
che ti costringe a voltare pagine, senza darti la
possibilità di scorrere per intero quella
precendente. L'importante è affrontare la vita con
la forza della speranza e la voglia di lottare".
Tonino di Torre di Fino
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Leggi altre poesie di Carmenio Uricchio |
Miglionico
Sulla collina
baciata dal sole
sorge il mio paese
Un antico castello lo domina
dall'alto della sua secolare imponenza.
L'aria è fine e frizzante
e soave è il suo profumo.
I viottoli si rincorrono
come bambini festanti
e dappertutto v'è
il colore, l'amore, la poesia
di una vecchietta
intenta a ricamare |
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Un
poeta a Melfi
"I viottoli si rincorrono come bambini festanti, dove
c’è il colore, l’amore, la poesia di una vecchietta
intenta a
ricamare».
Così Carmenio Uricchio, 24 anni, descrive
Miglionico, dove è nato. Al piccolo centro della
provincia di Matera, il giovane poeta ha dedicato una
delle sessanta poesie della sua prima raccolta,
intitolata "L'aquila" (Edizioni II salice, Potenza).
Perito elettronico, da due anni lavora allo stabilimento
Fiat di Melfi come tecnologo specialista in
verniciatura. Durante la settimana vive a Lavello,
vicino a Melfi, il sabato e la domenica torna in
famiglia, a Miglionico.
Dice Uricchio: «L’ispirazione? Osservo e rifletto. Per
esempio, ho trascorso alcuni mesi a Torino, a Milano e a
Napoli per seguire i corsi di formazione della Fiat.
Un’esperienza che ho poi tradotto in versi». Il mondo
giovanile, i sentimenti, le contraddizioni della vita e,
talvolta, la difficoltà di comunicare sono gli altri
temi della raccolta.
«È dedicata - dice l’autore - a tutti coloro che
affrontano la vita con spirito libero, tentando di
cogliere anche le sfumature più lievi. A chi, giorno per
giorno, soffre, lotta, vaga attraverso mille incertezze
e non per questo perde la forza di proseguire e la
dignità».
L’aquila, che dà il titolo al libro, è per Uricchio il
simbolo dell’ impegno, del coraggio! della speranza. La
vena di pessimismo («La vita è un voltar pagina rapido e
spesso non ti dà la possibilità di scorrere per intero
quella precedente»), e ancora «I vecchi seduti sulle
panchine del centro inseguono lì'ultimo raggio di sole»
si mescola all’allegria della gioventù («La mano tesa
all’inconscienza dei nostri vent’anni ruvidi») e alla
voglia di impegnarsi («Non hai ragione d’esistere se
bruci il tuo tempo nel fuoco dell’inutilità»). In “Eroi”
scrive: «Il vento di trincea dietro quelle montagne
porta a me la voce dei fiori scarlatti dei figli del
fiume che han dato la vita per chi li ha chiamati
"eroi". Con "L'aquila" Uricchio ha vinto il concorso
nazionale di poesia “Carlo Goldoni”, ha ottenuto il
terzo posto al premio “Città di Striano e una
segnalazione al “Trofeo delle Nazioni”. Continua a
scrivere: poesie e testi per canzoni. Talvolta,
l’impegno lascia spazio alle partite di calcio con gli
amici e alla musica rock.
(Da "Illustrato"
del Giugno 1994)
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