Miglionico.
Ancora fiamme e fuoco intorno a Miglionico.
Quest’estate gli incendi, sicuramente di natura
dolosa, stanno portando l’area demaniale di
Miglionico a diventare sempre più terra bruciata.
Ancora una volta la cittadina si è svegliata con
l’odore acre di un fumo denso a colorare o meglio ad
oscurare la calda ma ventilata giornata estiva. Sin
dalla prima mattinata dalla pineta che circonda il
lago di San Giuliano e che guarda a Miglionico verso
la Torre di Fino si sono intraviste le avvisaglie di
un incendio. Fumo e fiamme anche dalla zona che
guarda a Pomarico, vicino la galleria in zona
Porsaro. Allertato il 115 pronto l’intervento delle
squadre di vigili del fuoco giunti da Matera e
Ferrandina. Il pendio della zona Lago, non
facilmente raggiungibile dai mezzi di soccorso dei
VVF, ha richiesto l’intervento di due canadair che
grazie
alla vicinanza del lago hanno iniziato ad operare
per arginare quantomeno le fiamme. Due canadair e
due elicotteri sul lago per cercare di spegnare e
frenare il fronte dell’incendio che potrebbe avere
avuto più di un focolaio a detta di qualche esperto,
addetto al controllo, dalla zona alta di Miglionico.
Le fiamme, spinte dal vento, sono diventate sempre
più alte devastando ettari di macchia mediterranea,
uliveti, alberi da frutto e il polmone verde che
scivola da Miglionico verso il lago di San Giuliano.
Un polmone
verde impiantato dal Consorzio di Bonifica negli
anni ‘60 a proteggere dalle frane le colline del
territorio, quelle che si ergono verso quella più
alta che porta a Miglionico. Gran parte della pineta
che, oltre a rendere la visuale da Miglionico
verdeggiante, dava vitto e alloggio alla fauna
selvatica, è andata in fumo, lasciando dietro di se
il “nero” della tristezza e desolazione. Una
tristezza per la distruzione di una pineta, alberi
da frutto ed ulivi secolari, che lascia attoniti per
come, esseri umani, sicuramente bacati nel cervello,
riescano a compiere gesti di alta distruzione
mettendo a rischio anche molte vite umane che si
adoperano poi per spegnerli, al solo scopo di
diversivo, forse, alle loro menti malate di
distruzione fine a se stessa. Oggi pensare che chi
appicca un incendio lo faccia per ricavarne pascoli
o per coltivare quelle terre è forse un’utopia viste
le leggi e viste le scarse volontà di dedicarsi ad
un settore, quello dell’agricoltura o della
pastorizia, che non tira e forse neanche attira.
Intanto Miglionico perde altri pezzi di verde e meno
male che sono arrivati gli angeli dal cielo,
altrimenti a quest’ora della pineta che porta da
Miglionico al lago, forse non si sarebbe neanche più
potuto parlare.
Antonio Centonze. |