MIGLIONICO.
Omaggio alla storia di Miglionico. Un episodio
saliente, tra i più significativi, senz’altro il più
conosciuto dall’opinione pubblica, non solo
miglionichese, sarà ricordato domani sera (domenica,
14 agosto), in piazza Castello (alle 22),
nell’ambito della rassegna, “SeRestate a Miglionico
2011”, promossa dalla locale Amministrazione
comunale: è la famosa “Congiura dei Baroni” (1485)
contro il re di Napoli, Ferdinando I d’Aragona. Alla
cerimonia di rievocazione parteciperanno, tra gli
altri, oltre al sindaco Angelo Buono, che farà gli
onori di casa, Vincenzo Folino, presidente del
Consiglio regionale di Basilicata, unitamente al
consigliere regionale miglionichese, Giuseppe
Dalessandro, all’assessore regionale alle
Attività Produttive, Erminio Restaino e Giuseppe
Perri, direttore APT di Basilicata. Un film di
emozioni che avrà inizio sin dal pomeriggio (alle
16,30) con la sfilata in costume dell’epoca per le
vie del centro storico, spettacolo di falconeria,
animazione con musiche e scenografia curate
dall’artista miglionichese Nunzia Decollanz;
la consulenza storica dell’evento, invece, è stata
affidata al prof. Giampaolo D’Andrea e all’arch.
Luigi Bubbico. In pratica, sarà riproposto la
rievocazione storica della “Congiura dei Baroni”:
sarà proprio da questo episodio che il maniero
prenderà la denominazione di “Malconsiglio”. In
sintesi, eccone il racconto. La congiura fu ordita
dai baroni contro il re di Napoli Ferdinando I
d’Aragona, ritenuto colpevole di aver aumentato la
pressione fiscale sui feudatari. Per contrastare
l’avanzata dei Turchi, che volevano invadere e
assoggettare le regioni del Sud d’Italia, il re
Ferdinando fu costretto a racimolare ingenti risorse
economiche, aumentando le tasse, che i baroni non
erano disposti a sopportare. A ciò si aggiungeva
l’odio da parte della baronia nei confronti del
crudele Alfonso duca di Calabria, figlio del re
Ferdinando. Fu così che i feudatari ordirono una
congiura per togliere di mezzo la dinastia
aragonese. La stessa, organizzata dai baroni delle
regioni meridionali, inizialmente fu appoggiata
anche dal papa Innocenzo VIII, in discordia col re
Ferdinando. Tra i congiurati figuravano, tra gli
altri, Girolamo Sanseverino, feudatario delle terre
di Miglionico, Pirro del Balzo, principe di
Altamura, il marchese di Bitonto, i duchi di Melfi,
di Nardò e di Salerno e persino Antonello Petrucci,
segretario particolare del re Ferdinando. La
riunione dei congiurati si svolse proprio nel salone
più grande del castello miglionichese, da allora,
indicato “Malconsiglio”. Grazie ad un’informazione
segreta, frutto di spionaggio del servizio di
“intelligense” del re, il sovrano di Napoli seppe la
notizia, minacciò di invadere lo Stato pontificio e
costrinse papa Innocenzo VIII a ritirarsi dalla
lotta. I baroni, rimasti soli, si sottomisero al
sovrano che fece finta di perdonarli. Ma, poco dopo,
violando i patti, nel corso di una riunione
conviviale, li fece imprigionare e decapitare,
tutti. Giacomo Amati |