Non
è Anna Maria Manzara, 42 anni, residente a Miglionico, la convivente di
Domenico Di Mita, 56, di Santeramo in Colle, nè la assegnataria della casa
popolare al borgo Picciano A che era stata trasformata in una villa
completa di piscina, maneggio e scuderia, riciclando - secondo le accuse -
i soldi delle truffe ad imprese. Per un involontario scambio di nomi nell’ar
ticolo pubblicato ieri non è stata indicata la vera protagonista della
vicenda, P.V.M., 41 anni, della quale non è stata precisata meglio
l’identità, coinvolta nell’inchiesta «Tabula Rasa». Si tratta della donna
che per quella villetta, realizzata con opere abusive e con l’occupazione
di suoli demaniali, secondo i carabinieri, pagava all’Ater un canone di
fitto di 16,34 al mese, essendosi dichiarata nullatenente, a fronte di un
valore reale di un milionedi euro, e che era riuscita ad ottenere
l’ammissione al reddito minimo d’inserimento.
[em.ol.] |