Carissimo
prof. Antonio Labriola,
consentimi di utilizzare la tua preziosa
“Enciclopedia” per sottoporre all’attenzione del
collega Domenico Lascaro un tema di politica
regionale, che, per la sua valenza, soprattutto
morale e sociale, merita di essere approfondito.
L’attualità politica nazionale è comunque
significativa: a pochi giorni dall’elezione del
nuovo presidente della Repubblica, tre sono i temi
salienti che la caratterizzano: il Pd prepara la
rosa per il Colle; i dieci “saggi” hanno presentato
le due relazioni sui temi delle riforme e
dell’economia; da parte sua, il Pdl continua a
collegare l’eventuale accordo sul Quirinale alla
formazione del governassimo, basato sulle larghe
intese. Temi scottanti che meriterebbero una tua
disamina. Tuttavia, caro politologo miglionichese,
(consentimi di insistere su questo appellativo,
condiviso da tanti amici: ti sta a pennello,
credimi), in primis, oggi, mi farebbe piacere
conoscere il tuo parere sulla bellissima intervista
rilasciata alla “Gazzetta Del Mezzogiorno” (in data
odierna) dal nostro consigliere regionale,
Giuseppe Dalessandro sul tema del contenimento
dei costi della politica. In pratica, il
parlamentare miglionichese afferma che sarebbe
opportuno fare subito una legge regionale volta ad
abolire, già da questa legislatura, il vitalizio che
viene assegnato ai consiglieri regionali quando
vanno in pensione. “In Basilicata – dice Dalessandro
– ci sono tante famiglie che fanno fatica ad
arrivare alla fine del mese: vivono con poche
centinaia di euro al mese; per non parlare dei tanti
giovani disoccupati”. Da qui la proposta: “Aboliamo
subito il vitalizio ai parlamentari regionali”.
Parole significative dette proprio da un consigliere
che il vitalizio deve ancora maturarlo e che, per
questa ragione, verrebbe fortemente penalizzato da
una legge di questo tipo. Qual è il tuo pensiero in
merito? Grazie per l’ospitalità. Un caro saluto.
Giacomo Amati
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Leggi
l'intervista
Vitalizi, abolirli subito. C’è chi è pronto a
farlo
di Antonella Inciso
POTENZA - In Basilicata ci sono famiglie che si
ritrovano ad andare avanti con soli mille euro al
mese e sono costrette a tagliare su tutto pur di far
continuare gli studi ai figli. In Basilicata ci sono
padri - liberi professionisti e senza possibilità di
ammortizzatori sociali - che hanno perso commesse e
provvigioni e passano il giorno disperandosi in
cerca di un pò di lavoro. In Basilicata ci sono
uomini e donne lover 40, che, senza reddito, sono
costrette a pesare sugli anziani genitori.
Un segnale la «casta lucana» dovrebbe darlo anche
per loro. E dovrebbe darlo tagliando sin da questa
legislatura quella che, per molti, in tempi di crisi
come questi, è una rendita non più erogabile: il
vitalizio.
Giuseppe D’Alessandro, consigliere regionale al
primo mandato lo dice a chiare lettere: i vitalizi
vanno aboliti subito. «La politica deve dare un
segnale alla comunità - sottolinea - Un segnale che
non sia limitato solo ai vitalizi. Ci sono una serie
di valutazioni che vanno fatte, ma troviamo il modo
per dare un segnale concerto ai cittadini
rinunciando al vitalizio a partire da questa
legislatura. Certo, ci vuole una legge regionale ma
avviare questo processo non è una cosa sbagliata».
Al di là di opinioni e pareri sulla questione, la
possibilità di tagliare sin da questa legislatura i
vitalizi esiste. Lo spiega la stessa legge regionale
che li ha istituiti in cui si precisa che il diritto
viene maturato solo al termine dei cinque anni di
legislatura. Questo fa sì che gli attuali
consiglieri regionali che sono al primo mandato, non
avendoli ancora maturati, potrebbero decidere di
rinunciarvi senza problemi nè tecnici nè giuridici.
E quelli che hanno già fatto una o più legislature,
coloro che in Consiglio sono la maggioranza? Secondo
fonti regionali se non hanno raggiunto i 65 anni di
età (altra condizione necessaria per ottenere la
rendita) potrebbero rinunciarvi anche loro senza
difficoltà. Neanche di tipo economico, considerato
che è la stessa legge in vigore attualmente a dire
che i consiglieri, una volta maturate le condizioni
«possono rinunciare alla rendita vitalizia ed
ottenere la restituzione dei contributi versati a
tale titolo e senza interessi» (condizione che, tra
l’altro, vale anche per il consigliere che cessa dal
mandato prima di aver raggiunto il periodo minimo
previsto e che non intende proseguire nel versamento
dei contributi necessari).
Da La Gazzetta del Mezzogiorno del 13 Aprile 2013 (http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=610624&IDCategoria=1)
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