MIGLIONICO.
Dieci volatili appartenenti alla famiglia dei rapaci
saranno immessi nel loro habitat e restituiti alla
natura. La bella iniziativa, a cura del Cras (Centro
recupero animali selvatici), con sede presso l’oasi
protetta di San Giuliano, diretta da Matteo
Visceglia, è in programma alle 18,30, di
mercoledì 22 agosto, presso il Belvedere di “Torre
di Fino”, nel rione Torchiano. All’azione di
recupero e di guarigione dei dieci rapaci feriti (2
nibbi bruni, 1 nibbio reale, 2 falchi grillai, 4
assioli e 1 civetta) hanno collaborato la locale
sezione della Pro Loco e l’associazione di Matera
della Lipu (Lega italiana protezione uccelli). “I
dieci esemplari dei rapaci sono stati curati –
spiega Nino Comanda, capo diga in pensione -
dai volontari del Cras. Si tratta di predatori
notturni, la cui specie è in pericolo di estinzione.
In particolare, il nibbio reale, rapace della
famiglia degli accipitridi, spiega l’esperto
conoscitore di tanti volatili – è un esemplare raro
di rapace che predilige gli ambienti aperti e si
nutre di pesci morti, insetti, lucertole e piccoli
mammiferi. In volo, ha un’apertura alare di un metro
e mezzo, con un peso corporeo che può arrivare a un
chilo; il
suo piumaggio è molto bello ed è più chiaro di
quello del nibbio bruno, da cui si distingue per la
caratteristica coda rossiccia e profondamente
forcuta. Sia il nibbio che i falchi grillai –
conclude Comanda – nidificano soprattutto nella zona
della Gravina di Matera, oltre che nelle grotte che
ci sono nella zona verde di San Giuliano”. Per
quanto riguarda, poi, l’esemplare di civetta, giova
precisare che essa, alcuni mesi fa, fu raccolta,
sotto una torre del castello del Malconsiglio,
verosimilmente appena precipitata dal suo nido, da
Domenico Finamore, componente della Pro Loco
miglionichese, il quale subito l’affidò alle
amorevoli cure del Cras dell’oasi di San Giuliano.
“La civetta – spiega Nino Comanda – è un uccello
notturno, considerato dalla tradizione popolare un
volatile che porta sfortuna. Nell’antica Grecia,
invece, era considerata sacra per la dea Atena (dea
della sapienza) e ancora oggi è raffigurata in molti
portafortuna. Con il termine civetta – conclude
Comanda – si intende anche una donna vanitosa, che
ama farsi corteggiare”. Giacomo Amati |