
MIGLIONICO.
Incomunicabilità. E’
la parola chiave che
meglio descrive
l’impossibilità di
stabilire un minimo
rapporto di dialogo
politico tra i
consiglieri comunali
di minoranza,
Giuseppe Dalessandro
e Vito Rago di
“Esperienza e Futuro
per Miglionico” e il
sindaco Francesco
Comanda. Altro che
“affinità elettive”.
Nello specifico del
loro rapporto, in
ambito
amministrativo, è
un’espressione
troppo ingombrante:
tra di loro non c’è
alcun legame, ma
soltanto solitudine:
i primi due chiedono
spiegazioni sugli
atti amministrativi,
inviano
interrogazioni e
petizioni; da parte
sua, il sindaco non
risponde. Sembra di
assistere ad una
sorta di “dialogo
pirandelliano”, un
“dialogo
dell’assurdo”, una
specie di “dialogo
tra sordi”,
inconcludente,
inefficace ed
alienante. Che,
oltretutto, a parere
di Dalessandro, si
traduce in una sorta
di “negazione del
suo diritto di
svolgere il mandato
di consigliere
comunale”. Per
questa ragione, nei
giorni scorsi, al
fine di poter
assolvere al suo
ruolo, ha chiesto
l’intervento persino
del ministro
dell’Interno,
Luciana Lamorgese,
dopo aver invocato,
nei mesi scorsi,
l’aiuto del prefetto
di Matera e quello
del difensore civico
della Basilicata,
Giuditta Lamorte. Ma
Dalessandro non si è
fermato qui: un
esposto, a riguardo,
l’ha inviato anche
all’Ufficio della
Procura della
Repubblica di
Matera. Nel
documento, in
particolare, i due
consiglieri comunali
di opposizione
spiegano al Ministro
la situazione
venutasi a creare in
seno al Consiglio
comunale di
Miglionico, ove il
gruppo di
maggioranza “ignora
ogni mozione,
proposta ed
interpellanza che
provenga dai
consiglieri comunali
delle opposizioni,
arrogandosi il
diritto di governare
senza dover rendere
conto di niente”. Ne
deriva una
situazione di
assoluta
incomunicabilità
che, di fatto,
aggiunge
Dalessandro,
“impedisce alle
minoranze di
assolvere alla
propria funzione:
quella di
contribuire ad
esprimere le loro
proposte volte a
risolvere i problemi
amministrativi della
comunità
miglionichese”. Una
situazione che
denota l’assoluta
mancanza di dialogo
politico tra parti
contrapposte. Un
“muro contro muro”
che certamente non
giova a nessuno.
“Alla data odierna –
precisa Dalessandro
– giacciono inevase
ben 49
interrogazioni a
risposta scritta.
L’unica
giustificazione
addotta dal sindaco,
per il mancato
riscontro alle
interpellanze, è
stata ricondotta
alla carenza di
personale ed alla
complessità degli
argomenti trattati
nelle medesime”.
Motivazioni
giudicate
“strumentali”. |