Gentilissimo Prof. Labriola, ancora una volta ti
invio la mia risposta ai quesiti che mi rivolge il
collega Amati, con la preghiera di ospitarla nel tuo
sito. Rispondo, cercando di essere il più sintetico
possibile. Prima di rispondere a ciascuna delle
domande rivoltemi, accenno brevemente alle
vicissitudini che ha vissuto il parlamento prima di
giungere alla rielezione del Presidente Napolitano.
La mancata elezione di Marini prima, e
quella di Prodi dopo, hanno evidenziato in tutta la
loro drammaticità la spaccatura, ormai insanabile,
che regna all’interno del Partito Democratico. Mi
chiedi, caro Giacomo, di chi è la colpa di un simile
disastro; non è facile risponderti in poche parole.
Secondo me le responsabilità, per così dire più
appariscenti, sono senz’altro del segretario Bersani
che non ha voluto prendere atto della evidente
sconfitta riportata dal PD nelle ultime elezioni.
Da qui tutta una serie di errori che lo ha
portato a rincorrere invano Grillo , fino
all’atteggiamento altalenante che lo ha visto prima
proporre Marini e poi Prodi. Ma le ragioni di fondo
vanno ricercate nelle molteplici componenti che
sussistono all’interno del partito. Come ho già
avuto modo di rilevare, diversi e l’un contro
l’altro sono i gruppi che si contendono la
leadership dentro il PD. Al momento di votare per il
Presidente, alternativamente hanno “impallinato” ora
l’uno, ora l’altro. Di fronte a 101 “franchi
tiratori”, bene hanno fatto Bersani e la Bindi a
dimettersi; ma le dimissioni non vanno accettate,
almeno fino a quando non sarà indetto il congresso
del partito. Le responsabilità non sono mai di uno
solo; vanno ripartite fra tutti coloro che l’hanno
sostenuto e consigliato.
Non so dire se ci sarà una scissione nel
partito, ma certamente non ho apprezzato
l’atteggiamento ultimo di Matteo Renzi e dello
stesso Barca ; non hanno esitato a mettersi di
traverso sulle posizioni del segretario proprio nel
momento in cui egli cercava una strategia che lo
facesse uscire dall’impasse in cui si era cacciato.
Ben venga il congresso. Servirà almeno a fare
chiarezza tra le varie posizioni e a definire una
volta per tutte quali sono gli obiettivi e le
finalità ideali che e il partito si porrà per il
prossimo futuro. Vendola minaccia di rifondare una
nuova sinistra. Anche questa può servire a fare
chiarezza.
Mi chiedi, caro collega, se si sta
profilando un governo del Presidente, a guida Enrico
Letta; domani, lunedì, lo sapremo con più certezza;
non credo però a guida Letta. Né auspico un
governissimo PD-PDL, ma un governo sì del
Presidente, ma a basso profilo politico, con alcuni
politici di secondo piano, compreso i grillini se
vorranno starci, e con personalità di alto valore
morale e di riconosciute competenze. Non potrà che
durare il tempo necessario per fare alcune delle
riforme più urgenti, a cui più volte abbiamo
accennato, anche alla luce di quanto hanno proposto
dai cosiddetti saggi; e permettere alla fine al
Presidente Napolitano, se lo vorrà, di godersi un
po’ di libertà.
Mi chiedi ancora se il nostro sistema potrà
reggere più. La risposta non può che essere
negativa. Non solo per la scossa, nel bene e nel
male, che viene dal M5S, ma soprattutto dal
cambiamento radicale che impongono le nuove
tecnologie e dal fallimento globale che registrano i
partiti europei e non, i quali sembrano non
accorgersi della spinta di partecipazione che viene
dal basso e che presto rivoluzionerà i rapporti tra
cittadini e classi dirigenti. I partiti sono
avvertiti. Se sapranno cogliere i segnali che ,
numerosi, da più parti provengono, potranno
svolgere pienamente il loro ruolo di intermediari
tra il popolo e le Istituzioni; altrimenti un nuovo
ordine sorgerà dalle ceneri del vecchio. Spero di
aver risposto pienamente a tutte le tue richieste.
Domenico Lascaro |