E’ tempo di Natale. Nelle
case e nelle scuole si può riscontrare una giusta lievitazione poetica. E’
probabile che il cavallo di battaglia di innumerevoli recite sia ancora la Notte
Santa secondo Guido Gozzano. Per i ragazzi del mio oratorio ho cercato qualche
cosa di nuovo, un testo magari anche analogo e quello di Gozzano, e disteso,
avvincente e colmo di stupore. Sono ricorso alla poesia francese. Ho trovato, e
di meglio, sia per la grazia dell’invenzione sia per il contenuto che sfiora i
cieli della mistica. Si tratta di “Noёl des vieilles filles”: Natale delle
zitelle, un poemetto di Marie Noёl. Ringrazio il padre monfortano Ivo Libralato
che per me l’ha richiesto a una biblioteca francese e me l’ha recapitato più che
celermente. Marie Noёl è uno pseudonimo. Tutto sostanziato di miele mariano e,
perciò, natalizio, fu adottato da Marie Rouget (Auxerre 1883 - 1967), poetessa
che compose “poèmes d’inspiration populaire et chrétienne” come riferisce il
Larousse “grand format” dell’anno duemila. Davanti alla Noёl la pur
celebratissima Anne de Noailles ammetteva: “La poetessa non sono io, è Marie
Noёl”. Il grande abbé Brémond la preferiva a tutti i contemporanei. Un giorno il
generale Charles De Gaulle si rivolse a lei con queste parole: “Mademoiselle, je
salue en vous la poésie”. Gustave Thibon, il filosofo contadino al quale Simone
Weil affidò i suoi manoscritti, si misurò più volte con la Noёl sul problema
del male. In lingua originale il poemetto sul Natale delle zitelle è un
gioiello. Faccio dono ai lettori della mia traduzione che è letterale e non
vuole gareggiare “poeticamente” con l’originale, e non ne deforma la struttura e
i contenuti, ed è presentabile. Un paio di osservazioni per la degustazione di
un poemetto tanto delizioso:
1) le zitelle del titolo,
tre zitelle nella stessa autopresentazione, divengono semplicemente tre ragazze
nelle delicate parole della Madre di Cristo, e assurgono a Vergini Madri
nell’ultimo verso misticamente esaltato;
2) le tre zitelle soprattutto nella
parte finale alternano ora “ noi ” ora “ io ”, ora “nostro” ora “mio”, ora la
condizione comune ora la personale singolarità, corrispondendo a una
oscillazione psicologica profondamente vera. Buon Natale, da un “curé de
campagne”.
Padre
Basilio Gavazzeni |