MIGLIONICO. Supporto
psicologico a distanza. E’ quanto il comune ha
istituito da qualche giorno per offrire un sostegno a
quanti restano chiusi in casa per contrastare il rischio di
contagio da coronavirus.
La 27enne psicologa miglionichese, Michela Riccardi,
mette gratuitamente la propria professionalità al servizio della
collettività.
“Quando
l’amministrazione mi ha proposto di tenere uno sportello di
ascolto
– esordisce Riccardi, sono stata felice nell’accettare. In
questi momenti difficili le persone possono reagire in modi
diversi. La quarantena ci mette inevitabilmente a
contatto con le nostre paure, le nostre emozioni, quelle che
spesso, riusciamo a coprire con la vita frenetica che
conduciamo”. Un servizio di consulenza individuale e
telefonica gratuito, finalizzato a creare benessere psicologico
per affrontare al meglio le problematiche connesse all’emergenza
sanitaria. “Il sentire più comune – aggiunge Riccardi,
è quello dell’ansia. Un’ansia che viene demonizzata, ma che
in giuste dosi è funzionale ad indirizzare il nostro
comportamento e ad evitare i pericoli. Un’ansia che può assumere
un’accezione patologica, nella misura in cui la persona non si
adegua in modo realistico alle situazioni impreviste e
sperimenta la sensazione di perdita di controllo sulle proprie
emozioni e sentimenti di impotenza. Nella situazione che stiamo
vivendo, le continue notizie che ascoltiamo, comprese anche le
fake news, possono favorire lo sviluppo di una sintomatologia
legata all’ansia o peggio ancora al panico. Quello che
sicuramente può risultare utile è incanalare la ricerca delle
informazioni in un solo momento della giornata, al massimo
due”. “All’ansia e al panico – incalza la
dott.ssa Riccardi, si aggiungono una serie di altre emozioni
vissute da chi è in prima linea a combattere questa pandemia.
Quelli che tutti chiamano eroi, ma che invece sono esseri umani.
Le parole sono importanti. Il considerarli eroi ci porta
inevitabilmente ad aspettarci che possano, in qualche modo,
risolvere tutto, che siano sempre lì per noi. Sono esseri umani
coraggiosi, ma pur sempre esseri umani! Hanno una famiglia,
preoccupazioni, fragilità, ansie, paure. Provano stanchezza e
rabbia. Possono ammalarsi. Possono morire. Si portano dietro il
peso di quello che vedono, il peso delle preoccupazioni delle
persone che amano, il peso della responsabilità. Si portano
dietro anche la paura di infettare e il peso che deriva da
quegli sguardi che li vedono come probabili infetti. Non è
possibile affidare a loro ogni responsabilità. Ognuno di noi può
e deve dare il proprio contributo fattivo per vincere questa
grave emergenza mondiale, adottando comportamenti consoni e
senza farsi sopraffare da sentimenti d’ansia e d’angoscia”. |