MIGLIONICO.
Pane nostro a Betlemme. Da lunedì,
tre fornai di Miglionico ed una panettiera
di San Costantino Albanese sono atterrati
in Terra Santa, per un progetto denominato
“Pane Nostro”. Una vera e propria missione
di pace, fortemente voluta da Rosita Stella
Brienza e dall’associazione ALT (Apulo
Lucani Talenti & Turismo) di cui la Brienza
è presidente. Un progetto, quello del Pane
nostro, ispirato dagli scritti delle
scrittore serbo-croato Predrag Matvejevic
che su questo alimento essenziale nella vita
del mondo sta allineando da tempo la sua
vita. “Pane è pace, e quando i forni
funzionano significa che tutti stanno bene”
è una delle sue frasi storiche che questo
gruppo di lucani ha preso alla lettera per
provare a far funzionare al meglio i forni
della Palestina. Carlo Antonio Guidotti
del Panfornaio ed i cugini Antonio
Centonze del Bontà del Mulino e
Antonio Centonze del Forno
Vecchio, attivo a Miglionico dal 1969,
con
Nunzia Larocca
sono a Betlemme presso l’antico forno dei
Salesiani per aiutare a formare i fornai di
Betlemme e con la loro arte della
panificazione far mangiare per
una
settimana, pane dal sapore lucano, al popolo
di Betlemme. Un
vero e proprio gemellaggio con il forno del
Convento dei Padri Salesiani diretto da
Don Mario
Murru,
che ogni giorno sforna pane a
Betlemme sin dalle prime luci del mattino. “Lacrime
di gioia sono quelle che hanno riempito
gli occhi dei quattro fornai lucani nel
momento dell’abbraccio con i colleghi di
Betlemme”– specifica la Brienza. Alla
spedizione di pace, folta è la delegazione
dell’amministrazione miglionichese che oltre
ai 3 citati fornai ha portato a Betlemme il
Sindaco, Angelo Buono con gli assessori
Michelangelo Piccinni e Mariangela Bertugno
oltre alla consigliera Antonella Rondinone.
“E’ un’esperienza indimenticabile. Vedere
la gratitudine negli occhi della gente e la
commozione dei miei compaesani, che
ringrazio per aver aderito a questa
significativa esperienza di vita, è un
qualcosa che commuove e ti lascia il segno”
– precisa Buono sentito telefonicamente .
Giornate intense di lavoro quelle trascorse
a Betlemme in attesa del rientro previsto
per domani. Soleyman Hejazin, per 66
anni al lavoro nel forno di Betlemme ha
passato le consegne a Henry Salama ora capo
del forno più importante del mondo, quello
di Betlemme, che in ebraico significa “città
del pane”. E sotto la guida dei 4
panificatori lucani, una decina di
panificatori di Betlemme hanno potuto
apprezzare e mettere in
pratica gli insegnamenti per un uso ottimale
del lievito madre con la
semola
di grano dura portata in dono dalla terra di
Lucania.
L’obiettivo è stato quello di
insegnare a fare il pane, focacce, biscotti
ed altre bontà tipiche lucane, ai giovani
palestinesi, per consentire loro la
preparazione di un alimento semplice ma
nutritivo che permetta di sfamare i tanti
bambini degli orfanotrofi e i tanti poveri
che non hanno cibo a sufficienza. Sono stati
giorni diversi e speciali anche per i 160
allievi della scuola tecnica salesiana
provenienti oltre che da Betlemme anche da
Hebron e dintorni. Alle 11 del mattino hanno
potuto gustare la focaccia tipica lucana
offerta dai panificatori di pace.
“Lavorare per il forno di
Betlemme –
hanno affermato all’unisono i
quattro - non ha prezzo! Questa per noi
rimarrà un’esperienza davvero unica.”
Una mescolanza delle culture
del pane, con la cultura italiana e lucana
che si è fusa con quella palestinese. E
a sancire l’unione fra i popoli ci ha
pensato il pane. Il
“Gemellaggio
del Pane - simbolo della
Pace”,
tra
i forni lucani
e la Città di Betlemme è
stato sottoscritto e sancito, nel pomeriggio
del 7 Marzo, alla presenza del sindaco di
Miglionico e del
sindaco di Betlemme, il
Patriarca di Gerusalemme e il Custode di
Terra Santa,
presso
la sala teatro dei Padri
Salesiani. Una mostra fotografica sul grano
duro della Lucania, promossa dal Gal
Bradanica presieduto da Leonardo Braico, ha
fatto da contorno all’iniziativa.
La missione, seguibile su
www.panenostro.info,
organizzata dal Comune di Miglionico in
collaborazione con l’associazione “ALT”e con
il patrocinio della Regione Basilicata e
sostenuta dal vice presidente del Parlamento
europeo, Gianni Pittella, annovera fra i
sostenitori e testimonial, anche Renzo
Arbore, il giornalista Tony Capuozzo, il
magistrato Mirella Delia, l’attore comico
pugliese, Uccio De Santis e lo scrittore ed
ideatore, Predrag Matvejevic. Antonio
Centonze
“PANE
NOSTRO”, da un’idea dello scrittore serbo
croato Predrag Matvejevic.
E’ Predrag
Matvejevic l’ideatore del progetto “Pane
Nostro”. Tutto il percorso parte dai suoi
scritti editi e inediti che Rosita Stella
Brienza ha recuperato e poi riorganizzato.
