MIGLIONICO
- Serata particolare, quella di sabato scorso. Fra
le mura del Castello federiciano, più conosciuto
come Castello del Malconsiglio per via di una famosa
congiura dei Baroni che nel 1485 osavano ribellarsi
a re Ferrante, sfociata poi nel sangue, si è tenuta
una cena davvero singolare. Oltre al menù preparato
da una ditta di catering materana che ha provveduto
anche all'allestimento della corte con eleganti
tavoli e accessori, ai cento ospiti che vi hanno
preso parte, è stato servito un “delitto”.
Comodamente seduti ai loro tavoli, i commensali,
oltre a gustarsi la cena hanno potuto assistere ad
una rappresentazione teatrale davvero suggestiva. Al
loro ingresso a Castello, gli ospiti hanno potuto
rivivere
a cura della compagnia teatrale “Stiamo stretti” e
passeggiando fra le varie stanze del Castello
assorte a palcoscenico, una storia avvenuta nel 1512
e sfociata in un delitto. Una storia che raccontava
della baronessa Caterina, sorpresa dal barone suo
marito, fra le braccia dell'amante Vernagallo di cui
si era innamorata perdutamente. La spada del barone
pose fine al loro amore trafiggendo i loro cuori ma
non le loro anime che rimasero vaganti tra le mura
del Castello. Questo il preambolo che ha portato poi
gli ospiti a prendere posto ai tavoli di corte per
seguire la continuazione
della
rappresentazione teatrale, ben narrata dalla
cantastorie Nele, interpretata dalla miglionichese e
presidente dell'associazione Tiaso, Nancy Citro. Ci
si è spostati nel tempo a 300 anni dopo, al 1812, e
fra i tavoli e fra le balconate del Castello, è
andata in scena la nuova storia. Quella che narrava
del barone di Miglionico, don Mariano, interpretato
da Francesco Smaldone e della bellissima e
giovanissima moglie, donna Laura interpretata da
Tina Latorre. Il destino beffardo faceva rivivere
all'interno del maniero una nuova tresca. Il cuore
della baronessa incrociava quel-lo di uno straniero
arrivato a Castello, don Luca, interpretato da Marco
Bileddo nel mentre la sua bellezza affascinava altri
signorotti come don Ippolito, interpretato da Nicola
Zunino. Seguita come un'ombra dalla dama di
compagnia Caterina interpretata da Lucrezia Stella,
l'amore fra la baronessa e don Luca portava ad
un'inattesa gravidanza che turbava e rallegrava al
tempo stesso provocando un susseguirsi di azioni e
reazioni a catena. Fra i fantasmi degli amanti,
periti 300 anni prima, girovaganti fra i tavoli del
Castello ed interpretati da Vito Monacelli e
Brunella Gaudiano, l'intervento di una congrega di
incappucciati, denominata dei Beati Paoli,
rappresentava la giustizia. Una giustizia del
popolo, per ristabilire ordine e equilibrio nella
società. Una giustizia che irrompeva depistando con
indizi, assoluzioni e nuove motivazioni. Un giallo
concluso questa volta con l'assassinio di Donna
Laura, scaraventata giù dalla balconata centrale del
Castello, dopo un cercar di sfuggire alla spada del
barone fra le varie stanze del maniero. Niente è
come sembra! Chi è stato l'assassino e sulla base di
quali indizi? Qual è stato il movente? Queste le
domande cui i commensali, alla fine sono stati
invitati a dare risposta. Risposte che hanno acceso
dibattiti e supposizioni fin dopo lo scoccar della
mezzanotte quando l'assassino è stato individuato e
la cena è terminata. Un bel quadretto di storia,
servito mirabilmente ad animare l’antico maniero
miglionichese, con la maestria degli attori
protagonisti di una serata di grande valore
artistico e teatrale. Antonio Centonze |