ROMA.
Venerdì 6 maggio presso la Biblioteca Angelica,
Salone Vanvitelliano in Piazza Sant'Agostino a Roma,
la casa editrice Palombi ha presentato il volume del
dott. Gabriele Scarcia dal titolo "Di Roma".
Sono intervenuti il Prof. Francesco Sisinni,
Docente universitario, Direttore Generale dei
Ministero dei Beni Culturali a.r., il Prof.
Vitaliano Tiberia, Presidente della Pontificia
Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei
Virtuosi a Pantheon, il Dr. Giovanni Russo,
meridionalista, scrittore, storica firma del
"Corriere della Sera", il Dr. Gabriele Scarcia,
giornalista, scrittore, autore del volume e il Dr.
Francesco Palombi, editore. "In questo vasto
panorama letterario e storico- critico si dispone
ora, testimonianza di un sincero impegno
intellettuale, quest’opera di Gabriele Scarcia,
originario di Miglionico, in Lucania, e vivace
testimone di un profondo amore gnoseologico per
Roma, la cui conoscenza (lo ha bene ricordato Silvio
Negro) richiede, tuttavia, più di una vita. Scarcia,
il cui affetto per Roma lo induce (per sua
confessione) ad accarezzarne spesso parti di
architetture e di monumenti, non si limita ad
un’analisi prettamente estetica e storica, spesso
collegata a ricordi della propria terra lucana. Egli
affronta anche più di un aspetto socio-culturale
collegato all’urbanistica romana, superando le più o
meno recenti analisi ideologiche dell’argomento,
troppo spesso tributarie di una dialettica
precostituita e quindi conformisticamente e
sociologicamente univoca. Ciò è evidente, per
esempio, quando Scarcia parla dell’edilizia
alienante delle periferie romane, veri e propri
dormitori, ma costruite in nome di un funzionalismo
abitativo “progressista”, rivelatosi, alla prova dei
fatti, teorico ed insoddisfacente se non addirittura
controproducente. E con altrettanta onestà
intellettuale Scarcia rimarca negativamente il
connotato commercialistico (frutto di un tipo di
cultura trasversale votata alla valorizzazione delle
facili emozioni e della pratica
dell’intrattenimento), che ha ispirato la recente
costruzione, degna di un impianto sciistico, di un
gabbiotto per un ascensore turistico (ben visibile
dal basso) sul coronamento dell’altare della patria.
Quello che era un sacrario funebre (la tomba di un
soldato caduto per la patria e rimasto senza nome) è
stato trasformato e pubblicizzato, per fini di
“valorizzazione”, dalle classi dirigenti,
ideologicamente variegate, del Ministero per i beni
e le attività culturali, in attrazione ricreativa
con offerta di terrazza panoramica di tipo
alberghiero." Ha detto il Prof. Tiberia
nell'occasione. "Scarcia ci accompagna quindi nel
cuore di Roma per exempla, muovendo cioè da un
singolo monumento (spesso collegato a ricordi del
proprio passato di “esule lucano”, come egli stesso
si definisce), per raccontare una piccola o grande
storia di un monumento o di un sito che definiscono,
così, in un mosaico di altre storie, il mistero
plurimillenario di Roma". (Vir. Cor) |