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ANTONIO CENTONZE 
Il Quotidiano della Basilicata
10 Agosto 2012
Un grave incendio ha intaccato il polmone verde a due passi dalla Riserva
Pineta di Miglionico distrutta dalle fiamme

Miglionico. Ancora fiamme e fuoco intorno a Miglionico. Quest’estate gli incendi, sicuramente di natura dolosa, stanno portando l’area demaniale di Miglionico a diventare sempre più terra bruciata. Ancora una volta la cittadina si è svegliata con l’odore acre di un fumo denso a colorare o meglio ad oscurare la calda ma ventilata giornata estiva. Sin dalla prima mattinata dalla pineta che circonda il lago di San Giuliano e che guarda a Miglionico verso la Torre di Fino si sono intraviste le avvisaglie di un incendio. Fumo e fiamme anche dalla zona che guarda a Pomarico, vicino la galleria in zona Porsaro. Allertato il 115 pronto l’intervento delle squadre di vigili del fuoco giunti da Matera e Ferrandina. Il pendio della zona Lago, non facilmente raggiungibile dai mezzi di soccorso dei VVF, ha richiesto l’intervento di due canadair che grazie alla vicinanza del lago hanno iniziato ad operare per arginare quantomeno le fiamme. Due canadair e due elicotteri sul lago per cercare di spegnare e frenare il fronte dell’incendio che potrebbe avere avuto più di un focolaio a detta di qualche esperto, addetto al controllo, dalla zona alta di Miglionico. Le fiamme, spinte dal vento, sono diventate sempre più alte devastando ettari di macchia mediterranea, uliveti, alberi da frutto e il polmone verde che scivola da Miglionico verso il lago di San Giuliano. Un polmone verde impiantato dal Consorzio di Bonifica negli anni ‘60 a proteggere dalle frane le colline del territorio, quelle che si ergono verso quella più alta che porta a Miglionico. Gran parte della pineta che, oltre a rendere la visuale da Miglionico verdeggiante, dava vitto e alloggio alla fauna selvatica, è andata in fumo, lasciando dietro di se il “nero” della tristezza e desolazione.  Una tristezza per la distruzione di una pineta, alberi da frutto ed ulivi secolari, che lascia attoniti per come, esseri umani, sicuramente bacati nel cervello, riescano a compiere gesti di alta distruzione mettendo a rischio anche molte vite umane che si adoperano poi per spegnerli, al solo scopo di diversivo, forse, alle loro menti malate di distruzione fine  a se stessa. Oggi pensare che chi appicca un incendio lo faccia per ricavarne pascoli o per coltivare quelle terre è forse un’utopia viste le leggi e viste le scarse volontà di dedicarsi ad un settore, quello dell’agricoltura o della pastorizia, che non tira e forse neanche attira. Intanto Miglionico perde altri pezzi di verde e meno male che sono arrivati gli angeli dal cielo, altrimenti a quest’ora della pineta che porta da Miglionico al lago, forse non si sarebbe neanche più potuto parlare. Antonio Centonze.

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375