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SANDRINO CAFFARO
Il Quotidiano
della Basilicata
19 Ottobre 2010
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La nuova
annata del club di caccia inizia con un grosso trofeo
Tradizione e socializzazione, caccia grossa del
“Miglionichese” |
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Matera.
L'antica arte della caccia, nel rispetto del calendario
venatorio, riapre il prelievo all’ultima specie
faunistica consentita e cioè all'irsuto conquistatore
assoluto dei roveti e delle tipiche aree boscate, di cui
la nostra regione vanta un’ampia superficie. Il
cinghiale un tempo presente in tutto l'areale
appenninico, oggi grazie all'intervento dell'uomo e
all'abbandono della campagna, ha riconquistato alla
grande i propri spazi e ridato linfa ai seguaci della
dea Diana, che fanno della sua caccia uno stile di vita,
capace di accomunare generazioni e categorie sociali
diverse ma unite dalla comune passione della gestione e
relativo prelievo venatorio. Gli enti preposti al
controllo e alla disciplina venatoria oggi con la
presenza della bestia nera, spostano la maggiore
attenzione verso un organizzazione che soddisfi le
esigenze del mondo agricolo, dei cacciatori e degli
ambientalisti, in considerazione di ampie aree protette
presenti in regione, che hanno contribuito
all'espansione della specie Sus scrofa. Nota dolente di
un fenomeno ormai in via di espansione e la presenza di
animali ibridi, non appartenenti al ceppo
maremmano,tipico del nostro appennino, ma selvatici che
comunque grazie alla loro forte adattabilità hanno dato
vita alla presenza eterogenea di capi con
caratteristiche diverse e indici di prolificità elevata.
Così la squadra di caccia al cinghiale denominata “I
Miglionichesi”, dal nome del proprio paese di origine,
Miglionico in provincia di Matera, hanno iniziato
l'annata di caccia con l'abbattimento di un grosso
esemplare di cinghiale, tipico dell'est Europa, dalla
stazza imponente e naturalmente causa di una forte
incompatibilità con le nostre tradizioni agricole,
considerando lo spazio e la disponibilità che un tale
animale necessità per la sua sopravvivenza. Il club di
caccia Miglionichese, interpellato per l'occasione ha
sostento di aver già in passato prelevato irsuti
esemplari di tale stazza, nel mentre è difficile
incontrare i tipici cinghiali nostri. Le squadre di
caccia al re dei forteti, coprono la più alta
percentuale dei cacciatori in Regione Basilicata,
pertanto la passione e il tempo che dedicano a tale
scelta, diventa momento importante di socializzazione e
nello stesso tempo il trofeo di esemplari così
importanti riempie le conversazioni e per il modo
scientifico occasione di studio delle popolazioni
selvatiche esistenti. Sandrino Caffaro |
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Antonio
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