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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI
La Gazzetta del Mezzogiorno
21 Agosto 2012
Miglionico, dieci rapaci saranno immessi nel loro habitat

MIGLIONICO. Dieci volatili appartenenti alla famiglia dei rapaci saranno immessi nel loro habitat e restituiti alla natura. La bella iniziativa, a cura del Cras (Centro recupero animali selvatici), con sede presso l’oasi protetta di San Giuliano, diretta da Matteo Visceglia, è in programma alle 18,30, di mercoledì 22 agosto, presso il Belvedere di “Torre di Fino”, nel rione Torchiano. All’azione di recupero e di guarigione dei dieci rapaci feriti (2 nibbi bruni, 1 nibbio reale, 2 falchi grillai, 4 assioli e 1 civetta) hanno collaborato la locale sezione della Pro Loco e l’associazione di Matera della Lipu (Lega italiana protezione uccelli). “I dieci esemplari dei rapaci sono stati curati – spiega Nino Comanda, capo diga in pensione - dai volontari del Cras. Si tratta di predatori notturni, la cui specie è in pericolo di estinzione. In particolare, il nibbio reale, rapace della famiglia degli accipitridi, spiega l’esperto conoscitore di tanti volatili – è un esemplare raro di rapace che predilige gli ambienti aperti e si nutre di pesci morti, insetti, lucertole e piccoli mammiferi. In volo, ha un’apertura alare di un metro e mezzo, con un peso corporeo che può arrivare a un chilo; il suo piumaggio è molto bello ed è più chiaro di quello del nibbio bruno, da cui si distingue per la caratteristica coda rossiccia e profondamente forcuta. Sia il nibbio che i falchi grillai – conclude Comanda – nidificano soprattutto nella zona della Gravina di Matera, oltre che nelle grotte che ci sono nella zona verde di San Giuliano”. Per quanto riguarda, poi, l’esemplare di civetta, giova precisare che essa, alcuni mesi fa, fu raccolta, sotto una torre del castello del Malconsiglio, verosimilmente appena precipitata dal suo nido, da Domenico Finamore, componente della Pro Loco miglionichese, il quale subito l’affidò alle amorevoli cure del Cras dell’oasi di San Giuliano. “La civetta – spiega Nino Comanda – è un uccello notturno, considerato dalla tradizione popolare un volatile che porta sfortuna. Nell’antica Grecia, invece, era considerata sacra per la dea Atena (dea della sapienza) e ancora oggi è raffigurata in molti portafortuna. Con il termine civetta – conclude Comanda – si intende anche una donna vanitosa, che ama farsi corteggiare”. Giacomo Amati

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