MIGLIONICO.
Mi accingo a rispondere sollecitamente al prof.
Amati che mi ha rivolto due quesiti che da soli
richiederebbero una risposta tanto approfondita da
riempire una intera biblioteca. Caro Giacomo,
considerato che i tempi sono alquanto ristretti e
che gli avvenimenti si susseguono a ritmi frenetici,
cercherò di risponderti in forma di sintesi,
rinviando a tempi più distesi la trattazione più
articolata della materia più complessa, cioè la
differenza tra la Destra e la Sinistra. Prima però
permettimi una precisazione: ti rispondo sempre a
titolo personale. Non ho incarichi di partito. Sono
iscritto al Pd di cui condivido totalmente ideali e
valori¸ anche se talvolta non gli risparmio critiche
e addebiti di natura contingente e di strategia
politica.
Mi chiedi un parere sulla nomina di Napolitano dei
dieci “consultori” da affiancare alle Commissioni
Speciali di Camera e Senato per definire ipotesi di
percorsi istituzionali. Ebbene il mio giudizio è
stato incondizionatamente favorevole fin dal primo
momento; i due gruppi di lavoro, nell’arco di 8/10
giorni, avranno il compito di verificare, in un
clima presumibilmente più disteso, se ci sono le
condizioni per ricercare punti di convergenza sulle
questioni più urgenti , quali una possibile riforma
elettorale, alcuni provvedimenti economici per
avviare un pur minimo sviluppo economico, etc.
Ma al consenso iniziale, espresso da quasi tutti, è
seguita una dura presa di distanza. Solo Bersani
nella recente conferenza stampa ha rettificato il
giudizio di Franceschini e ha espresso piena fiducia
all’iniziativa di Napolitano. Ma nella stessa sede
Bersani, secondo il mio parere, non ha aggiunto
niente di nuovo alle posizioni più volte ribadite
nel corso delle ultime settimane. Se gli riconosco
una lealtà incondizionata , una perfetta buona fede
e una sincera determinazione di contribuire alla
soluzione dei problemi del Paese, mi trovo in
disaccordo sulle strategie che intende mettere in
campo. Continuare a inseguire Grillo è pura follia;
pretendere che Berlusconi accetti il “doppio
binario” tra un tavolo costituente e uno
politico-amministrativo, senza la garanzia di un
presidente di area moderata, è tempo sprecato.
Che fare allora? Due sono le ipotesi da mettere in
campo: una volta attese le risultanze dei gruppi di
lavoro del Presidente, si potrebbe tenere in piedi
il governo Monti fino a ottobre/novembre; il tempo
necessario per fare una nuova legge elettorale, un
provvedimento per dimezzare le spese della politica
e quei provvedimenti economici di cui si è detto, e
poi andare al voto. In alternativa vale ancora la
mia precedente proposta: un passo indietro di
Berlusconi e Bersani per formare un governo
“politico-tecnico” con esperti designati
direttamente da ciascun partito, sostenuti senza
condizioni, fino alla realizzazione delle misure su
accennate. Molti componenti dei gruppi nominati, tra
cui il nostro Filippo Bubbico, potrebbero far parte
a pieno titolo di questo ipotetico esecutivo. Altre
soluzioni per ora non ne vedo.
Questa soluzione sarebbe davvero un atto di
reciproca legittimazione. E così rispondo ad una tua
domanda. Ne deriverebbe un clima più disteso e
partecipativo. I partiti avrebbero il tempo di
rigenerarsi al proprio interno e il Paese ne
trarrebbe un gran giovamento. Lo stesso Bersani in
conferenza stampa ha responsabilmente ammesso che,
per il bene comune, non avrebbe alcuna remora a
lasciare. Egli non nutre odio nei confronti di
nessuno; ed è disposto ad incontrare Berlusconiin
qualsiasi sede istituzionale. La sfida è lanciata.
Tocca ai partiti caricarsi di responsabilità e
avviare subito un percorso di cambiamento. Questo
sì, vero cambiamento. Come si vede Destra e Sinistra
non sono poi così inconciliabili. E’ vero che due
visioni del mondo le dividono, ma nei momenti più
difficili un paese può sempre trovare motivi di
unità e di collaborazione. Sui codici morali e sui
tratti distintivi mi riprometto di tornarci quando i
tempi saranno più distesi. Ora non è tempo di
trastulli
accademici. Domenico Lascaro
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