MIGLIONICO.
La notizia è di quelle che non t’aspetti. Uno dei
dirigenti storici del Miglionico Calcio,
Michelangelo Piccinni, abbandona il calcio lucano,
quello definito da molti sano. Dopo decenni di vita
calcistica intensa, fatta di domeniche lontano dalla
famiglia, trascorse su campi fangosi, pietrosi,
ghiaiosi e qualcun in erba naturale o sintetica, a
sopportare freddo, neve e vento pungente giunge il
momento che crea turbamento. “E’ un addio, se
vogliamo anche doloroso, a questo mondo calcistico
lucano in cui non mi ci vedo e non mi ritrovo più –
esordisce Piccinni. E’ giunto il momento della vita
in cui è giusto riflettere e valutare con
razionalità se ne valga davvero la pena fare
innumerevoli sacrifici per il calcio. Forse è meglio
dedicarsi alla
famiglia, l’unica che ha
apprezzato, apprezza e apprezzerà i miei sacrifici!”
Dalle parole del dirigente, si carpisce una sottile
vena di rabbia mista ad amarezza.
Come
mai questo abbandono? Non mi dica che è stata la
retrocessione del Miglionico a farla disaffezionare
così tanto da rassegnare le dimissioni?
“La retrocessione dall’Eccellenza non ha influito
per niente. La nostra è una squadra povera di
risorse economiche ma con carattere, umiltà e
dignità da vendere. Partecipare all’Eccellenza o
alla Promozione, in rappresentanza di un
paesino di 2650 abitanti, per noi cambiava poco.
L’importante era vivere e lottare nello sport con
rispetto reciproco di avversari e addetti. Questo è
stato il motto
che abbiamo sempre portato su tutti i campi. E’ una
decisione sofferta, solo perché dovrò rinunciare
all’ambiente straordinario del gruppo, fatto da
gente sensibile e speciale, a partire dai ragazzi,
dal mister e da tutto lo staff dirigenziale oltre
che dal nostro webmaster del sito curato in ogni
particolare. Li ringrazio tutti”.
Saranno stati gli ultimi accadimenti extra sportivi,
multe varie da parte della Giustizia Sportiva, a
guidarla in questa scelta?
“Diciamo che hanno influito, facendomi rendere
conto che i sacrifici domenicali sopportati
personalmente e la sportività della nostra società
sono doti, o difetti per qualcuno, forse fuori moda.
Le sanzioni affibbiateci senza alcuna attenuante
con motivazioni addotte senza alcuna possibilità di
replica e di correzioni, mi hanno portato alla
convinzione che non ne vale davvero più la pena!
L’ultima elezione, a luglio, del
presidente e consiglio direttivo Figc con
liti fra addetti condite da interventi delle forze
dell’ordine e addirittura, ultimamente, una
denuncia alla procura federale da parte di un
componente del comitato regionale che dovrebbe
difendere e sostenere le società, sono state le
gocce che hanno fatto traboccare il vaso.
Non voglio
addentrarmi in ulteriori commenti, in quanto oramai
ho deciso che questo genere di “calcio” siffatto non
mi sta più bene.
Senza polemiche chiudo la porta.
Per me il calcio
lucano termina qui! Ringrazio tutti,
amici, avversari e addetti corretti, che ho avuto il
piacere di conoscere in tanti anni. Auguro loro di
poter ricevere migliori soddisfazioni rispetto a
quelle con cui si chiude la mia parentesi nel mondo
calcistico lucano. Porterò nel cuore e ovviamente
continuerò a “tenere” per la squadra del mio paese
che mi ha appassionato in questi anni.” Antonio
Centonze |