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STEFANO DA PUTIGNANO

San Giuseppe di Stefano da Putignano - Scultura del CinquecentoStefano da Putignano (1491/1538) è uno scultore italiano attivo tra il XVII e il XVIII secolo e molto apprezzato dai suoi contemporanei.
L’artista, pugliese,originario della Terra di Putignano, operò in Puglia ed in Basilicata, prevalentemente nella prima metà del XVI secolo, lasciando testimonianze scultoree in pietra locale e di grande pregio, soprattutto presepi, nella sua città d’origine ed in altri importanti centri della Puglia .
Una delle sue opere più conosciute è il Presepio situato nella Chiesa Madre a Polignano a Mare. Da quest'opera, nonostante abbia delle parti mancanti e abbia subito un certo degrado nei colori, traspare comunque il genio dell'artista. Un altro presepe è presente a Grottaglie nella Chiesa del Carmine.
Nella chiesa Matrice di Mola di Bari, intitolata a San Nicola, si trova la statua di San Michele in pietra dipinta, opera di Stefano da Putignano. Nella chiesa madre di Turi "Santa Maria Assunta" ci sono la Madonna di Terra Rossa , i Santi Medici e il complesso scultoreo della trinità opera dello stesso Stefano da Putignano. (http://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_da_Putignano).

Una statua di Stefano da Putignano è presente nella Chiesa Madre Santa Maria Maggiore di Miglionico una statua erratica, S. Giuseppe.
"Conservato nella Basilica di Miglionico, proveniente dal Convento francescano e ancor prima dalla Chiesa del rione Torchiano, assegnabile al terzo decennio del XVI° secolo, quando l’artista può certamente contare su la sostanziosa schiera di aiuti della sua  bottega, questa figura, pur denunciando incertezze sulle proporzioni dell’insieme, esce, per la sua espressività, dai rigidi condizionamenti delle scuole locali, divenendo, da pezzo canonico della millenaria tradizione evangelica, mero compiacimento estetico della povertà e celebrazione della santità in chiave umanizzata.
Nel modello rimasto in Miglionico, da poco restaurato, dopo che le ridipinture sovrammesse avevano ispessito e resi illeggibili i contorni e i tratti più significativi del corpo cancellando ogni accenno delle cromie originarie, con un piede monco saltato con la sottile base, il panneggio è trattato morbidamente nel pesante mantello che attraversa in diagonale la figura, come pure nello spartano abito sottostante.
La Madonna della Salute di Stefano da Putignano (S. Domenico - Matera)La grazia della posa, affidata sostanzialmente alla torsione del capo e al suo deragliamento dall’arrestante parallelismo con il ginocchio alzato e piegato...concede all’espressione un dialogo più umanizzato e con lo spettatore e nell’ambito della sceneggiatura dell’intera scena. Il lieve incrocio degli avambracci e delle nocchiute e ruvide mani, con la sinistra accavallata sulla destra, crea un impianto compositivo che rifugge da rigidezze e ieraticità figurative sin troppo notorie alle botteghe pugliesi e lucane della pietra lavorata nella prima metà del ‘500.
La bonarietà espressiva, indice di una arguta lavorazione della non facile pietra tufacea, palesa una finezza plastica esecutiva che indugia a lungo nei particolari: dalle rughe del viso alle vene ingrossate, dalla morbida barba al naso affilato, dall’ossatura del volto ai capelli arruffati, dai calzari con tanto di fibbia e tomaia lavorati ai bottoni dell’aspro robone; veri brani di scultura questi, miscelati con una stringente componente realistica.
E alcune considerazioni nascono proprio dalle singole parti: l’avere, per esempio, perforato in profondità le pieghe a cannule del mantello trattenuto da un braccio, ci fa intuire la collocazione della statua e della grotta ad una certa altezza, la stessa postura ci dice sulle posizioni del Bambino e della Madonna nella scena. (Gabriele Scarcia)".

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Nella Chiesa di Di S. Domenico (XIII sec.) di Matera sono presenti due statue di Stefano da Putignano: La Madonna della Salute e S. Pietro Martire da Verona, recentemente restaurata con dovizia da Elisa Basile.

                                                 RELAZIONE TECNICA DI RESTAURO

DATI DI RIFERIMENTO
UBICAZIONE: Matera, Chiesa San Domenico, IV altare a sinistra
OGGETTO E TECNICA: Scultura in pietra policroma
SOGGETTO:
San Pietro Martire
AUTORE: Stefano da Putignano
EPOCA: Sec. XVI
MISURE: cm h. 1.75 x l. 74 x p. 35
RESTAURATORE: Elisa Basile
DIRETTORE DEI LAVORI: Agata Altavilla
INIZIO LAVORI: Dicembre 2008
ULTIMAZIONE LAVORI: Marzo 2009

                
Vedi album fotografico delle fasi del restauro in San Domenico (Matera)

San Pietro Martire da Verona di Stefano da Putignano  (S. Domenico - Matera)Stato di conservazioneLa restauratrice Elisa Basile
La scultura, rimaneggiata più volte, presenta vari strati di colore e due strati di gesso di notevole consistenza, evidente soprattutto sulla veste del santo. Sull’incarnato del volto sono particolarmente evidenti microfratture, sollevamenti e cadute della pellicola pittorica. La base sagomata, è chiaramente posticcia, non in linea stilisticamente con la scultura; è ridipinta e ricoperta da un corposo strato di gesso. Metà palmo e le dita della mano destra del Santo, sono in legno, testimonianza di un rifacimento del secolo scorso.
Fasi di Restauro
I tre strati di ridipinture che ricoprivano gli incarnati e la veste del santo e i cinque strati sulle mani, sono stati rimossi a secco, con mezzo meccanico (bisturi), uno dopo l’altro, recuperando la policromia originale sottile, delicata, opaca, fredda nei toni, ma a contrasto con i toni caldi dei particolari; sul mantello del Santo, l’unica ridipintura applicata direttamente sul colore originale, è stata asportata con una miscela di solventi adeguati. Con la rimozione degli strati è stato recuperato il realismo dell’intaglio sul volto, sul bordo inferiore della veste la data di esecuzione dell’opera 1517 e l’oro zecchino quasi integro sul vangelo del Santo. La base posticcia è stata demolita con molta cautela a secco; è stato asportato il gesso superficiale, e poi, sono stati rimossi i pezzi di gesso più compatto che inglobavano la base originale leggera e arrotondata, liberandola totalmente. Con il recupero della base originale, è stata riportata alla luce la firma autografa dell’autore scolpita sul bordo: “STEPHANUS APULIAE POTENIANI ME CELAVIT”
Con piccoli ritocchi e leggere velature mediante pigmenti puri, si sono accordate le mancanze di colore ai toni della policromia originale.
Matera, 8 aprile 2009
                                                                                          Il Restauratore Conservatore Direttore
                                                                                                             Elisa Basile

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(Vedi l'album fotografico realizzato nella Chiesa di S. Pietro Apostolo di Putignano con immagini di alcune statue dell'autore)

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375