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DOMENICO LASCARO
Miglionicoweb
27 Giugno 2011 |
Incalzante
propositiva, ALBA nuovamente in pista |
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MIGLIONICO.
Puntuale col suo programma culturale, l’assoc. ALBA.
Sede staccata di Miglionico, si è cimentata con
argomenti di urgente attualità e di grande spessore
culturale e politico. Sabato 25 u.s. ha tenuto un
dibattito pubblico sul tema: “Sistemi elettorali a
confronto”. Folta la partecipazione di cittadini,
tra cui molti giovani. Marcata però l’assenza dei
rappresentanti politici. Chissà perché! Stimolata
dall’introduzione del prof. Lascaro,
l’assemblea ha indicato due fondamentali
caratteristiche che una legge elettorale dovrà
assicurare: governabilità e stabilità di governo,
massima rappresentatività dei partiti in
competizione. E’ quindi iniziato un serrato scambio
di proposte e un approfondito esame dei sistemi
elettorali che assicurino governabilità,
rappresentatività. Del sistema proporzionale puro si
è apprezzata la sicura rappresentanza che esso
garantisce, ma al contempo non offre garanzia di
stabilità di governo. L’esperienza italiana insegna.
Del sistema maggioritario, secco all’inglese o a
doppio turno francese, si è rilevato certo l’alto
grado di governabilità ma, contemporaneamente, la
carenza di rappresentatività che l’assemblea ha
ipotizzato. Si sono ulteriormente presi in esame i
sistemi cosiddetti misti, il tedesco e lo spagnolo,
di cui si sono apprezzati un buon livello di
governabilità e la garanzia di una soddisfacente
stabilità, ma non altrettanta rappresentatività. Non
si è sottratto all’esame il sistema attuale
italiano, il Calderolum, ovvero porcellum che dir si
voglia. Non c’è voluto molto per evidenziare tutti i
difetti e le contraddizioni in esso contenuti: non
garantisce alcuna possibilità di rappresentanza. Lo
sbarramento al 4% esclude dal parlamento buona parte
dei partiti democratici. La governabilità è
truccata, quando c’è. Pur di raggiungere
l’obbiettivo della vittoria, i cosiddetti poli non
esitano ad imbarcare nelle coalizioni le più
disparate aggregazione partitiche. Inoltre, non
certo il meno grave, l’aberrante sistema delle liste
bloccate che permette ai capi di partito di
“nominare”, in pratica, i propri rappresentanti.
Quale dunque la forma elettorale che permetta ai
cittadini di scegliere chi li rappresenti
sufficientemente in parlamento? L’assemblea
all’unanimità, dopo un fitto contraddittorio, si è
trovata d’accordo nel ritenere il modello francese
il più confacente alla situazione italiana. Esso
però non da assumersi integralmente come da
fotocopia, ma opportunamente adattato in modo da
garantire certo la massima governabilità, ma
altrettanto un minimo di rappresentanza a tutti i
partiti che superino almeno un punto percentuale. Si
è fatta l’ipotesi che sotto la soglia del 12, 5%,
entro la quale i partiti francesi restano fuori dal
parlamento, si possa assegnare almeno un seggio per
ogni 1 o 2 punti percentuali. Solo in questo modo
verrebbero garantite le esigenze di cui si è detto.
La discussione è terminata non senza aver
sottolineato la necessità di sollecitare tutti i
partiti a darsi nuove regole democratiche che
garantiscano ai cittadini il diritto di partecipare
più attivamente all’elaborazione della politica
nazionale. A tale scopo si sono avanzate alcune
proposte ritenute urgenti e indispensabili se si
vuole arginare la tendenza all’astensione dal voto.
Per prima cosa, si è detto, occorre una legge sui
partiti (del tipo di quella tedesca o spagnola) che
li obblighi ad una maggiore trasparenza e ad una più
autentica democrazia interna. Cosa che è di fatto
assente in tutti i partiti, nessuno escluso,
all’interno dei quali regna sovrano il metodo della
cooptazione. Si è inoltre auspicata la necessità di
istituire per legge le primarie per tutte le
competizioni elettorali e l’abolizione del
famigerato listino che toglie agli elettori una
ulteriore possibilità di scelta. Infine, non meno
urgenti e necessarie, si è convenuto
sull’opportunità di definire nuove regole per i
referendum, con l’introduzione anche di referendum
propositivi, che permettano ai cittadini di potersi
esprimere su testi da loro stessi proposti. A tale
scopo non guasterebbe l’adozione del cosiddetto
Metodo Recall, consistente nella revoca degli eletti
immeritevoli da parte degli stessi elettori che li
hanno scelti. La riunione è terminata col proposito
di preparare nuovi incontri.
Prof. Domenico Lascaro |
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