Quotidianamente,
grazie alle rubriche tv ed al giornalismo
d’inchiesta, veniamo a conoscenza di vicende
nazionali che riguardano lo sperpero di denaro
pubblico esattamente come nel caso del Canile
Comunale di Miglionico, o meglio di quella
struttura che avrebbe dovuto ospitare decine e
decine di cani randagi presenti nel nostro
territorio e tuttora sistemati “provvisoriamente” e
onerosamente nel canile di Matera. Opera
dell’amministrazione Dalessandro (2001), la
struttura risulta completata ad eccezione delle
porte e della recinzione di alcuni box. Allora ci si
chiede: perché l’opera non può essere utilizzata?
Il
programma elettorale della lista guidata
dall’attuale Sindaco Buono dedicava ampio spazio al
capitolo randagismo individuando come prima
“risoluzione del problema l’immediata apertura e
concessione in gestione del Canile Comunale
completato da parecchi mesi ..”. Promessa
disattesa, ma quel che più fa riflettere, leggendo
gli atti, è che si prometteva qualcosa che
difficilmente sarebbe stata realizzata. Perché?
Secondo il parere del Dipartimento di Prevenzione
- Servizi Veterinari - Area C dell’A.S.L. n. 4 di
MATERA, datato 16 marzo 2010, indispensabile per
la messa in esercizio di tale struttura, si evincono
i motivi (ce ne sono ben più di uno)
dell’impossibilità ad utilizzare il Canile:
1.
Innanzitutto la presenza di odori nauseabondi e
le continue emissioni di rumori provenienti
dall’impianto di depurazione di acque reflue;
2.
Inoltre
la struttura è stata realizzata sulla soglia di
un torrente che in occasione di straripamento
deposita fanghiglia all’interno dei box e
dell’ambulatorio presenti all’interno del
Canile;
3.
Infine
la stessa strada (sterrata) che porta alla
struttura presenta dei cedimenti dovuti sempre
all’erosione da parte del torrente.
Ci
sarebbe anche la mancata osservazione di alcune
regole fondamentali per ottenere un buon livello di
igiene dei cani ospitati, in quanto la
pavimentazione e le pareti risultano essere non
lavabili e non disinfettabili. Ma questo lo
definirei un problema accessorio risultante da un
disattento svolgimento dei lavori in fase di
attuazione dell’opera.
Ed è
in questo preciso momento che i lettori si
chiederanno: ma perché dinanzi a tali
impedimenti naturali e non, si è comunque deciso di
costruire il Canile Comunale proprio in quella zona?
Perché si è ignorata qualsiasi logica di buon senso
che avrebbe dovuto far desistere chiunque dal
cimentarsi in un’impresa così onerosa e improbabile
per un Ente Comunale come il nostro?
Di
quanti terreni dispone il Comune di Miglionico? Non
ve ne erano altri con la caratteristica di essere
dislocati in punti distanti dal centro abitato?
Negli ultimi anni questa Amministrazione come le
precedenti, per far cassa ha venduto (o svenduto)
ettari ed ettari di terreni del demanio comunale; lo
dico da profano in materia: possibile che non si è
pensato all’individuazione di altre zone ricadenti
comunque nel vasto agro miglionichese?
Ciò
che rende più inquietante e triste questa vicenda è
il carteggio, risultante agli atti, intercorso nel
semestre giugno/dicembre 2002 tra l’A.S.L. n. 4 di
Matera ed il Comune di Miglionico in merito al
parere preliminare previsto in materia di
concessione edilizia, indispensabile per poter
avviare i lavori di costruzione. Ebbene in quei 6
mesi il Comune di Miglionico richiese per ben tre
volte lo stesso parere sullo stesso sito individuato
per realizzare il Canile:
1.
Il primo parere datato 7 giugno 2002,
dall’esito negativo,
spiegava tra l’altro che l’ubicazione del canile era
da ritenersi non idonea per la sicurezza degli
addetti, per il benessere animale, per il pericolo
di trasmissione di malattie infettive;
2.
Il secondo parere fornito dalle
A.S.L. di Matera (anch’esso negativo)
veniva formulato il 9 agosto 2002 ed in merito al
sito (sempre quello ricadente a ridosso del
depuratore) in sostanza ripeteva quanto espresso già
nella precedente comunicazione e consigliava anche
di prendere visione dell’Allegato 4 della Delibera
Ministeriale del 4/2/77 in materia di tutela delle
acque dall’inquinamento; l’allegato 4 in sintesi
individua i criteri per la scelta dei siti da
adibire a depuratori comunali specificando che “è
necessità assoluta isolare gli impianti e collocarli
in una fascia di rispetto o di protezione”;
3.
Il terzo, infine, lo definirei il
parere della vergogna;
perché è quello che ha dato il nulla osta a
procedere alla realizzazione del canile li dove per
ben due volte e per motivi analoghi era stata
fornita risposta negativa. Il testo della lettera
datata 3 dicembre 2002 in premessa specifica che “a
seguito di interessamento di questo Servizio da
parte di Amministratori del Comune di Miglionico….,
si è individuata in località contrada Acquare l’area
per la realizzazione della struttura sanitaria”.
