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GABRIELE SCARCIA |
LA CHIESA MADRE DI MIGLIONICO |
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MIGLIONICO - Una volta decretatane l’importanza di contenitore orgoglioso di tesori artistici ed accertatone il rilievo architettonico delle sue mura, non può, la Collegiata di Miglionico, versare a tutt’oggi in vergognoso stato di cantiere! I lavori di recupero funzionale, di consolidamento e di reintegro architettonico, sono partiti più di quarant’anni fa e varcandone oggi il portale istoriato trecentesco, ci accorgiamo delle tinteggiature rimaste incomplete, dell’impianto di illuminazione con i fili elettrici che corrono in canalette di plastica che si arrampicano a tutte le altezze, degli orrendi fari alogeni che creano zone di luce intensa e altrettante di ombra, delle nicchie vacanti che aspettano di accogliere statue in deposito permanente presso la sovrintendenza, poiché mai restaurate. Nonostante gli sforzi dei due parroci avvicendatisi in tale arco temporale, di mascherare i rattoppi di cemento, le cadute di intonaco, i vuoti delle edicole, l’aspetto della chiesa rimane sempre decadente. Bisognerà prima o poi considerare che in una cappella laterale della basilica è custodito, protetto da una vetrata blindata, il famoso Polittico di Cima da Conegliano, che è sicuramente l’opera più colta dell’intera regione Basilicata. Come pure andrà stimata la data ricalcata sui nuovi intonaci che vuole l’attuale Insigne Collegiata Santa Maria Maggiore, “Basilica Pontificia Romana” nel 1051, mentre un’altra iscrizione, facendo da eco alla prima, rimanda addirittura al terzo secolo dell’era cristiana la costruzione del tempio, in tempi di proibizionismo! Senza parlare del maestoso campanile trecentesco, degli arredi interni, della pregiata statuaria, della maestosa tela dell’Assunzione della Vergine alla quale è dedicata la chiesa, delle sepolture vescovili, delle lapidi cinquecentesche, dei sotterranei, di una tela di Palma il Giovane, delle pregevoli argenterie, delle paramenterie e così via. Non si può far altro che augurarsi il serio ripensamento dell’intera struttura, sia da parte delle sovrintendenze preposte, sia da parte delle forze culturali, civili e amministrative, che comunemente sospingano un progetto di recupero totale e definitivo, di una struttura che necessita ancora di un impianto di riscaldamento idoneo, di una nuova verifica strutturale, per via di certe lesioni interne ed esterne alla fabbrica e di una riqualificazione generale degli interni. |
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Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9 - 75100 Matera - Tel. 0835 310375 |