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MICHELANGELO FERRARA

Allarme a San Giuliano per la presenza in superficie di migliaia di "carassi". Indagine di Asl e Arpab
Alla diga pesci rossi in agonia
L'avvelenamento o solo una fase riproduttiva le ipotesi più probabili

Il Quotidiano della Basilicata
21 Febbraio  2007

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E' allarme sulle sponde della Diga di san Giuliano, dove sono stati trovati migliaia di pesci rossi dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato in agro di Miglionico. Si tratta per l'esattezza di carassi che boccheggiavano in superficie per motivi che sono al momento in fase di accertamento da parte delle unità investigative dell'Arpab.
Un'insenatura della diga ha fatto scoprire agli uomini della forestale l'insolito tappeto di pesci boccheggianti in un'acqua più torbida che mai che è consuetudine per animali che normalmente ristagnano in acque poco limpide.
La segnalazione fatta da alcuni cittadini ha fatto scattare l'allarme e sono partite le indagini per monitorare lo strano fenomeno che da oltre una settimana vede coinvolti le migliaia di pesci di acqua dolce che all'apparenza sembrerebbero in una fase riproduttiva. E' questo il grosso dubbio che le verifiche dovranno sciogliere se cioè i pesci sono solo in una fase riproduttiva oppure sono stati colpiti da concimi o altro materiale che è arrivato nelle acque della diga.
Dell'accaduto sono stati informati i tecnici dell'Arpab (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente opera per la prevenzione, la riduzione e l'eliminazione dell'inquinamento ambientale) e il servizio sanitario dell'Asl4 che hanno affiancato gli uomini della forestale negli accertamenti necessari.
Analisi chimico-fisico dell'acqua sono in corso per individuare le cause della concentrazione di tanti pesci. L'aspetto biologico dei pesci tra le possibili cause del fenomeno.
La parte della diga interessata è sotto una continua osservazione da parte del personale della forestale, per monitorare ogni mutamento delle situazioni.
I tecnici dell'Arpab e del servizio veterinario, hanno provveduto, quindi, ad effettuare i rilievi che serviranno per le analisi idrobiologiche e chimiche.
Restano ancora da accertare, quindi, i motivi che hanno determinato il fenomeno, anche se possono già essere avanzate delle ipotesi.
Oltre all'avvelenamento da sostanze inquinanti, possono essere prese in considerazione, infatti, cause come la presenza di virus o batteri, la carenza di ossigeno e le anomale condizioni climatiche che fanno impazzire ogni previsione.
Al momento si esclude l'ipotesi che il fenomeno sia causato da scarichi abusivi perché nella area non sono state ritrovate tracce che vanno in questa direzione.

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375