In particolare, Matvejevic ha trattato
ripetutamente il tema del pane dopo aver
svolto diversi reportage lungo le vie del
Mediterraneo e di cui se ne tirano le fila
in una recente intervista, riportata di
seguito, rilasciata dall’autore a Zagabria,
città in cui vive. “Io, che dal 1974 ho
vissuto da esilio in esilio e mi sento
cittadino italiano e croato, penso che la
testimonianza di Papa Francesco potrà essere
di grande aiuto e di grande speranza per
tutti. Mi ha colpito, e allo stesso tempo
commosso, l’epistolario tra il Papa ed
Eugenio Scalfari. Ecco, la strada è
tracciata perché il progetto “Pane Nostro”
segna anche un nuovo cammino per tutta
l’Europa a cui spetta superare i
particolarismi e le false identità evitando
l’isolazionismo totalitario. Sono convinto
che l’identità rappresenti un valore
positivo quando non sia una particolarità.
“Pane Nostro” è un progetto che
nasce nel forno di Betlemme, dove le tre
religioni monoteistiche si aprono a tutti,
per gemellarsi con i forni lucani e solcando
le vie del Mediterraneo giunge in Europa per
concludersi, poi, a Mostar, sul ponte
ricostruito dagli italiani, segnando di
fatto una speranza perché tutta l’Europa si
unisca negli Stati Uniti d’Europa, senza
differenze ideologiche e religiose per un
nuovo rinascimento dei popoli europei. Il
pane è al centro di un percorso fondamentale
per l’Europa perchè rappresenta il simbolo
di sacralità come anello di congiunzione tra
i popoli nel nome della pace”. ACe
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Lettera Originale…a Don Mario
Murru da parte di Marcello Pittella
(Presidente della Regione Basilicata)
invitato a Betlemme che declina (per motivi
istituzionali) l’invito a visitare la Terra
Santa.
“Reverendissimo Don Mario,
una serie di inderogabili impegni
istituzionali legati, da un lato, alla
composizione del nuovo governo italiano e,
dall’altro, alla messa a punto di azioni
urgenti per affrontare le emergenze presenti
sul territorio lucano, in specie sul fronte
del lavoro e della coesione sociale, mi
costringono, sia pure con grande dispiacere,
ad annullare la programmata visita di tre
giorni a Betlemme.
Mi riprometto pero’ di
rimediare quanto prima, se mai già nella
prossima estate, mettendo in calendario con
la mia famiglia un soggiorno piu’ lungo in
Terra Santa, sapendo di poter contare, sin
d’ora, sulla preziosa collaborazione della
giornalista materana Rosita Stella Brienza e
dei tanti lucani, a partire dai panificatori
di Miglionico, che con Voi hanno instaurato
rapporti di sincera amicizia. Una amicizia
che, ne sono certo, sarà tanto più solida e
duratura nel tempo perché fortemente
radicata nel cuore di quanti la vivono
grazie al dono della fede, prima ancora che
da un pur importante atto ufficiale di
“gemellaggio” qual e’ quella che sarà
sottoscritto nella giornata del 7 marzo
prossimo a Betlemme, in occasione del quale,
nella mia veste di Presidente della Regione,
avrei voluto offrire il mio personale
contributo.
E’ motivo di orgoglio, per noi lucani,
sapere che quattro panificatori della
Basilicata (tre uomini e una donna, quasi
tutti provenienti da Miglionico), potranno
per un giorno lavorare gomito a gomito con i
loro colleghi di Betlemme, all’interno di
quel Forno Salesiano che dalla fine del 1800
rappresenta, nel mondo, uno degli esempi più
luminosi di solidarieta’ nei confronti dei
poveri, frutto dell’insegnamento e
dell’opera caritatevole di San Giovanni
Bosco.
Nel nostro piccolo, sulla scorta delle
parole di Papa Francesco, vogliamo
contribuire a lanciare un messaggio di pace
e di fratellanza, utilizzando il valore
simbolico del Forno e della distribuzione
gratuita di pane e pizza italiana. Quel pane
e quella pizza italiana che i panificatori
lucani offriranno gratuitamente ai venti
insegnanti e ai 160 allievi della Scuola
Salesiana, insieme con le specialità di
Betlemme preparate anche dai discepoli di
Soleyman Hejazin, al quale, Reverendissimo
Don Mario, La prego di porgere il mio più
vivo apprezzamento per quanto egli ha fatto
in 66 anni di lavoro all’interno del Forno
di Betlemme, ma soprattutto per la grande
lezione di vita e per l’esemplare sacrificio
che egli ha offerto nelle sei settimane di
coprifuoco in cui fece la scelta di non
tornare a casa, pur di non far mancare il
suo prezioso contributo alla popolazione
sotto assedio.
Non Le nascondo che da giorni mi ero
intimamente preparato a vivere quella che
sicuramente e’ una esperienza unica nella
vita. Vale a dire: visitare la Grotta della
Natività e con essa la Basilica, le grotte
di San Girolamo, di San Giuseppe e dei Santi
Innocenti, oltre che il Campo dei Pastori a
Bet Sahour.
Sara’ per la prossima volta.
Nel frattempo, oltre a rinnovarLe il mio
sentito ringraziamento per quanto i
Salesiani fanno quotidianamente, in nome
della pace e della fratellanza tra i popoli
in una delle aree più difficili del pianeta,
La prego di porgere i saluti più cordiali
agli illustri ospiti che interverranno, con
il Sindaco di Miglionico e con il Sindaco
di Betlemme, alla cerimonia di
sottoscrizione dell’atto di gemellaggio. E
in particolare al Patriarca di Gerusalemme e
al Custode della Terra Santa.
A Lei e ai Suoi
confratelli della Casa Salesiana il mio
fraterno abbraccio”.
Marcello Pittella |