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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI

20 Settembre 2014
Miglionico
“Fichi e delizie di Milonia”
di Giacomo Amati

Annamaria Bosco e Alessabdra AmatiMIGLIONICO. Trasformare e valorizzare i fichi secchi, trasformandoli in una molteplicità di prodotti alimentari: dal magnificotto (miele dei fichi) ai fichi mandorlati, farciti e speziati, dalle marmellate alle confetture. E’ su questa idea che si fonda il laboratorio artigianale lucano, “Fichi e delizie di Milonia”, che è stato creato nella comunità, grazie all’intraprendenza di due ragazze miglionichesi disoccupate che si candidano a diventare due neo imprenditrici: sono Annamaria Bosco, perito meccanico, diplomata presso l’istituto industriale di Matera e Alessandra Amati, fresca di laurea in Economia e Commercio, presso l’università di Bari. Il laboratorio, ubicato in largo Pinerolo, è nato grazie anche a un prezioso finanziamento economico elargito dal Gal Bradanica (Gruppo d’azione locale), sapientemente diretto dal presidente Leonardo Braico, nell’ambito del Annamaria Bosco e Alessabdra Amatibando pubblico sull’artigianato, volto a promuovere ed a sostenere le attività lavorative artigianali, al fine di ridurre gli alti livelli della disoccupazione, soprattutto giovanile, nei centri del Materano. Le peculiarità del progetto sono essenzialmente due: la prima è quella di immettere sul mercato delle vere e proprie prelibatezze da buongustai, utilizzando la rilevante quantità dei fichi prodotti in loco, non a caso, Miglionico è famoso per essere il paese dei “pappaculumbriedd”, ovvero dei fichi, un frutto dolcissimo di colore rosso e giallo, ricoperto da una buccia delicata di colore variabile, che va dal verde al giallo, al rosso con sfumature di nero. La seconda caratteristica dell’iniziativa consiste nel trasformare il frutto, così prezioso, ricco di significative proprietà nutrizionali, terapeutiche e digestive, in altri prodotti gastronomici, attraverso metodi di lavorazione assolutamente artigianali, genuini e naturali, senza l’ausilio di trattamenti chimici. In un periodo di difficoltà economica, con la legge sul lavoro, la cosiddetta”Jobs act” che non decolla e con la disoccupazione giovanile al 43,7% (fonte Istat), non sembra rischiosa un’iniziativa di investimento in un mercato del lavoro caratterizzato da tante incognite? “Siamo consapevoli delle difficoltà connesse al nostro progetto – spiega la signora Bosco – ma oggi nessuno ha la bacchetta magica di risolvere i problemi occupazionali: non si può aspettare solo la cosiddetta “manna dal cielo”. Era necessario mettersi in gioco”. La vostra iniziativa sembra essere un po’ una sfida? “Sì, forse è così: prima di tutto – conclude Bosco  è una scommessa con noi stesse, ma, soprattutto, è una scelta fondata sul principio che l’uomo è chiamato ad essere l’artefice del proprio destino”. Sarà una proposta di lavoro vincente? Al momento, è una scelta coraggiosa che, pur connotata da alcuni rischi, considerato l’attuale periodo di recessione economica, è ricca di buone potenzialità. Può rivelarsi anche la strada maestra da percorrere da parte di altri giovani, che sono chiamati a vincere l’inerzia e la pigrizia che spesso li condiziona negativamente, credendo di più nelle loro capacità. Conclusione: l’idea del progetto sembra essere buona: può diventare una sorta di “miniera d’oro”. Sarà così? Per saperlo, ovviamente, bisognerà aspettare necessariamente la risposta dei consumatori. Giacomo Amati

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