MIGLIONICO.
Grazie al CRAS, cinque uccelli hanno ripreso
il volo. E’ stata una domenica mattina
soleggiata, quella in cui 5 rapaci, curati e
riabilitati dal Cras (Centro Recupero
Animali Selvatici) di Matera sono ritornati
a spiccare il volo nella cittadina del
Malconsiglio. A svolazzare nel cielo
miglionichese, quattro falchi grillai e un
falco pecchiaiolo hanno riconquistato il
cielo, dalla Torre di Fino che guarda a
Matera e al Lago di San Giuliano in un
panorama che include in lontananza anche il
mare. “I cinque rapaci – ha spiegato Matteo
Visceglia, responsabile del Cras materano,
erano arrivati al centro in condizioni non
certo ottimali. Alcuni avevano evidenti
ferite mentre altri erano stati allevati in
cattività per cui non avevano cognizione del
vivere liberi. Dopo le nostre cure sia
veterinarie che riabilitative al volo, oggi
tornano nella natura con immissione nel
territorio di Miglionico. Un territorio,
quello miglionichese, che avrebbe tutte le
caratteristiche per la nidificazione dei
falchi grillai ma che a differenza del
circondario, Matera, Montescaglioso,
Pomarico, non vede alcuna colonia della
predetta specie. Un caso da studiare e da
analizzare visto che per un falco, la
distanza che separa questi centri è davvero
irrisoria”. I falchi hanno ripreso a volare
attaccati da diverse taccole, i grossi corvi
neri abitanti del Castello, che forse non
hanno gradito particolarmente nel loro
habitat i nuovi ospiti. La
liberazione
del falco pecchiaolo ha movimentato la
piazzetta di Torre di Fino, con il
volteggiare dello stesso più volte sopra uno
stuolo di
fotografi del Fotoclub materano presieduto
da Pietro l’Annunziata, giunti a Miglionico
per una stage di fotografia nella natura e
paesaggio del centro miglionichese. “Un
falco pecchiaiolo, detto dialettalmente
adorno - ha spiegato sempre Visceglia ai
presenti alla liberazione, che si ciba di
insetti e piccoli rettili e a cui piacciono
particolarmente le api ed il miele e da cui
deriva il nome, appunto pecchiaiolo.
Raggiunge un’apertura alare di 130 cm ed è
un uccello soggetto a lunghe migrazioni.
Infatti trascorre l'inverno a sud del Sahara
e giunge in Italia ed in diverse parti
d’Europa a primavera per nidificare passando
dalla Sicilia e dallo Stretto di Messina,
dove
molti bracconieri attentano alla sua
sopravvivenza. Laborioso il lavoro del Corpo
Forestale dello Stato che ogni primavera
predispone un apposito servizio
antibracconaggio, denominato "Operazione
Adorno", che vede impegnato il reparto
speciale NOA (nucleo operativo
anti-bracconaggio) per evitare questa
barbarie.” Antonio Centonze |