In
pratica qualcuno dell’allora Amministrazione
Dalessandro, che poi si rivelerà essere il Vice
Sindaco Laterza, attuale capogruppo del Partito
Democratico nel Consiglio Comunale di Miglionico, si
è interessato personalmente della vicenda ed il
Dirigente Veterinario lo ha addirittura specificato
nella sua lettera del 3 dicembre 2002. Cosa abbia
fatto scaturire il parere positivo dopo i due
negativi nessuno lo sa; potremmo farci cento
domande e darci mille risposte, alcune anche ai
limiti del pronunciabile pubblicamente; ma il fatto
è che dopo questo interessamento i lavori sono
iniziati e i soldi sono stati spesi. Ma perché
insistere su un sito che ad occhio nudo appare
subito inadatto ad ospitare un canile?
Infatti insieme ad alcuni amici, circa due anni fa,
visitammo quella struttura. È davvero difficile
accedervi ma è ancor più difficile rimanervi per più
di qualche minuto. Rumori assordanti e odori
disgustosi venivano emessi quando l’impianto di
depurazione entrava in azione. Ora non farò
l’animalista di circostanza, sarebbe troppo facile
toccare la sensibilità specie di chi ama i cani e
gli animali in genere, ma vorrei solo chiedere
quali tutele e quali garanzie di salute avrebbero
ricevuto quei ragazzi che dovevano lavorare nel
canile comunale?
Cosa c’è dietro questa triste storia? Perché
nessuno vuole indagare a fondo e capire se gli
errori sono stati commessi e da parte di chi?
Intanto le persone interessate scaricano le
responsabilità l’un l’altro.. Gli amministratori
alle A.S.L. e le A.S.L. agli amministratori.
Sembra quasi che non interessava costruire un canile
per accogliere i cani randagi, ma interessava solo
costruire un’opera, spendere quei soldi e permettere
a qualcuno di lavorare.. affermazione grave, ne sono
consapevole ma non tanto grave come l’aver speso
tanti soldi pubblici per un’opera inutilizzabile.
Già,
quei soldi.. ma quanti ne sono stati spesi?
Ecco la cifra: 200 milioni di vecchie lire
somma che, a quanto si evince dalla Delibera di
Giunta 126/2001 ha trovato intera copertura grazie
ai fondi di Bilancio Comunale. In pratica con i
soldi dei cittadini miglionichesi, ben 100 mila
euro, è stata realizzata un’opera che
difficilmente potrà essere inaugurata e soprattutto
sfruttata per la destinazione d’uso. Sfido chiunque
in questo momento non abbia in mente la scena di
Totò che urla: e io pago!! E io pago!!
Giusto
per aggiungere un altro nome alla lista dei diretti
interessati alla vicenda è importante anche
menzionare colui il quale è stato il progettista
e Direttore dei Lavori, l’Ing. Ezio Valente, il
quale sia chiaro è persona che non conosco, non so
se ha o meno una tessera di partito in tasca, non ne
conosco l’età né la fisionomia; so solo che negli
ultimi anni ha sostenuto con un contributo gli
eventi estivi organizzati dall’Amministrazione
Buono. Ora l’unica domanda che rivolgo al Sindaco
Buono è questa: è totalmente legittimo
chiedere o accettare un contributo da un
professionista che ha prestato o presta la propria
opera presso l’Ente Pubblico in questione?
Possibile che in questo paese vengano spesi tanti
soldi, spesso destinati ad essere improduttivi, e ci
si dimentichi di quelle che sono le vere angosce che
ora e nei prossimi anni preoccuperanno non poco le
nostre famiglie? E colgo l’occasione qui per
denunciare la totale assenza di attenzione, in
perfetta linea con le politiche adottate a livello
regionale, rispetto a quei servizi essenziali e che
riguardano le persone più disagiate, o quelle che
purtroppo a breve lo saranno. Gli anziani a
Miglionico vivono nel più totale abbandono. L’unica
forma di assistenza, di welfare nel nostro paese
così come nella regione Basilicata è la famiglia!
Ecco perché non vediamo la fila all’ingresso della
Croce Rossa, caro Consigliere Dalessandro, altro che
le chiacchiere da campagna elettorale! Il problema
dei prossimi decenni da noi sarà proprio lo sfacelo
del sistema che orgogliosamente, dignitosamente e
con totale umiltà portano avanti le famiglie, mentre
qui si corre spesso dietro a cani e gatti e a feste
e festicciole.
Al
Sindaco Buono vorrei, in conclusione, rivolgere una
considerazione: Lei, caro Sindaco, si è
presentato agli occhi dei cittadini come una persona
pulita, seria e responsabile e soprattutto nuova,
quindi distante da suoi predecessori (dello stesso
colore politico, si intende). E i cittadini lo
hanno capito e l’hanno votata. Ma non sono tanto
sicuro che a Miglionico la parte politica che
amministra il Comune abbia seriamente rinnovato gli
uomini che nel passato hanno commesso gravi errori
come quello che ampiamente ho descritto in questo
mio comunicato. Perché se analizziamo bene le cose,
sono tutti ancora li. Chi a ricoprire una carica
ancora più prestigiosa e chi a mantenere salda la
piccola seggiola conquistata negli anni. Posso
concludere dicendo che purtroppo per Lei, i
cittadini hanno capito anche questo. E posso
aggiungere che Lei, persona rispettabile ed onesta
secondo il mio strettissimo parere personale, niente
ha fatto o fa per prenderne le dovute distanze;
distinguo che farò io comunicando il caso e gli atti
in mio possesso alla Corte dei Conti di Basilicata.
Niente di personale è solo una questione di dignità
e rispetto.
Le
auguro, come sempre, un buon Lavoro.
Miglionico, 18 marzo 2013
Il Consigliere Comunale
Nicola Aspriello |