MIGLIONICO
- Al Malconsiglio una rievocazione di successo. Il
bis della rievocazione della Congiura, che ha reso
famoso il Castello di Miglionico, ha visto una
cospicua partecipazione, questa volta con più
organizzazione. L'anno scorso, almeno 5.000 persone
si riversarono fra le strade del borgo per assistere
ad una prima assoluta per Miglionico cogliendo
impreparate l'organizzazione e le attività
commerciali per l'alta partecipazione. Quest'anno,
il servizio messo in campo, sia dall'amministrazione
che dalle attività commerciali per migliorare
l'accoglienza, ha consentito un arrivo e un
movimento più agevole fra le vie del borgo, pur se
qualcosa è ancora da migliorare. Le attività di
ristorazione, hanno provveduto questa volta a
soddisfare le esigenze di palato dei tanti turisti e
appassionati che si sono riversati su Miglionico
approvvigionandosi per tempo di panini, focacce
epizze.L'Amministrazione comunale, con l'aiuto degli
operatori della protezione civile e di tanti
volontari ha predisposto il servizio d'ordine
garantendo un servizio bus-navetta just in time dai
parcheggi periferici al centro storico. Molti i
turisti giunti dalla costa jonica e dalle cittadine
del Materano e Potentino oltre che dalla vicina
Puglia. Una giornata quella del 14 Agosto che per
_00001_renamed_small.jpg) _00001_renamed_small.jpg) _00001_renamed_small.jpg) _00001_renamed_small.jpg) Miglionico sta diventando importante, dedicata al
suo Castello e alla Congiura. Una congiura che fece
guadagnare al Castello federiciano, l'appellativo
del “Malconsiglio” per l'epilogo funesto che dopo
tale congiura si ebbe. I baroni che alla congiura
parteciparono per cercare una ccordo, a loro favore,
contro Re Ferrante, furono alla fine trucidati. La
congiura si tenne a Miglionico nel settembre 1485,
come riportato dallo storico Camillo Porzio nella
sua celebre opera, La congiura dei Baroni del regno
di Napoli contra il re Ferdinando I. Il Re giunse a
Miglionico, ricevuto con gli onori che gli
competevano e fu magnanimo nel concedere quello che
i baroni chiedevano per continuare a
_00001_renamed_small.jpg) governare i
loro territori. Li esortò a convincere anche gli
assenti a sottoscrivere una “pace”, ma
successivamente lo stesso Re, contravvenendo i
patti, fece imprigionare e giustiziare i baroni più
esposti nella congiura. E dopo 527 anni, la Congiura
ha riportato Miglionico al 1485. Dopo la cerimonia
d'inaugurazione ufficiale tenutasi nella Corte del
maniero alla presenza del sindaco, Angelo Buono e
del consigliere regionale, Giuseppe Dalessandro con
i massimi esponenti regionali De Filippo e Folino,
si è dato il via alla speciale giornata medioevale.
Da piazza Castello a piazza Popolo è stato un
susseguirsi di eventi. Il volo dei falchi
dell'associazione Deartevenandi di Melfi ha
appassionato con uno spettacolo di falconeria nel
mentre “Tempora Medievalis”, un mercato storico con
accampamenti, spettacoli d'armi, duelli, tiro con
l'arco giochi ed arceria, riempiva ed animava le vie
di accesso a Castello. La collaborazione di tanti
soci della Pro loco, in costumi d'epoca ha invece
messo su un banchetto medioevale con i sapori della
cucina del Barone, particolarmente apprezzato anche
per le ciotole e bicchieri in argilla, rievocative
della Congiura, che si potevano portare a casa dopo
la degustazione. Appassionante la rappresentazione
dei Cavalieri Bianca Lancia andata in scena nel
vecchio campo sportivo di sant'Antuono. In serata,
dopo le prove d'armi e l'esibizione degli
sbandieratori “I Fieramosca” di Barletta, è partito
un Corteo Reale fra le vie del borgo composto da
circa duecento fra attori e figuranti. Antonio
Centonze
Cause, motivi e
“perché” della Congiura.
