MIGLIONICO.
Viest cippòn cà pàr baròn.
Vesti un pezzo di legno insignificante e questi ti
apparirà come un barone (un qualcosa di fine).
Questo il titolo dell’ esilarante commedia
in vernacolo che sarà messa in scena domani sera
5 Agosto,
nella Corte del Castello, dal neonato Gruppo
teatrale miglionichese, “Lu Ciurniucchij”.
Il gruppo teatrale nasce per volontà di un gruppo
di amici che, uniti dalla stessa passione, hanno
scelto di sorridere alla vita con l’auspicio di
avvicinare più persone possibili a riappropriarsi di
un “pathos” sopito. “Cerchiamo di svegliare quel
pathos, attraverso una cruda rievocazione del
passato, di quello che un tempo eravamo, prima che
il travolgente avvento della tecnologia moderna, ci
imbavagliasse, riducendoci ad automi aridi, ibridi e
inespressivi” – precisa Domenico Perrone, uno
degli artefici della nascita della compagnia nonché
scenografo insieme a Mariolina Rondinone.
“Lu Ciurnuicchj è il “figlio voluto” di questa
presa di coscienza – aggiunge Perrone. La
comunicazione faccia a faccia, del guardarsi negli
occhi, è stata impietosamente sostituita dalla
schermata inanimata dei computer e si è miseramente
dissolta la magia di quando, seduti in cerchio ci si
raccontava e si notavano i segnali autentici del
corpo cogliendone le mutevoli espressioni del viso
e commuovendosi per la spontaneità di un gesto”. Il
nome dato alla compagnia è alquanto significativo.
“Lu Ciurnuicchij”, in dialetto miglionichese è il
setaccio; quell’attrezzo utilizzato in passato che,
meticolosamente agitato, serviva a separare le
impurità, eliminare lo sporco, dai prodotti
derivanti dell’agricoltura come il grano. E la
commedia minuziosamente elaborata da Angela
Centonze, porterà lo spettatore con le argute
riflessioni in essa
contenute e gli innumerevoli equivoci esilaranti, a
focalizzare la sua attenzione su quella che, ancora
oggi, rappresenta una delle figlie più indesiderate
dell’ignoranza:
il
pregiudizio. “Un
pregiudizio che annebbia le menti, condiziona le
vite, inquina le coscienze” -
aggiunge Antonella Rondinone che interpreta uno dei
due protagonisti principali, Nenetta Zumbafuoss,
moglie di Vitnicol Tartaglia interpretato da
Antonio Cinnella. Gli altri personaggi della
serata, presentata da Anna Maria Manzara con
voce narrante di Anna Maria Piccinni, saranno:
Minguccj ring tang “papanonn” -Antonio Centonze,
Mammà Pasquaros ring tang -Franco Piccinni,
Pasquaros -Giada Di Vincenzo, Minguccj -Mario
Ettorre, Michelin –Mattia Alessandrino,
Melina -Fabiana Ventura, Nuziatin -Nadia
Ventura, Narduccj -Antonio Munno, Don
Donato candamess - Donato Santorsola, Cumua
Titina petaleggj -Carmela Masi, P’ppnuccj -Alfonso
Dambrosio, Rusuarij a mestr’ -Martina Tubito,
Natale lu scuarpar –Vincenzo Guida,
Chechell -Ilenia Alessandrino, Felicett –Enza
Cinnella, Pasqual lu muluattier -Carlo
Centonze, Cicciell -Michele Magistro, Lu
Cuap’llar -Rocco Asprella, Caitan Lu
Putruliar –Domenico Pellegrino. “Una
speranzosa
rivendicazione di un passato saldo nei suoi nobili
valori, nelle sue inamovibili gerarchie, quella che
sarà messa in scena dalla compagnia, dove il perno
inossidabile era rappresentato dalla
famiglia
–
specifica Perrone. Quella in cui padre,
madre e figli, rappresentavano entità distinte, ma
estremamente funzionali nei propri ruoli. Quella in
cui, la madre non entrava in competizione con le
figlie ed il padre non attendeva con ansia
l’adolescenza dei figli per poterla rivivere, ma la
gestivano con autorità. Ed i figli? A loro
non restava che ubbidire, senza pretesa alcuna,
pietrificati dinanzi ad innumerevoli “no” che
comunque li facevano crescere e diventare uomini
veri, forti e sicuri.” Antonio Centonze |