Home Page Ninnananna della Madre di Dio di Marie Noel

Dio mio, fragile, addormentato fra le mie braccia,
figlio mio, così caldo sul mio cuore in subbuglio,
stupìta, adoro fra le mie mani e cullo
il prodigio che mi hai donato, o Dio.

Dio mio, non avevo figlio,
vergine come sono, in questa povera condizione,
quale gioia in fiore da me poteva nascere?
Ma tu me l’hai donata, Onnipotente Dio.

Che cosa ti darò in cambio, perché sopra di me è scesa
la tua grazia? O Dio, sorrido sommessamente:
anch’io, umile e sprovveduta, 
avevo una grazia e te l’ho donata.

          Dio mio, non avevi bocca
per parlare alle genti perdute di quaggiù…  
la bocca di latte attratta dal mio petto,
figlio mio, io te l’ho donata.

Dio mio, non avevi mani
per sanare con le dita i loro corpi logori…
e mani, gemme chiuse, rose ancora timide,
figlio mio, io te le ho donate.

 Dio mio, non avevi carne
 per spezzare con essi il pane del convito…
 la carne tenera da me plasmata,
 figlio mio, io te l’ho donata.

 Dio mio, non avevi morte
 per salvare il mondo… O dolore!, laggiù,
 la tua morte d’uomo, tenebrosa e derelitta, una notte,
 piccino mio, io te l’ho donata.

 (traduzione Padre Basilio Gavazzeni)

Created da Antonio Labriola