.

Home Page

 

 Vai a index Stampa locale e nazionale

 

Stampa questa pagina

 

 

Giacomo Amati

 

GIACOMO AMATI

 

MIGLIONICO | Uno scenario apocalittico nell’agro comunale colpito dagli incendi
Resta solo la cenere
Devastati venti ettari di bosco a «Cugno del Prete»

La Gazzetta del Mezzogiorno
25 Agosto 2007

Torna a Stampa locale e nazionale

Miglionico, conttrata Cugno del Prete (Foto: La Gazzetta del Mezzogiorno)Miglionico. Un’impressionante distesa di cenere, quasi uno spettrale paesaggio lunare. Ecco ciò che rimane dei circa venti ettari di bosco devastato dall’incendio divampato, nei giorni scorsi, in contrada “Cugno del Prete”, in agro miglionichese. «Sono state distrutte centinaia e centinaia di piante - spiega Antonio Pierro, ispettore del Corpo forestale di Matera -. Si tratta di alberi di pini d’aleppo, cipressi ed eucalipti. Il rogo, domato dopo  circa venti ore di lavoro da parte dei vigili del fuoco di Matera, coadiuvati dalle squadre della Protezione civile e da numerosi volontari, non ha risparmiato neppure alcune distese di macchia mediterranea».
Le fiamme hanno bruciato anche alcuni alberi d’oliva presenti nei terreni di proprietà di contadini, adiacenti alla riserva protetta, un prezioso “polmone di verde”, creato negli Anni Sessanta, a cura del Consorzio di bonifica, al fine di rimboschire un terreno demaniale incolto ed argilloso, originariamente destinato soltanto ad uso pascolo. E così, in poche ore, un piccolo “paradiso terrestre” si è trasformato in una distesa di bruciato. Ma il bilancio dei danni subiti nei venti ettari dell’area protetta andata in fumo, va oltre la distruzione delle piante: è stato duramente colpito anche l’ecosistema della zona, cioè l’insieme degli organismi animali e vegetali, presenti nell’ambiente fisico, e indissolubilmente correlati tra loro. Il bilancio delle perdite, allora, è anche di natura paesaggistico, naturalistico e faunistico. «La selvaggina che vive in quell'area, spiega Nino Comanda
, capo diga di San Giuliano ed esperto dei fenomeni ecologici della locale oasi faunistica, distante poche centinaia di metri, in linea d’aria, dal luogo dell’incendio, è costituita per lo più da lepri, volpi, ricci, testuggini, rettili e da numerosi volatili che difficilmente, purtroppo, sono riusciti a mettersi in salvo».
Cosa è possibile fare in concreto nella zona per rendere più funzionale il piano antincendio? «All’interno di tutta la zona boschiva - puntualizza Comanda - converrebbe creare dei vialoni, predisponendo piccole aree ben delimitate tra loro, per impedire che le fiamme, in caso di incendio, possano propagarsi più facilmente su tutta la superficie del bosco». C'è anche chi propone di aumentare la retribuzione mensile degli operai forestali, ma solo se non scoppiano incendi. : in pratica, per ogni mese che trascorre senza roghi, bisognerebbe corrispondere loro un’indennità aggiuntiva, quasi un “pre - mio di produzione”, con l’auspicio che aumenterebbe la loro cura antincendio e l’attenzione a guardia dei boschi.
Nella giornata di ieri intanto sono stati una dozzina gli interventi compiuti da squadre dei vigili del Fuoco e del Corpo forestale della provincia per domare incendi che hanno interessato aree boscate e sterpaglie, in particolare nel Metapontino, nei territori di Bernalda, nella frazione di Metaponto, a ridosso della linea ferroviaria, a Policoro e a Policoro, e sulla collina materana, in località Murgecchia, nel Parco delle chiese rupestri, e a Miglionico, in località Fontana di Noce.

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375