Sarconi.
NEL secolo XIX, il secolo in cui avvenne l'unità
d'Italia, la nostra regione, la Basilicata era allora
provincia, anche se la provincia più vasta del Regno di
Napoli. Gran parte del suo territorio era occupato dagli
Appennini. Era bagnata da due mari: Tirreno e Jonio ed
attraversata da cinque fiumi che formavano cinque valli.
Era quasi tutta coperta di boschi di faggi, querce, pini
ed abeti. Aveva poche vie di comunicazione: le vie
Popilia ed Appia, costruite dai Romani, erano state
rovinate e distrutte dai barbari. Non possedeva nessun
porto e non aveva commercio. Vantava un passato illustre
perché fu abitata dai Greci e dai Romani e dette i
natali a Parmenide e Pitagora. Già prima dell'arrivo di
Garibaldi a Corleto Perticara si respirava aria
italiana, mentre Garibaldi era ancora ul mare dello
stretto di Messina, nei pressi del faro. A Corleto
arrivò il telegramma che annunciava l'arrivo di molti
soldati che dovevano raggiungere Potenza. La sera del
13agosto 1860arrivò Giacinto Albini, Nicolò Mignogna,
Camillo Bodoni e quattro ufficiali dell'esercito
napoletano. I volontari affidarono il comando militare
al colonnello Bodoni e quello civile a Giacinto Albini.
Alle ore 17.00 del 16 agosto 1860 i capi militare e
civile, i comitati provinciale e municipale ed il clero
proclamarono in forma solenne l'Unità d'Italia; furono i
primi che fecero questa proclamazione in Italia. Subito
cacciarono fuori il vessillo dai colori italici e le
armi sabaude. Seguì una grande festa anche con i fuochi
d'artificio, mentre in Piazza Castello il sacerdote
improvvisò un comizio in cui parlò dell'Italia. Il
colonnello parò ai soldati e disse loro di non chiamasi
più milizie ma soldati nazionali italiani. Arrivarono
445 soldati armati volontari di Pietrapertosa, che
furono accolti con applausi frenetici; quindi
arrivarono, il giorno dopo, il secondo drappello da
Miglionico, Missanello, Gallicchio , Montemurro,
Spinoso. Il giornodopo18agosto all'alba tutti ivolontari
di Corleto Perticara partirono per Potenza. Garibaldi
arrivò in Basilicata, a Rotonda,, il giorno due
settembre e si fermò solo per una notte. Il giorno dopo,
seguendo la vecchia strada che costeggia il corso del
fiume Mercuri- Lao raggiunse Scalea, e con una barca, il
giorno 3 Sapri da dove raggiunse l'osteria del Fortino
nel comune il Casalerto Spartano, il 4, dove lo
aspettavano molti volontari. Nel villaggio di Casalnuovo
il 5 settembre lo raggiunse il sig. Mignogna che gli
consegnò 6.000 ducati raccolti tra la gente lucana. Il
giorno 6 ad Auletta nominò Giacinto Albino capo del
governo temporaneo della Lucania e governatore di
Basilicata. I 2.916 volontari lucani: 671 del
Lagonegrese, 957 di Potenza, 478 di Matera ed 810 di
Melfi col nome di Brigata lucana, da Vietri, col nuovo
colonnello Clemente Cate, si recarono in Campania dove
parteciparono alla battaglia del Volturno ed all'assedio
di Capua e furono sciolti l'11 novembre 1860. Il
Plebiscito del 21 ottobre, pur svolgendosi in qualche
comune con delle violenze,consegnò laBasilicata alre
sabaudo,per diventare una provincia italiana. Antonio
Propato
ITALIA 1860 - La nuova pagina della
storia civica di Miglionico, con il suo potente
apporto al vanto dell'Unità d'Italia, ben si
collega a tutta la Lucania che nel 1860 fu
l'unica Provincia del continente meridionale ad
insorgere contro il dispotismo della monarchia
borbonica e a proclamare un governo provvisorio,
il 18 agosto, in Potenza, in nome del Dittatore
Giuseppe Garibaldi e del Re Vittorio Emanuele II,
inserendovi come segretario della prodittatura
il proprio figlio, l'Avv. Giambattista Matera
che, come capo, aveva guidato 60 cittadini,
membri della "vendita" di Miglionico, alla
proclamazione dell'Unità d'Italia a Corleto
Pericara, per opera di Don Nicola Magaldi. Tra
essi vi era il giovane sacerdote Don Carlantonio
Sivilia, ancora novizio ed il Padre Michele
Corleto, del monastero dei PP. Riformati,
Pietrantonio Grilli ed altri.
L'azione storica non si fermò alla proclamazine
di Potenza, ma via via maturò fino alla realtà
di Roma capitale d'Italia, il 20 settembre 1870.
Presero parte alla Breccia di Porta Pia: due
bersaglieri valorosi di Miglionico, Ferdinando
Bianco e Pietro Pecora che ritornarono nella
nostra città, carichi della riconoscenza della
Patria e della loro Terra; il diciassettenne
Carmine Sivilia, che, aggregatosi
volontariamente all'impresa, non tornò ed il suo
nome è inciso nella grande pietra del monumento
davanti a Porta Pia, a Roma, come ricorda il dr.
G. Mondaini; Leonardantonio Munno, della
classe 1843, decorato di medaglia d'argento in
tale azione; Pietro Sivilia e Giuseppe
Musillo".
Fonte: MARIO SPINELLO, Miglionico 1870-1970,
F.lli Montemurro Editori, Matera, 1970 |
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