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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI

13 Aprile 2013
INTERVISTA
di Giacomo Amati

Carissimo prof. Antonio Labriola,
consentimi di utilizzare la tua preziosa “Enciclopedia” per sottoporre all’attenzione del collega Domenico Lascaro un tema di politica regionale, che, per la sua valenza, soprattutto morale e sociale, merita di essere approfondito. L’attualità politica nazionale è comunque significativa: a pochi giorni dall’elezione del nuovo presidente della Repubblica, tre sono i temi salienti che la caratterizzano: il Pd prepara la rosa per il Colle; i dieci “saggi” hanno presentato le due relazioni sui temi delle riforme e dell’economia; da parte sua, il Pdl continua a collegare l’eventuale accordo sul Quirinale alla formazione del governassimo, basato sulle larghe intese. Temi scottanti che meriterebbero una tua disamina. Tuttavia, caro politologo miglionichese, (consentimi di insistere su questo appellativo, condiviso da tanti amici: ti sta a pennello, credimi), in primis, oggi, mi farebbe piacere conoscere il tuo parere sulla bellissima intervista rilasciata alla “Gazzetta Del Mezzogiorno” (in data odierna) dal nostro consigliere regionale, Giuseppe Dalessandro sul tema del contenimento dei costi della politica. In pratica, il parlamentare miglionichese afferma che sarebbe opportuno fare subito una legge regionale volta ad abolire, già da questa legislatura, il vitalizio che viene assegnato ai consiglieri regionali quando vanno in pensione. “In Basilicata – dice Dalessandro – ci sono tante famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese: vivono con poche centinaia di euro al mese; per non parlare dei tanti giovani disoccupati”. Da qui la proposta: “Aboliamo subito il vitalizio ai parlamentari regionali”. Parole significative dette proprio da un consigliere che il vitalizio deve ancora maturarlo e che, per questa ragione, verrebbe fortemente penalizzato da una legge di questo tipo. Qual è il tuo pensiero in merito? Grazie per l’ospitalità. Un caro saluto. Giacomo Amati

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Leggi l'intervista
Vitalizi, abolirli subito. C’è chi è pronto a farlo
di Antonella Inciso

POTENZA - In Basilicata ci sono famiglie che si ritrovano ad andare avanti con soli mille euro al mese e sono costrette a tagliare su tutto pur di far continuare gli studi ai figli. In Basilicata ci sono padri - liberi professionisti e senza possibilità di ammortizzatori sociali - che hanno perso commesse e provvigioni e passano il giorno disperandosi in cerca di un pò di lavoro. In Basilicata ci sono uomini e donne lover 40, che, senza reddito, sono costrette a pesare sugli anziani genitori.
Un segnale la «casta lucana» dovrebbe darlo anche per loro. E dovrebbe darlo tagliando sin da questa legislatura quella che, per molti, in tempi di crisi come questi, è una rendita non più erogabile: il vitalizio.
Giuseppe D’Alessandro, consigliere regionale al primo mandato lo dice a chiare lettere: i vitalizi vanno aboliti subito. «La politica deve dare un segnale alla comunità - sottolinea - Un segnale che non sia limitato solo ai vitalizi. Ci sono una serie di valutazioni che vanno fatte, ma troviamo il modo per dare un segnale concerto ai cittadini rinunciando al vitalizio a partire da questa legislatura. Certo, ci vuole una legge regionale ma avviare questo processo non è una cosa sbagliata».
Al di là di opinioni e pareri sulla questione, la possibilità di tagliare sin da questa legislatura i vitalizi esiste. Lo spiega la stessa legge regionale che li ha istituiti in cui si precisa che il diritto viene maturato solo al termine dei cinque anni di legislatura. Questo fa sì che gli attuali consiglieri regionali che sono al primo mandato, non avendoli ancora maturati, potrebbero decidere di rinunciarvi senza problemi nè tecnici nè giuridici.
E quelli che hanno già fatto una o più legislature, coloro che in Consiglio sono la maggioranza? Secondo fonti regionali se non hanno raggiunto i 65 anni di età (altra condizione necessaria per ottenere la rendita) potrebbero rinunciarvi anche loro senza difficoltà. Neanche di tipo economico, considerato che è la stessa legge in vigore attualmente a dire che i consiglieri, una volta maturate le condizioni «possono rinunciare alla rendita vitalizia ed ottenere la restituzione dei contributi versati a tale titolo e senza interessi» (condizione che, tra l’altro, vale anche per il consigliere che cessa dal mandato prima di aver raggiunto il periodo minimo previsto e che non intende proseguire nel versamento dei contributi necessari).

Da La Gazzetta del Mezzogiorno del 13 Aprile 2013 (http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=610624&IDCategoria=1)

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