MIGLIONICO.
“Sono trascorsi ben cento anni dall’inizio
della prima guerra mondiale (1914-1918), ma
ancora oggi è forte la domanda del perché
tanti uomini abbiano creduto che l’Italia
avesse motivazioni per partecipare al
conflitto”. Si apre con questa riflessione
la lettera aperta scritta dal miglionichese
Mimmo Sarli, appassionato di storia che,
dagli anni Settanta vive a Roma, ove svolge
l’attività lavorativa di bancario, rivolta
al sindaco Angelo Buono, alla Pro Loco e ai
docenti del locale istituto scolastico
comprensivo, “Don Donato Gallucci”.
Esplicito l’obiettivo della missiva: invoca
l’invito a programmare delle iniziative
finalizzate a celebrare a Miglionico, in
modo sinergico, il centenario del primo
conflitto mondiale. L’idea è quella di
ricordare, attraverso varie manifestazioni a
carattere culturale l’importanza del
sacrificio compiuto da milioni di persone
che non esitarono a pagare il prezzo della
propria vita per garantire la pace ai propri
figli. Ne discende che il significato più
profondo dell’iniziativa va ricercato nel
far comprendere alle nuove generazioni il
valore incommensurabile della pace. Da qui
l’invito agli adolescenti a fare ricerche
didattiche, con la guida dei loro
insegnanti, per reperire documenti, magari
inediti, e cimeli della “Grande Guerra”. In
pratica, “nelle aule scolastiche – precisa
Sarli - bisognerebbe avviare un’attività
culturale per meditare su quelle che sono le
drammatiche conseguenze che causano le
guerre. Ultimata l’indagine, si consiglia,
scrive Sarli, di inviare tutta la
documentazione raccolta al sito:”
www.miglionicoweb.it”,
creato dal prof. Antonio Labriola, al fine
di favorire un confronto e un dibattito sul
tema della pace”. A tal proposito,
sull’argomento, sarà utile consultare anche
l’archivio politico del parlamentare lucano
di Miglionico Nicolò De Ruggieri per sapere,
tra l’altro, che dalla “Basilicata partirono
per il fronte di guerra migliaia di uomini:
oltre sei mila furono i soldati morti e
dispersi; due mila quelli mutilati e
invalidi; 566 i decorati. L’Italia affrontò
la guerra “dopo quasi un anno dal suo inizio
– spiega Sarli – gli anni del conflitto
furono difficili: i soldati vivevano nelle
trincee, assediati da topi, infastiditi da
pidocchi, tra il cattivo odore dei cadaveri
dei commilitoni e il fetore dei propri
escrementi. I soldati miglionichesi che
morirono in guerra furono 39; quelli che
persero la loro vita per cause correlate al
conflitto furono 20. Penso che sia utile
studiare questo doloroso capitolo di storia
– conclude Sarli – per recuperare la memoria
e riappropriarsi di un’identità di popolo,
in una visione europea che superi le
differenze di lingue e di culture”.
Giacomo Amati |