MIGLIONICO.
Gentilissimo Prof. Labriola, ancora una volta ti
prego di ospitare sul tuo sito la mia risposta ai
quesiti postimi dal Dott. Amati su questioni di
attualità politica.
Caro Giacomo, le domande che mi poni sono oltremodo
complesse, tanto da richiedere risposte argomentate
e possibilmente non equivoche. Comunque ci provo.
Chiedo scusa se ho preso in prestito il titolo da
Proust; ma date le circostanze mi è sembrato
appropriato.
Sono passati quasi 50 giorni dall’esito delle
elezioni e ancora non si intravede alcuna ipotesi di
governo. Bersani ha inseguito invano i grillini e
spera ancora di poterli convincere, magari col
coinvolgerli nell’elezione del Presidente della
Repubblica. Sarà solo tempo perso. Già se n’è
sprecato abbastanza. Quali dunque le soluzioni? Come
ho più volte ribadito, escludo qualsiasi ipotesi di
governissimo PD-PDL per le evidenti incompatibilità
tra i due partiti; un governo minoritario a guida
Bersani è per sua stessa natura inconcepibile;
andare subito al voto è pura pazzia. Che altro resta
da fare? Sia Bersani che Berlusconi si facciano
finalmente da parte per affidare al futuro Capo
dello Stato il compito di dar vita ad un governo che
abbia le seguenti caratteristiche: sia guidato da
una persona competente e di riconosciuto valore
morale; non comprenda al suo interno politici di
primo piano. Buona parte dei componenti può essere
cercata tra i dieci saggi, compresi i rappresentanti
dei partiti.
Sarebbe dunque un Governo del Presidente o un
Governo di Scopo, che dir si voglia, col compito di
realizzare, almeno in parte, le proposte avanzate
dal gruppo dei saggi. Entro uno/due anni si potrebbe
tornare al voto. A proposito del documento dagli
stessi presentato, c’è da dire che contiene sì un
interessante programma di ammodernamento dello
Stato, ma che solo un governo nel pieno delle sue
funzioni potrebbe realizzare.
Ma chi eleggere al Colle? Si fa prima a dire chi non
eleggere. Non esponenti di partito, né di sinistra,
né di destra; ma un Capo dello Stato scelto tra la
società civile –su questo sono pienamente d’accordo
con Scalfari- che abbia “piena conoscenza della
Costituzione, tuteli la separazione dei poteri…abbia
la necessaria credibilità internazionale, intuizione
politica…forza di carattere e di iniziativa”. Se
ciascuna forza politica saprà anteporre agli
interessi di parte una visione del bene comune, non
sarà difficile scegliere la persona più adatta al
compito di cui trattasi.
Mi chiedi inoltre un commento sull’intervista al
consigliere Dalessandro sull’idea di abolire da
subito il vitalizio ai consiglieri regionali. Chi
oserebbe in questo momento dissentire da una simile
proposta? Essa è pienamente condivisibile e al
proponente non può che andare il pieno
riconoscimento di tutta la comunità regionale.
Soprattutto gli va riconosciuto il coraggio di aver
preso una iniziativa in piena solitudine, in un
contesto sordo e silente, quale è quello della
totalità di un consiglio regionale restio a cedere
parte dei propri privilegi.
Ma stiamo attenti, però, a non buttare il bambino
con l’acqua sporca, come suol dirsi; una volta
definiti il giusto compenso che spetta ai
parlamentari regionali, e l’ammontare dei contributi
che ciascuno dovrà versare per ogni anno di lavoro
amministrativo, è giusto che gli anni di attività
svolta vengano considerati alla stregua di un lavoro
onesto e dignitoso, al sevizio della comunità. Siano
aggiunti agli altri contributi versati o ancora da
versare, ma che alla fine si percepisca una sola
pensione e non due o più, di natura diversa e
autonome fra di loro. Domenico Lascaro |