REGNO dei BORBONI.
In quegli anni, 1485-1486, la resistenza opposta
dai baroni alla fase di modernizzazione dello stato
borbonico nel Sud Italia voluta dagli Aragonesi a
Napoli era evidente. Il Re Ferdinando I di Napoli
detto Ferrante, mirava ad eliminare quel
potere feudale acquisito dai baronati sulle terre
del sud per fare del potere regio la sola leva di
vita del paese. In questo scenario, lo scontro con i
Baroni nasceva inevitabilmente attorno al grosso
problema di una riforma organica dello Stato, i cui
cardini si scontravano con la riduzione del
potere baronale, lo sviluppo della vita
economica e soprattutto la promozione a classe
dirigente di nuovi imprenditori e mercanti
napoletani. Strumento di questa politica del Re
Ferrante divenne la riforma fiscale che mirava ad
affidare nuovi compiti alle amministrazioni comunali
incoraggiandole a sottrarsi, per quanto possibile,
al peso feudale. Da documentazione e ricerche
storiche nell’allora Regno di Napoli, su 1550 centri
abitati, solo poco più di cento erano assegnati
direttamente al regio demanio, cioè alle dirette
dipendenze del Re e della Corte, mentre tutti gli
altri erano controllati dai Baroni. Il che
significava che il potere feudale nel suo complesso
era titolare delle risorse e delle finanze del Regno
e che la Corte Aragonese era nei fatti subalterna
all'organizzazione baronale. Diveniva quindi
naturale che il Re favorisse in ogni modo
l'estensione numerica delle città demaniali,
sottraendole al peso feudale ed incorporandole alla
propria diretta amministrazione. Ma l'impresa non
era di poco conto in quanto i baroni erano
organizzati in dinastie ramificate dallo Ionio al
Tirreno. Gli Orsini Del Balzo, ad esempio, si
vantavano di poter viaggiare da Taranto a Napoli
senza mai uscire dai loro possedimenti; i
Sanseverino, erano titolari di feudi sia in Calabria
che in Basilicata tra i quali anche Miglionico; i
Caracciolo, i Guevara, gli Acquaviva, i Senerchia
completavano questa ristretta elite al potere, che
di fatto accerchiava la capitale soffocando il
Regno. Ed in più il baronato aveva l’appoggio della
Chiesa. Baroni e Chiesa nei fatti si coalizzarono
contro il Re, ostacolando uno sviluppo diverso della
società meridionale. ACe
La congiura dei Baroni a Miglionico
MIGLIONICO, settembre 1485. Per volontà di
Girolamo Sanseverino, signore di Miglionico, la
congiura, cui convennero i Baroni delle Terre
del Mezzogiorno per incontrare e cercare degli
accordi dopo aver ordito contro il Re Ferrante I
d’Aragona del Regno di Napoli e suo figlio Alfonso
Duca di Calabria detto il Guercio, ebbe un
tragico epilogo. Di lì a qualche anno i Baroni
che vi presero parte furono tutti trucidati. Una
Congiura che ebbe il là grazie alle nozze di Melfi
tra il Conte Troiano Caracciolo e Ippolita
Sanseverino, occasione di ludibrio e di trame contro
il Re che ne venne in qualche modo a conoscenza. Una
congiura in cui, il consiglio preso, si rivelò
davvero sbagliato, appunto un “Malconsiglio”. Qui
dopo aver congiurato contro la casa reale Aragonese
per garantirsi il controllo dei propri feudi e la
continuità dei propri casati, i baroni tentarono un
accordo con lo stesso Re Ferrante per porre fine ad
anni di lotte funeste e spargimenti di sangue. Il
Re, dopo essere venuto conoscenza delle vere volontà
dei baroni, finse di accettare gli accordi.
L’epilogo è tristemente noto. ACe
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