1861:
nasce l’Italia
Proclamazione ufficiale del Regno d’Italia
Legge n. 1 del Regno d’Italia – 21 aprile 1861
(ex Legge 17 marzo 1861 del Regno di Sardegna –
Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, n. 67, 17
marzo 1861)
Il 17 marzo 1861, a Palazzo Carignano di Torino fu
proclamata l’Unità d’Italia, con legge n. 4671,
promulgata dal Re le cui parole del documento
recitano:
Vittorio Emanuele II, Re di Sardegna, di Cipro e di
Gerusalemme, eccetera.
Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato;
noi abbiano sanzionato e promulghiamo quanto segue:
Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e
suoi Successori il titolo di Re d’Italia.
Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello
Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del
Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e
di farla osservare come legge dello Stato.
Da Torino addì 17 marzo 1861.
Firmato: Vittorio Emanuele.
Controfirmato: Cavour, Minghetti, Cassinis, Vegezzi,
Fanti, Mamiani, Corsi, Peruzzi.
1861 - 2011
Il
17 marzo prossimo, 150° anniversario dell’Unita’
d’Italia, sarà festa nazionale.
Sarò presente alla celebrazione romana portando con
me lo spirito e l’orgoglio della mia comunità di
origine: Miglionico.
Miglionico ha contribuito a questa pagina del nostro
Risorgimento.
Il 1800 fu caratterizzato dall’incremento delle
sette segrete Carbonare e Massoniche in tutta
l’Europa.
In data 25 giugno 1818 si scoprì a Miglionico
l’esistenza di una società segreta (la Carboneria)
facente capo a Domenico Maggiore e con sede
nella sua abitazione “ qui gli adepti tenevano
periodiche riunioni notturne e adoperavano una
divisa fatta di mantelli scuri e berrettoni di rame
bianco “(Maria Antonietta De Cristofaro).
La setta era in collegamento con Napoli e nel 1820
la diffusione della conquista in Spagna del regime
costituzionale contribuì notevolmente ad esaltare
gli ambienti carbonari.
Gli ideali dei moti del 1848 e il breve sogno della
Repubblica Romana trovarono adepti in Miglionico: il
mazziniano
Avv.
Giambattista Matera.
Un gruppo di rivoluzionari, provenienti da ogni ceto
sociale, partecipò all’insurrezione di Potenza
avvenuta il 18 Agosto 1860 e altri presero parte
alla “Breccia di Porta Pia” il 20 settembre
1870.
Durante la seduta alla Camera dei Deputati, il 18
gennaio 1953 l’onorevole Michele Bianco
affermava:”Io sono figlio di un contadino
analfabeta, che però, da volontario, il 20 settembre
1870, era alla breccia di Porta Pia ove prese parte
alla liberazione della nostra capitale…”.
E’ da sottolineare che Miglionico ebbe, anche per
queste ascendenze risorgimentali, sempre illustri
rappresentanti nell’Italia liberale post unitaria.
Basti citare l’esempio dell’onorevole Nicola de
Ruggieri, che, sulla vita politica regionale,
ebbe grande influsso.
In ogni famiglia di Miglionico c’è una persona che
ha contribuito a fare la storia d’Italia.
Ognuno di noi, durante le fredde serate invernali e
seduti vicino ad un camino, ha sentito raccontare da
suo nonno cavaliere di Vittorio Veneto le imprese
della grande guerra. Michelangelo Ditrinco nel 1916 fu decorato
della medaglia d‘argento “Per primo e solo
entrava in un trinceramento avversario, e, con
opportuno stratagemma,tratteneva i nemici,
facilitando al proprio ufficiale di farli
prigionieri. San Michele, 7 Dicembre 1915”.
Il
17 Marzo dovrebbe essere l’occasione per trovare in
famiglia quell’ amor patrio, custodito dalle nostre
mamme che hanno raccontato ai propri figli quando
sua padre partì militare nella Seconda Guerra
Mondiale.
Ricordiamo il tenente Pietro Sivilia che “il
9 settembre 1943 con alcuni ufficiali si era recato
in una cava di pietra a circa due chilometri da
Bitetto(Ba), dove si erano accampati dei soldati
tedeschi che derubavano i passanti, per parlamentare
e cercare di invitarli eventualmente alla resa. Ma i
tedeschi non gli diedero neppure tempo di aprire
bocca e reagirono con improvvise scariche di mitra
che uccisero tutti i componenti del gruppo”
(Giuseppe La Rocca) e il finanziere Alfredo Sarli
che
“partecipava volontariamente all’attacco di una
munita posizione, contribuendo a contenere l’impeto
del nemico fino al sopraggiungere dei rinforzi. Si
lanciava, quindi, tra i primi all’assalto trovando
gloriosa morte “.Satonici 16 Marzo 1942 (motivazione
della croce di guerra).
“Il Risorgimento rimane il processo politico più
importante e positivo che il nostro Paese abbia
conosciuto nei mille anni di vita della nazione
italiana “(Rosario Romeo).
Fu segnato anche da errori come il fenomeno del
brigantaggio, le fucilazioni di Bronte o il massacro
di Pontelandolfo.
Ma ll 17 marzo 1861 è una data da ricordare perché
nasceva ufficialmente l’Italia e l’Italia
risorgimentale deve rendere onore ai vinti.
Ho proposto al sindaco, Ing. Angelo Buono, di
“traslocare” le lapidi che richiamo al nostro
riscatto risorgimentale, poste sul vecchio palazzo
comunale, in un posto idoneo del nostro restaurato
castello.
Il 17 marzo, una giornata per trasmettere ai nostri
figli, spesso distratti, questo spirito
risorgimentale. Nell’ambito delle iniziative celebrative del
centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia,
sarebbe opportuno che il Comune di Miglionico
provvedesse alla consegna di un attestato, come
riconoscenza di una comunità nei confronti dei
propri antenati, a quei cittadini che hanno compiuto
un secolo di vita.
Domenico Sarli
Inno nazionale della Repubblica Italiana versi di Goffredo Mameli
musica di Michele Novaro
Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.